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 2011  giugno 04 Sabato calendario

Dio «Dio non guarda nessuno dall’alto in basso» (Carlos Santana) [6] Bolzano Al Museion di Bolzano, dove tre anni fa si vide la rana in croce del tedesco Martin Kippenberger, adesso sono esposte opere di Teresa Margolles in cui sono stati utilizzati grasso di cadavere e acqua del lavaggio delle salme [16] Venezia Cose che si vedono adesso a Venezia (a parte Tintoretto): duemila piccioni imbalsamati di Cattelan con tanto di cacche, una candela in forma di Ratto delle Sabine del Giambologna (accesa e dunque destinata a liquefarsi entro il 27 novembre), una Crocefissione con Cristo in mutande Dolce & Gabbana, un gigantesco lavoro a maglia che occupa il vuoto centrale di Palazzo Grassi (è Contamination di Joana Vasconcelos che qualche anno fa portò a Venezia un lampadario fatto di tampax), un frammento di carta penzolante coordinato con altri fogli vuoti e sgualciti dall’acqua, elastici fluorescenti di Gianni Colombo, eruzioni vulcaniche di Jack Goldstein, una balena spiaggiata, testoni di militari Usa madidi di sangue, due facce gommate mobili e legate per la barba che dicono yes e no, un collage filmico di 24 ore in cui in ogni istante si vede una sequenza cinematografica con l’ora esatta, sequenza di foto scattate a donne che hanno ammazzato i figli, scale vetrate e tappezzate di specchi, un cagnolino con le scarpette rosa, un vampiro volante di gomma nera e nastrini rossi (Limpundulu Zonke Ziyandileia), ecc

Dio «Dio non guarda nessuno dall’alto in basso» (Carlos Santana) [6] Bolzano Al Museion di Bolzano, dove tre anni fa si vide la rana in croce del tedesco Martin Kippenberger, adesso sono esposte opere di Teresa Margolles in cui sono stati utilizzati grasso di cadavere e acqua del lavaggio delle salme [16] Venezia Cose che si vedono adesso a Venezia (a parte Tintoretto): duemila piccioni imbalsamati di Cattelan con tanto di cacche, una candela in forma di Ratto delle Sabine del Giambologna (accesa e dunque destinata a liquefarsi entro il 27 novembre), una Crocefissione con Cristo in mutande Dolce & Gabbana, un gigantesco lavoro a maglia che occupa il vuoto centrale di Palazzo Grassi (è Contamination di Joana Vasconcelos che qualche anno fa portò a Venezia un lampadario fatto di tampax), un frammento di carta penzolante coordinato con altri fogli vuoti e sgualciti dall’acqua, elastici fluorescenti di Gianni Colombo, eruzioni vulcaniche di Jack Goldstein, una balena spiaggiata, testoni di militari Usa madidi di sangue, due facce gommate mobili e legate per la barba che dicono yes e no, un collage filmico di 24 ore in cui in ogni istante si vede una sequenza cinematografica con l’ora esatta, sequenza di foto scattate a donne che hanno ammazzato i figli, scale vetrate e tappezzate di specchi, un cagnolino con le scarpette rosa, un vampiro volante di gomma nera e nastrini rossi (Limpundulu Zonke Ziyandileia), ecc. [2]. Letture Letture preferite di Camillo Langone: enciclopedie, vocabolari, raccolte di aforismi, antologie poetiche, cataloghi d’arte, rubriche giornalistiche, guide gastronomiche, carte geografiche, elenchi telefonici, lapidi, campanelli, targhe stradali. Seicento Gli uomini del Seicento «leggevano per segmenti, concentrandosi su piccoli blocchi di testo e saltando da un libro all’altro, anziché in maniera sequenziale come faranno i lettori del secolo successivo, quando la nascita del romanzo favorirà l’abitudine di sfogliare i libri dall’inizio alla fine» (Robert Darnton Il futuro del libro Adelphi) [9] Regole Tra le regole da ricordare per gli scrittori: «a) non sei tenuto a scrivere; b) non puoi fare altro» (Raymond Chandler) [10] Agapanti Gli agapanti «se trascurati dànno del loro meglio» [15] Balbuzie L’attore Vinicio Marchioni non balbetta solo se recita [17] Prada Miuccia Prada a Venezia (Ca’ Corner della Regina) con i suoi Kapoor, Heizer, De Maria, Baldessari, Ray, Friedman, Gnoli, Hirst, Bourgeois, Palermo, Nauman, Pascali, Judd eccetera e anche con i Burri, Fontana, Castellani e molti altri. Dice: «Le opere che vorrei acquistare sono sempre troppo care». Aggiunge: l’arte è una cosa, la moda è un’altra. Suo minimalismo degli anni Novanta, «un modo per nascondermi» [3]. Cupola Lo scrittore Antonio Scurati vorrebbe coprire Venezia con un’immensa cupola trasparente in modo da «seppellirla definitivamente dentro una sferica cattedrale del parassitismo funereo sorretta dall’aria condizionata» ecc. Ha tra l’altro notato che Venezia, pur ospitando il più antico Festival cinematografico, non ha neanche una sala di prima visione [4]. Come L’architetto Benedetta Tagliabue. A Napoli la sua stazione del metro come «un’enorme palla di magma», a Barcellona il mercato di Santa Caterina in Ciutat Vella come «un’onda cromatica di cinquemila metri quadri realizzata con 300 mila esagoni di porcellana in 62 colori» [5] Atta Mohamed Atta, quello dell’11 settembre, lo prendevano in giro perché quando pisciava faceva troppo rumore, lui rispondeva è colpa degli ebrei che hanno fatto le porte dei bagni troppo sottili [12] Orson Welles Orson Welles, venuto in Italia nel 1947, vi restò fino al 1953, s’era messo con Lea Padovani, lei lo tradiva con un produttore cinematografico, Welles sposò allora Paola Mori. Ebbe Totò come partner in L’uomo, la bestia, la virtù e andò a cena con Togliatti a Roma, pizzeria Romualdo. Chiacchierarono di Roosevelt, De Gasperi (troppo a destra per W.), del piano Marshall, di Shakespeare. Togliatti molto impressionato: «Non ho mai incontrato un americano tanto intelligente» (a proposito dello spettacolo scritto da Giuseppe Battiston, in cui Battiston fa W. calcando sulle debolezze, «il mangiare, il bere, la passione per i giochi di prestigio») [8] Cyber-egg Il cyber-egg: caviale, uovo e vodka inglobati in una pellicola che non qualifica nessun gusto. Incidendo la pellicola con un bisturi si procede all’assaggio, lasciandosi soprendere dal nudo gusto scorporato dagli altri sensi (esperimento di Alfredo Fontanini, Department of Neurobiology and Behavior di New York, Stony Brook Univdersity: studia il modo con cui il cervello elabora le informazioni collegate al gusto) [14] Dio «Sto preparando una puntata sull’esistenza di Dio. Sempre che lui si faccia intervistare» (Pierfrancesco Diliberto) [13] [1] Citati, CdS 1/6]; [2] Giornali vari; [3] Trione, Cds 1/6; [4] Scurati, CdS 1/6; [5] Bucci, CdS 1/6; [6] Persivale, CdS 1/6; [7] Mancuso (che stronca il romanzo), Il Foglio 1/6; [8] Favari, Il Foglio 1/6 [9] Langone, Il Foglio 1/6; [10] Il Foglio 1/6; [11] Fumarola, Rep 1/6; [12] Finos, Rep 1/6; [13] Videtti, Rep 1/6 [14] Paterlini, Sta 1/6; [15] Pejrone, Sta 1/6; [16] Sta 1/6; [17] Robiony, Sta 1/6