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 2011  giugno 05 Domenica calendario

LEGA PRO A RISCHIO FALLIMENTO - C’è

chi associa le partite truccate in Lega Pro agli stipendi che troppo spesso arrivano in ritardo e a volte non arrivano proprio. «Malelingue», sostengono gli addetti ai lavori che però ammettono il grave disagio economico. E i numeri, disastrosi, confermano che una quarantina di squadre della Lega Pro (su un totale odierno di 85 club) è a rischio iscrizione: a giorni la decisione della Covisoc. «In Lega Pro è frequente il pagamento ritardato degli ingaggi perché alcune società hanno effettivi problemi finanziari, ma i salari a spizzichi e bocconi non hanno innescato lo scandalo», esordisce il procuratore Andrea Pretti, che segue una decina di giocatori della categoria.

Dove vanno gli stipendi

Da Samuel Eto’o all’ultimo giovane della Lega Pro ci sono galassie contrattuali, non sono mondi confrontabili, così gli ingaggi medi delle tre serie professionistiche italiane sono imparagonabili e hanno mille facce. Secondo il Report Arel-Pwc–Figc, in serie A il costo del lavoro per tesserato rappresenta il 64% dei ricavi, in serie B l’84%, quasi quanto in Lega Pro (85%); lo stipendio medio annuale della A è di 1,624 milioni; quello della serie B di 0,347 milioni. Più difficile il calcolo sugli ingaggi della Lega Pro: «Gli stipendi medi della ex serie C valgono il 30% di quelli della B - è la stima di Pretti -: bisogna considerare che ci sono società in salute che garantiscono ingaggi buoni ma anche molti giovani. E la Lega Pro offre incentivi alle squadre che fanno giocare i ragazzi così è molto frequente che ne vengano tesserati parecchi per club, abbassando il monteingaggi complessivo». A conferma di questo abbassamento i dati totali della categoria: a differenza di quanto è accaduto in serie A e B, il costo del lavoro della Lega Pro nel 2010 è diminuito quasi del 10% rispetto al 2007 (103 milioni contro i 114 del 2007-2008).

Queste le cifre, ma sono stati 143 i punti di penalizzazione inflitti nel campionato appena terminato perlopiù a causa dei ritardi nei pagamenti: «La legge, che concede 90 giorni di franchigia per versare gli stipendi, ha messo un po’ d’ordine nei conti ma, a mio avviso, è grave fissare un ritardo perché ogni cittadino è retribuito a fine mese». La franchigia è un modo per venire incontro alle società: «I club saranno davvero aiutati - conclude Pretti - se, a inizio campionato, si faranno analisi molto severe sui bilanci: solo chi li ha in ordine potrà giocare, inutile partire fra mille incertezze».

Dimenticare Catanzaro

La Lega Pro chiude una stagione travagliatissima: a Catanzaro, a dicembre, i giocatori senza un euro in tasca si son seduti con le braccia conserte prima di Catanzaro-Pomezia. Hanno perso ancora ed a febbraio è arrivato il fallimento: «La Lega Pro è sovradimensionata ma - dice il procuratore Fulvio Frangiamone - non è questo il problema: bisogna evitare l’ingresso nel calcio di avventurieri che acquistano società per pulire i loro denari e creano danni ai club e ai giocatori che aspettano mesi i loro stipendi».

Altrettanto severo con le norme Oberto Petricca, già presidente dell’Assoprocuratori e agente di una ventina di giocatori in Lega Pro: «Il sistema è in grande sofferenza e crea inquietudine in tutti i protagonisti, non solo per gli ingaggi saldati col contagocce. Sono fuori luogo le dichiarazioni di questi giorni secondo cui i calciatori della categoria sarebbero stati spinti a vendere partite perché poco retribuiti. Non è accettabile questa giustificazione: il malaffare investe il pallone come pure la società perché le mele marce sono ovunque. Servono monitoraggi mensili sui conti di tutte le categorie e interventi tempestivi per evitare che da un’inadempienza amministrativa se ne generino a catena decine portando le società al fallimento». Con tutto quel che ne consegue: dipendenti a spasso e città senza calcio.