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 2011  giugno 04 Sabato calendario

Caro Isabelle

• Aubergenville (Francia) 9 settembre 1982, Parigi (Francia) 17 novembre 2010. Modella • «[...] è rimasta vittima di una polmonite [...] Ma aveva cominciato a morire a tredici anni, ingurgitando e vomitando cibo compulsivamente: il vuoto dentro. Nel 2007, quando aveva posato nuda per Oliviero Toscani, pesava 31 chili. “No Anorexia” recitava lo slogan del manifesto. Un pugno nello stomaco. “Questa foto senza trucco e senza fard non vuole rendermi bella - aveva detto - Il messaggio è forte: ho la psoriasi, ho il seno cadente, ho un corpo da vecchia”. Un’immagine talmente insopportabile alla vista che in Italia venne bandita dal garante per la pubblicità. Da allora, Isabelle era diventata il simbolo della battaglia contro questa malattia [...] Aveva scritto un libro sulla sua storia, “La ragazza che non voleva ingrassare”, pubblicato anche nel nostro Paese. Partecipava a trasmissioni televisive, incontrava le giovani lettrici di riviste femminili per dire che ogni donna anoressica è diversa, che le cause non sono mai le stesse, ma sullo sfondo c’è quasi sempre un’idea irraggiungibile di donna. Guardi quello che non potrai mai essere, guardi le modelle altere nella loro magrezza, e sogni di essere come loro. Grazie a lei e a quel manifesto-choc, si era aperto un dibattito tra stilisti e mannequin. [...] Da piccola era stata costretta a indossare vestiti troppo piccoli, scarpe troppo strette. Sua madre non voleva vederla crescere, temeva di perderla. Nell’indifferenza di tutti, era scivolata nell’anoressia. Isabelle raccontava i suoi anni ritmati dall’inadeguatezza dei medici e delle strutture ospedaliere. Nessuno vuole o può capire. Nel 2006 era caduta in coma, pesava allora solo 25 chili, era alta un metro e 65. Poi finalmente la risalita [...] la campagna di Toscani sembrava la luce in fondo al tunnel. All’inizio del 2010, aveva annunciato in un’intervista: “Sono ingrassata fino a 42 chili”. Poi aveva aggiunto, per confermare le sue speranze: “Ho fame di vivere” [...]» (Anais Ginori, “la Repubblica” 30/12/2010) • La madre si suicidò il 4 gennaio 2011: «Si è uccisa meno di due mesi dopo la morte della figlia, non è riuscita a reggere il peso del dramma, i titoli sui giornali di tutto il mondo, i rimorsi [...]La ragazza è morta all’ospedale Bichat, a Parigi, dov’era stata ricoverata per dolori alla pancia. Secondo il padre, i medici sarebbero responsabili della sua morte: l’hanno addormentata per farle delle analisi, ma secondo lui una persona nel suo stato non doveva essere sedata. E proprio da qui parte la sua spiegazione per il suicidio della moglie: “Ha messo fine ai suoi giorni. Alla base, si è sentita colpevole di aver fatto ricoverare mia figlia a Bichat. Mia figlia non voleva andare in quell’ospedale, perché era già andata una volta al pronto soccorso e non capiva che rifiutassero una trasfusione a una donna di settant’anni perché dovevano tenere il sangue per i giovani. Ma i pompieri [...] l’hanno spedita a Bichat, dunque mia moglie si è sentita responsabile. Aveva questo peso sulla testa, un enorme senso di colpa. E a tutto ciò si è aggiunta la stampa, soprattutto un’intervista di Toscani che è riuscita a vedere, anche se io ho cercato di filtrare quel che potevo. Non l’ha sopportato. Già non sopportava più l’assenza della figlia. Pensavo che avrebbe retto. Per l’inumazione di mia figlia abbiamo fatto costruire da uno scultore una bella, piccola cappella in pietra. Aveva detto di voler fare una cerimonia, di invitare la stampa ed è andata a raggiungerla nella cappella”. [...] Il padre della ragazza fa riferimento alle dichiarazioni fatte da Toscani dopo l’annuncio della morte di Isabelle Caro: “Purtroppo non ho un bel ricordo. Era una ragazza molto malata, prima nella testa che nel corpo, perché aveva una mente da anoressica, come tutte le persone che soffrono di questo disturbo era anoressica nel cervello”. E ancora: “Si era montata la testa. Era diventata vittima di se stessa usando i media”. Secondo il padre, la ragazza aveva vissuto male la campagna fotografica (una “trappola”, dice) e gli avrebbe detto “di non voler più sentir parlare di Toscani”. Quanto alla malattia di Isabelle, Christian Caro dice che si è manifestata all’improvviso, quando la ragazza aveva 22 anni, anche se si è sempre parlato di 12-13 anni come data di inizio: il padre accusa lo show business e promette una denuncia, pur senza fornire nessun elemento. [...]» (Giampiero Martinotti, “la Repubblica” 21/1/2011).