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 2011  giugno 04 Sabato calendario

Citati ipotizza l’esistenza di due inferni, uno l’Ade in cui scende Ulisse, l’altro quello in cui scende Giasone [1]

Citati ipotizza l’esistenza di due inferni, uno l’Ade in cui scende Ulisse, l’altro quello in cui scende Giasone [1]. Medea: «il matrimonio le sembrava un delitto; l’amore una terribile colpa» [1]. «Afrodite tentò un incantesimo per mezzo del torcicollo, l’uccello del delirio amoroso: legò le ali e le zampe ai raggi di una ruota mobilissima, rivolta verso il cuore di Medea, mentre pronunciava formule magiche» (Citati) [1] Cose che si vedono adesso a Venezia (a parte Tintoretto): duemila piccioni imbalsamati con tanto di cacche da Cattelan, una candela in forma di Ratto delle Sabine del Giambologna (accesa e dunque destinata a liquefarsi entro il 27 novembre), una Crocefissione con Cristo in mutande Dolce & Gabbana, un gigantesco lavoro a maglia che occupa il vuoto centrale di Palazzo Grassi (è Contamination di Joana Vasconcelos che qualche anno fa portò a Venezia un lampadario fatto di tampax), un frammento di carta penzolante coordinato con altri fogli vuoti e sgualciti dall’acqua, elastici fluorescenti di Gianni Colombo, eruzioni vulcaniche di Jack Goldstein, una balena spiaggiata, testoni di militari Usa madidi di sangue, due facce gommate mobili e legate per la barba che dicono yes e no, un collage filmico di 24 ore in cui in ogni istante si vede una sequenza cinematografica con l’ora esatta, sequenza di foto scattate a donne che hanno ammazzato i figli, scale vetrate e tappezzate di specchi, un cagnolino con le scarpette rosa, un vampiro volante di gomma nera e nastrini rossi (Limpundulu Zonke Ziyandileia), ecc. [2]. Miuccia Prada a Venezia (Ca’ Corner della Regina) espone Kapoor, Heizer, De Maria, Baldessari, Ray, Friedman, Gnoli, Hirst, Bourgeois, Palermo, Nauman, Pascali, Judd eccetera e anche Burri, Fontana, Castellani e molti altri. Dice: «Le opere che vorrei acquistare sono sempre troppo care». Aggiunge: l’arte è una cosa, la moda è un’altra. Suo minimalismo degli anni Novanta, «un modo per nascondermi» [3]. Lo scrittore Antonio Scurati, constatato che tra l’altro Venezia, ospitando la più antica Mostra d’Arte cinematografica, non ha neanche un cinema di prima visione, vorrebbe coprirla con un’immensa cupola protettiva, «seppellirla definitivamente dentro una sferica cattedrale del parassitismo funereo sorretta dall’aria condizionata» ecc. [4] L’architetto Benedetta Tagliabue: a Napoli la sua stazione del metro come «un’enorme palla di magma», a Barcellona il mercato di Santa Caterina in Ciutat Vella come «un’onda cromatica di cinquemila metri quadri realizzata con 300 mila esagoni di porcellana in 62 colori» [5] «Dio non guarda nessuno dall’alto in basso» (Carlos Santana) [6] Romanzieri che «che in questi anni hanno ricamato sulla clonazione di Gesù, utile espediente per far tornare il figlio di Dio sulla terra o per ricavare dal suo dna una medicina universale»: Saramago Il Vangelo secondo Gesù Cristo, Norman Mailer Il Vangelo secondo il figlio, Philip Pullman Il buon Gesù e il cattivo Cristo, da ultimo questo L’ultimo Testamento della Sacra Bibbia di James Frey che al suo esordio (In un milione di piccoli pezzi) finse di essere drogato e alcolista, trasformò cinque ore di fermo in 87 giorni di prigionia ecc. [7]. Orson Welles, venuto in Italia nel 1947, vi restò fino al 1953, s’era messo con Lea Padovani, lei lo tradiva con un produttore cinematografico, Welles sposò allora Paola Mori. Ebbe Totò come partner in L’uomo, la bestia, la virtù e andò a cena con Togliatti a Roma, pizzeria Romualdo. Chiacchierarono di Roosevelt, De Gasperi (troppo a destra per W.), del piano Marshall, di Shakespeare. Togliatti molto impressionato: «Non ho mai incontrato un americano tanto intelligente» (a proposito dello spettacolo scritto da Giuseppe Battiston, in cui Battiston fa W. calcando sulle debolezze, «il mangiare, il bere, la passione per i giochi di prestigio») [8] Gli uomini del Seicento «leggevano per segmenti, concentrandosi su piccoli blocchi di testo e saltando da un libro all’altro, anziché in maniera sequenziale come faranno i lettori del secolo successivo, quando la nascita del romanzo favorirà l’abitudine di sfogliare i libri dall’inizio alla fine» (Robert Darnton Il futuro del libro Adelphi) [9] Letture preferite di Camillo Langone: enciclopedie, vocabolari, raccolte di aforismi, antologie poetiche, cataloghi d’arte, rubriche giornalistiche, guide gastronomiche, carte geografiche, elenchi telefonici, lapidi, campanelli, targhe stradali. Regola per lo scrittore: «a) non sei tenuto a scrivere; b) non puoi fare altro» (Raymond Chandler) [10] Nel John F. Kennedy and Museum di Boston «è ricostruito lo studio di Chicago che ospitò il 26 settembre 1960 il primo dibattito televisivo nella storia del Paese fra Kennedy e Nixon; in un’altra, la sede della CBS dalla quale, la notte dell’8 novembre 1960, il giornalista Walter Cronkite analizzò lo spoglio dei voti: la cartina mostra i risultati stato per stato. Il 20 gennaio 1961 John Fitzgerald Kennedy a 43 anni diventa presidente, il primo di religione cattolica; c´è il film a colori col discorso inaugurale, è esposta la Bibbia della famiglia portata in America dall’Irlanda nel 1800 e sulla quale presta giuramento. Il percorso conduce al corridoio della Casa Bianca passando attraverso l´entrata con le bandiere e il sigillo presidenziale. Kennedy fu il primo leader a comunicare in tv dallo studio ovale, ci sono la sedia a dondolo, foto, oggetti personali oltre al mappamondo e ai modellini di navi. I filmini con Jackie, John John e Caroline si alternano alle immagini ufficiali, fino all´ultimo capitolo. Dagli schermi Cronkite dà la notizia in tv dell’assassinio del presidente il 22 novembre 1963 a Dallas, l´America piange il mito. «Un Kennedy gioca sempre per vincere» ammoniva il padre» [11] Mohamed Atta, quello dell’11 settembre, lo prendevano in giro perché quando pisciava faceva troppo rumore, lui rispondeva è colpa degli ebrei che hanno fatto le porte dei bagni troppo sottili [12] «Sto preparando una puntata sull’esistenza di Dio. Sempre che lui si faccia intervistare» (Pierfrancesco Diliberto) [13] Il cyber-egg: caviale, uovo e vodka inglobati in una pellicola che non qualifica nessun gusto. Incidendo la pellicola con un bisturi si procede all’assaggio, lasciandosi soprendere dal nudo gusto scorporato dagli altri sensi (esperimento di Alfredo Fontanini, Department of Neurobiology and Behavior di New York, Stony Brook Univdersity: studia il modo con cui il cervello elabora le informazioni collegate al gusto) [14] Gli agapanti «se trascurati dànno del loro meglio» [15] Al Museion di Bolzano, dove tre anni fa si vide la rana in croce del tedesco Martin Kippenberger, adesso sono esposte opere di Teresa Margolles in cui sono stati utilizzati grasso di cadavere e acqua del lavaggio delle salme [16] L’attore Vinicio Marchioni non balbetta solo se recita [17] [1] Citati, CdS 1/6]; [2] Giornali vari; [3] Trione, Cds 1/6; [4] Scurati, CdS 1/6; [5] Bucci, CdS 1/6; [6] Persivale, CdS 1/6; [7] Mancuso (che stronca il romanzo), Il Foglio 1/6; [8] Favari, Il Foglio 1/6 [9] Langone, Il Foglio 1/6; [10] Il Foglio 1/6; [11] Fumarola, Rep 1/6; [12] Finos, Rep 1/6; [13] Videtti, Rep 1/6 [14] Paterlini, Sta 1/6; [15] Pejrone, Sta 1/6; [16] Sta 1/6; [17] Robiony, Sta 1/6