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 2011  giugno 04 Sabato calendario

Se dietro il virus c’è la guerra dell’export - «Non permetterò che i russi vengano avvelenati dai cetrioli che fanno morire la gente»

Se dietro il virus c’è la guerra dell’export - «Non permetterò che i russi vengano avvelenati dai cetrioli che fanno morire la gente». Con­tro il cetriolo, presunto “killer“ ma in realtà innocente, è sceso in cam­po personalmente Vladimir Pu­tin. Il premier russo ha respinto la richiesta della Ue di togliere l’em­bargo imposto da Mosca alle im­portazioni di verdura e ortaggi fre­schi. Alla Ue che gli ricordava i do­veri imposti dall’Organizzazione mondiale del commercio, il Wto, Putin ha risposto che quando si tratta di tutelare la salute dei suoi concittadini il Wto non gli interes­sa. Il danno commerciale è enorme per tutta l’Europa e anche per l’Ita­lia che, ricorda Coldiretti, da sola esporta in Russia verdura e legumi per 4,4 milioni di euro di valore ogni anno. Oltretutto è oramai pro­vata l’innocenza del cetriolo nella diffusione di questo batterio “mu­tante“ mentre probabilmente l’in­fezione parte addirittura dall’ac­qua, come era già accaduto, atten­zione, nel caso delle mozzarelle che diventavano blu una volta aperte. Mozzarelle, guarda il caso, sempre tedesche. Ma oramai il danno è fatto la psicosi nei con­fronti della verdura dilaga mentre la Coldiretti si augura che l’embar­go non si allarghi pure alla frutta perchè in questo caso si parlereb­be di una perdita di 75 milioni di euro. La Spagna, colpita per prima dal­le accuse, è sempre più decisa a presentare un conto salatissimo al­la Germania se non addirittura al­la Ue, accusata dal premier Jose Luis Zapatero di non essere inter­venuta con sufficiente rapidità e fermezza per riparare «all’errore flagrante» compiuto da Berlino nell’individuare come fonte di contagio il centriolo spagnolo. Ma quante volte è successo che a causa di un allarme del tutto in­fondato (o comunque diffuso in modo improprio) si siano poi sca­tenate guerre commerciali che nulla hanno a che vedere con la tu­tela della salute dei cittadini? Gli scandali alimentari degli ultimi anni, dalla mucca pazza al pollo al­la diossina, sono costati al nostro paese, che pure era “pulito“ dal punto di vista delle contaminazio­ni, circa 5 miliardi di euro. Da pun­to di vista del commercio il danno più pesante, sottolinea il responsa­bile sicurezza alimentare della Coldiretti, Rolando Manfredini, è sempre provocato dal dilagare del­la psicosi. L’esempio più lampan­te per l’Italia è stato quello del­l’aviaria. Neppure un caso in Ita­lia, completamente autosufficien­te pe­r quanto riguarda la produzio­ne di pollame. Il rischio di prende­re l’influenza aviaria era pari a ze­ro, eppure i consumatori terroriz­zati dalle notizie che arrivano da altri paesi hanno smesso di com­prare pollo con una perdita pari a circa un miliardo e mezzo di euro. Ma esistono anche altri esempi di embargo assolutamente ingiu­stificati come quello russo. Il pae­se che in assoluto ha cercato nel corso degli anni di bloccare qualsi­a­si forma di importazione alimen­tare dall’Italia è la Cina. Quando furono trovate tracce di diossina nella mozzarella di bufala circa tre anni fa immediatamente la Cina ne approfittò per chiudere le fron­tiere a qualsiasi cosa potesse con­tenere latte o derivati proveniente dal Belpaese. Misura in realtà pra­ticamente inutile perchè le regole imposte dalla Cina sui prodotti ali­mentari pro­venienti dall’estero so­no talmente rigide che in pratica si parla di quantità «simboliche». Dato che viene imposta una qua­rantena a tutti i prodotti freschi in sostanza le esportazioni, ad esem­pio del richiestissimo prosciutto crudo o dei kiwi, sono impossibili perchè l’eccessiva attesa imposta farebbe deperire gli alimenti. Anche l’Europa però alza i suoi muri. Ad esempio nei confronti della carne targata Usa. In Ameri­ca infatti non è proibito trattare i bovini con gli ormoni e i polli con un prodotto derivato dalla varechi­na mentre nella Ue sì e dunque nessun tipo di carne a stelle e stri­sce viene consumato in Europa.