Mariateresa Conti, il Giornale 5/6/2011, 5 giugno 2011
Dal Po alla Sicilia, anche Miss Padania può essere «terrona» - Saranno i 150 anni dell’Unità d’Italia
Dal Po alla Sicilia, anche Miss Padania può essere «terrona» - Saranno i 150 anni dell’Unità d’Italia. Sarà che col tempo - e dal debutto, tra le immancabili polemiche, di Miss Padania, di anni ne son passati ormai ben tredici - sono sempre di più le concorrenti che padane sono sì perché vivono al Nord, ma che hanno un cuore del Sud che batte, per luogo di nascita o famiglia. O forse è che pure per la Lega, forza di lotta sì ma ancor più di governo, i tempi cambiano. E così fa notizia che, a concorrere per una fascia di miss ormai ambita quasi quanto quella “maggiore” di Miss Italia, possano essere anche le belle «terrone». Sì, proprio le ragazze del Meridione, addirittura, in linea teorica, anche le extracomunitarie d’origine quelle che provengono dall’Africa, dall’Asia. Da ovunque, purché siano cittadine italiane e residenti da dieci anni consecutivi in una delle dieci regioni indicate come Padania nel regolamento ( Lombardia, Piemonte,Valle d’Aosta,Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Toscana) e rispettino gli altri requisiti fissati dal concorso. Certo, tra teoria e pratica, ci sono di mezzo Alpi e Appennini, oltre che il mare che naturalmente separa il Nord dal Sud. Una cosa è poter partecipare, altro arrivare al traguardo della finalissima con premiazione del Senatùr e del Trota –proprio ieri a Milano, al teatro degli Arcimboldi, il gran finale della tredicesima edizione – per aver dimostrato, superate tutte le prove, di incarnare gli ideali padani e di meritare una delle tre fasce, quella di Miss Padania, di Miss Sole delle Alpi e di Miss Camicia verde. Difficilmente una pur bella mora ma dai tratti smaccatamente mediterranei, o addirittura una ragazza di colore, potrà incarnare il biondo con occhi azzurri tipico dei popoli nordici. Qualche insidia al massimo potrà venire dalle siciliane padane adottive, se i geni degli antenati normanni saranno riusciti a resistere sino ai giorni nostri. Ma, in generale, alla fine, sarà sempre l’essenza padana a essere premiata. Come è avvenuto in tutte le precedenti edizioni, con Miss per lo più lombarde. La reginetta sinora più a Sud del concorso di bellezza del Carroccio è stata Francesca Crocini, nel 2008, di Grosseto, in Toscana. Poco a che fare col Po, ma comunque sempre Padania, almeno secondo il regolamento del concorso. Concorso che è largo sulle origini geografiche, ma non transige su altre origini: Miss Padania deve essere una donna, la concorrente, pena esclusione, deve essere dello stesso sesso registrato sul certificato di nascita. Insomma, i transessuali nono sono graditi. L’apertura al Meridione in questa edizione 2011 fa notizia, anche se tecnicamente una novità non è. Teoricamente, infatti, le origini «terrone » sono ammesse sin dalle primissime edizioni del concorso. Allora, anzi, era forse più semplice, visto che era prescritta la residenza in Padania (le regioni però erano di meno) ma da soli cinque anni, invece dei dieci attuali. E infatti, nel 1998, prima edizione ufficiale del concorso, la fascia di Miss Sole delle Alpi se la aggiudicò non una padana ma una diciassettenne russa, Anastasia Komarova, ammessa al concorso perché residente da 7 anni a Crema, e premiata anche per la valenza simbolica del luogo di provenienza: «Il verde – spiegò il Carroccio allora – è il colore dell’indipendentismo non solo italiano ma a livello internazionale. E se c’è un Paese con stati che hanno ottenuto la loro indipendenza è proprio l’ex Unione sovietica». Dalle miss di quegli albori, quando il Senatùr polemizzava col patron di Miss Italia Enzo Mirigliani, a oggi, tanto è cambiato, come del resto nel Carroccio. In barba alla dimostrazione di spirito padano «doc» che le concorrenti, da regolamento, dovrebbero dimostrare, la miss Padania 2010, la bresciana Elisa Migliorati, subito dopo l’elezione ha candidamente ammesso di essere tifosa dell’Italia,di sentirsi più italiana che padana e di non sapere neanche chi fosse Alberto da Giussano. Eh sì, i tempi cambiano. Ma restano le bellezze. E, prima o poi, arriverà anche la vittoria di una Miss Padanterrona.