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 2011  giugno 04 Sabato calendario

CONFLITTO D’INTERESSE

Il conflitto d’interessi è di casa nel calcio allergico alle regole. Dalla Figc alla Lega sino alla Fifa e a molte altre situazioni. Prendiamo ad esempio la Infront Sports & Media, l’agenzia svizzera di marketing che compra in blocco diritti sportivi, soprattutto nel calcio e li vende alle televisioni di tutto il mondo. P er la Fifa la Infront gestisce, dal 2002, la vendita dei diritti tv per i mondiali. E lo farà anche per l’edizione 2014 in Brasile. La bravura della Infront è riconosciuta, il gruppo l’anno scorso aveva circa 600 milioni di euro di fatturato e un bilancio in attivo. L’amministratore delegato della Infront, dai primi mesi del 2006, è Philippe Blatter, formatosi in McKinsey. Un altro Blatter, Joseph, è presidente della Fifa dal 1998, confermato pochi giorni fa con voto bulgaro, nonostante le solite voci di casi di corruzione. Joseph Blatter è lo zio di Philippe. La Infront non appartiene alla famiglia Blatter, almeno ufficialmente i soci sono gli eredi del francese Robert Louis Dreyfus, il gruppo Jakobs che vuole vendere la sua quota del 20% circa (tra gli interessati il fondo Qatar Investment Authority), una finanziaria olandese. Alzi la mano chi non vede un conflitto d’interesse in questa situazione.
Infront opera anche in Italia con una controllata, guidata da Marco Bogarelli, ex Media Partners, manager vicino all’ambiente Mediaset. Infront Italy è stata scelta dalla Lega calcio nel 2009 come advisor per la vendita collettiva dei diritti tv, a partire dal campionato scorso, con un minimo garantito di circa 900 milioni l’anno. Infront ha anche curato la vendita dei diritti tv per i mondiali di pallavolo 2010.
L’influenza dei Blatter, zio e nipote, può aver aiutato i successi italiani della Infront? Male non avrà fatto. C’è chi ha notato che nessun dirigente del calcio italiano ha preso le distanze dalla rielezione di Blatter. Non ha fiatato il presidente della Figc, Giancarlo Abete. Tace Franco Carraro, detto "poltronissimo" per la bravura nell’accumulare cariche, dimessosi dalla presidenza Figc l’8 maggio 2006 per lo scandalo Calciopoli, tuttora componente della commissione Fifa per l’organizzazione dei mondiali e presidente del Comitato per il controllo interno Fifa.
Un dispiacere dalla Figc tuttavia la Infront lo ha avuto. L’anno scorso l’agenzia ha offerto alla Figc un minimo garantito con fidejussione bancaria per avere il contratto di vendita dei diritti di sponsorizzazione di tutte le nazionali di calcio. Il 26 novembre 2010 però la Figc ha confermato per altri quattro anni il contratto di «advisor esclusivo» alla Rcs Sport, benché questa non offrisse alcun minimo. Rcs Sport appartiene allo stesso gruppo che è editore del Corriere della sera e della Gazzetta dello sport. Nel palazzo del calcio si fa notare che il principale quotidiano sportivo non è mai aggressivo verso Abete, il presidente della Figc, nonostante la Federcalcio non possa annoverare particolari successi (due volte battuta nella candidatura per organizzare gli europei di calcio in Italia, figuraccia della nazionale di Marcello Lippi in Sudafrica, stato comatoso delle finanze del calcio italiano).
Si respira aria di conflitto anche dalle parti della Lega. Maurizio Beretta è stato eletto presidente della Lega nel 2009, mentre era nel cda di tre società del gruppo Erg, controllato da Riccardo Garrone, proprietario della Sampdoria: in questi cda Beretta è rimasto per oltre un anno. Nel marzo 2011 Beretta è stato assunto come direttore delle relazioni esterne all’Unicredit, la banca azionista di peso dell’As Roma e sponsor della Champions League, ma non ha lasciato la poltrona in Lega. Prima di lui, Adriano Galliani è stato presidente di Lega mantenendo la carica di a.d. del Milan, mentre il proprietario del club, Silvio Berlusconi, era presidente del Consiglio.