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 2011  giugno 06 Lunedì calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 6 GIUGNO 2011

Sul pallone italiano, la quinta azienda del Paese, è tornato il fango del calcioscommesse: mercoledì la procura di Cremona ha ordinato l’arresto di 16 persone (7 in carcere, 9 ai domiciliari) con l’accusa di aver creato un’associazione a delinquere che avrebbe truccato, o provato a farlo, i risultati di almeno 18 partite per incassare le vincite delle scommesse. Tra le persone finite ai domiciliari l’ex azzurro Beppe Signori (tre volte capocannoniere in serie A), tra gli indagati gli ex azzurri Cristiano Doni (partecipò alla sfortunata spedizione mondiale del 2002) e Stefano Bettarini (una sola presenza in amichevole, è noto più che altro per il matrimonio con Simona Ventura). Tutti si dicono totalmente estranei. [1]

L’indagine, condotta dalla polizia di Cremona e coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco), nacque nel dicembre 2010: 24 ore dopo la gara di Lega Pro con la Paganese, un dirigente della Cremonese denunciò che molti suoi giocatori erano stati male, finendo in ospedale, uno aveva avuto un incidente stradale per colpa della sonnolenza. Ordinati gli esami del sangue, il medico sociale scoprì tracce di un farmaco antidepressivo. In poche settimane si arrivò al portiere in seconda, Marco Paoloni. Giuliano Foschini & Marco Mensurati: «Era stato lui a sciogliere il medicinale per fare in modo che la sua squadra perdesse. Ma soprattutto era lui (oggi in carcere) uno dei referenti di un giro di calcioscommesse assai più vasto, tanto da “essere in grado di falsare i campionati di serie B e di Lega Pro”». [2]

In 611 pagine di ordinanza di custodia, il gip Guido Salvini ha delineato chiaramente la struttura dell’associazione. Foschini & Mensurati: «Ci sono i “manovratori”, e cioè dirigenti ed ex calciatori che hanno il compito di avvicinare i giocatori per chiedere loro di indirizzare la partita. Ci sono i “corruttori”, e cioè coloro che finanziano la vendita delle partite. E infine gli “scommettitori”, coloro cioè che sono in grado di muovere milioni di euro sulle partite truccate. I gruppi di “scommettitori” sono tre: gli zingari, che hanno grandissima liquidità (spendono da 200 a 400mila euro per un match), i bolognesi che fanno riferimento a Beppe Signori, e infine i baresi. Le regole dell’associazione sono ferree: non si scommette mai a più di un’ora prima della partita, per evitare che le agenzie di scommesse blocchino le giocate. Lo si fa principalmente su Internet, preferibilmente sui siti asiatici». [2]

I siti asiatici consentono puntate online senza limiti anche su singole gare. Marco Mobili: «E per importi anche superiori al milione di euro, impossibili nel circuito legale italiano. “Si tratta di operatori di enorme capacità finanziaria – spiega ad Agipronews un bookmaker internazionale che preferisce l’anonimato – che raccolgono gioco dall’Europa attraverso banche e carte di credito”. Inoltre sul mercato asiatico il margine di guadagno del banco è più basso rispetto a quello italiano, 2 euro su 100 puntati in Asia contro i 10 su 100 scommessi in Italia. È sui massicci flussi di gioco che i bookmaker asiatici cercano il massimo guadagno». [3]

L’Italia paga un sistema di gioco molto giovane. Alberto Custodero & Gianluca Moresco: «Per cinquant’anni le puntate sul calcio hanno vissuto su due binari paralleli: uno legale su cui viaggiavano le schedine del Totocalcio e uno illegale fatto di fogliettini, quote stampate in mille angoli sparsi per il Paese e che per i giocatori prendeva un unico nome, “Picchetto”. Gioco clandestino che negli anni Novanta era arrivato a toccare i 500 miliardi di lire. Dati inverificabili che la storia avrebbe dimostrato essere stati raccontati per difetto. Il 27 giugno del 1998 quei due binari si sono di fatto uniti sotto una sola bandiera, quella del gioco legale organizzato dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato». [4] Passati 13 anni, c’è chi gioca cifre consistenti su pronostici facilissimi, incassi quasi sicuri di parecchio superiori ai rendimenti dei titoli fissi. Antonio Dipollina: «Cento euro per vincerne dieci: prova coi Bot, se ci riesci». [5]

Ormai il mercato legale delle puntate è diventato un’industria. Mobili: «Il calcio da solo traina il 90% della raccolta delle scommesse sportive. È un business che vale ormai 4 miliardi l’anno». [3] Custodero & Moresco: «E mentre l’Erario festeggia le sue percentuali sul betting (poco più di un miliardo di euro versato nelle sue casse tra il 2006 e il 2010), i giocatori più esperti e la criminalità tutta, hanno rivisto il loro modo di giocare puntando il loro denaro su tipi di scommesse impensabili nei giorni del grande scandalo anni Ottanta di Trinca e Cruciani». [4] Truccare le partite, tra l’altro, costa poco. Giuseppe Guastella: «Per gli scalcagnati calciatori della squadra ultima nella classifica di Lega Pro 1.000/2.000 euro, al massimo, 10/20 mila per i più “ricchi” giocatori della serie B: l’organizzazione era irremovibile, più di tanto non pagava per corrompere gli atleti che garantivano il risultato voluto». [6]

Nel mondo delle scommesse tutti sanno che le partite sono truccate. Maurizio Ughi, consigliere delegato della Snai, società che gestisce oltre il 50% del fatturato delle scommesse sportive: «Il “mercato” delle partite truccate ha provocato ai bookmaker una perdita di rendimento di 4 punti percentuali. Solo la Snai, nel 2010, ha perso 35 milioni rispetto all’anno precedente». [4]. Mobili: «Contro le cosiddette scommesse anomale i Monopoli di Stato si sono dotati di un sistema chiamato Robocop. Inoltre, l’amministrazione autonoma ha recentemente introdotto anche il controllo sulle scommesse multiple e non più solo sulle singole. In questo modo sono costantemente sotto controllo i flussi di gioco». [3]

In caso di flussi di gioco elevati e sospetti, scatta l’allarme. Mobili: «La segnalazione parte dagli operatori di gioco (che dispongono di vere e proprie task force interne per il controllo dei flussi di gioco, i risk manager), passa dai Monopoli di Stato e finisce sui tavoli degli organi sportivi (leghe comprese). Un campanello di allarme che nella stagione 2010/2011 si è attivato in decine di casi e tra questi anche in alcune partite oggetto della nuova inchiesta sul calcio scommesse». [3] I Monopoli sostengono di aver mandato alla Figc 37 segnalazioni, la Figc replica che gliene sono arrivate solo 14 e che in 8 casi i risultati non si sono neanche verificati. [7]

“Partite combinate. Peggio dell’Italia c’è solo l’Est Europa”, titolava giovedì la Stampa. Ivo Romano: «Chi vigila sulla regolarità del calcio i segnali li ha colti da tempo, peraltro lanciando l’allarme ai piani alti di chi governa il calcio italiano. L’Uefa ci ha investito soldi, i risultati sono arrivati. Struttura agile, ancorchè costosa. E monitoraggio continuo sul mercato delle scommesse, tenendo d’occhio 26mila partite all’anno, tra prima divisione, seconda serie e coppa nazionale di 53 Paesi. Lavoro in proprio e appalto esterno: Sportradar, azienda con sede a Richmond, sud-ovest di Londra, analizza dati, studia il mercato, trae conclusioni. E trasmette relazioni all’Uefa, che le gira alle singole federazioni. Cifre ufficiali: la percentuale di partite sospette è di circa l’1 per cento, che significa quasi 300 all’anno». [8]

Lo scandalo ha travolto la serie B, ma nelle intercettazioni telefoniche allegate al mandato di cattura ci sono indizi che fanno tremare la Serie A. Foschini e Mensurati: «“La A è il secondo livello dell’inchiesta” spiega un investigatore. “Ora abbiamo bisogno di riscontrare questi elementi negli interrogatori che ci saranno nei prossimi giorni, per questo l’inchiesta si è “fermata” alla B. Ma di aspetti da chiarire ce ne sono ancora moltissimi». [1] Una notizia d’agenzia delle 15,06 di mercoledì avvertiva che il procuratore federale Palazzi ha attivato un fascicolo preliminare. [9] Sei le partite già sotto inchiesta: Atalanta-Piacenza (3-0) e Padova-Atalanta (1-1), B, che fanno parte del maxifilone dell’inchiesta di Cremona; Chievo-Sampdoria (0-0), A; Sambonifacese-Montichiari (0-0), Fondi-Neapolis (2-3), Benevento-Viareggio (2-2), Lega Pro (la ex serie C). Su Cremonese-Paganese, la gara del sonnifero, il club lombardo non ha fatto segnalazioni alla Figc e ora rischia il deferimento per omessa denuncia. [7]

Le cose sono più complicate che nell’estate di “Calciopoli” (2006), quella che vide la retrocessione in B della Juve e lo scudetto a tavolino all’Inter. Mensurati e Foschin: «Allora le classifiche erano definite, le intercettazioni di Napoli portarono a processi-lampo e il 25 luglio la pratica era chiusa. Adesso ci sono due tornei ancora in piena attività: Serie B e Lega Pro in ballo con playoff e playout». La Figc ha promesso che tutto sarà chiaro prima dell’elaborazione dei calendari dei prossimi campionati, prevista ad inizio agosto. Per i giocatori, soprattutto i recidivi, è probabile una squalifica pesantissima (3-5 anni) con proposta di radiazione. Fulvio Bianchi: «Doni fu prosciolto nel 2001, Bettarini pagò invece nel 2005 con 5 mesi per omessa denuncia (57 sms)». Il primo ha comunque già compiuto 38 anni, il secondo si è già ritirato. [10] Quanto a Signori, a giudicare dal titolo sulla prima pagina del Corriere della Sera di sabato pare tranquillo: «Scommetto che ne esco». [11]

La sensazione è che si sia solo all’inizio della strada, molte altre cose verranno fuori. Mario Sconcerti: «Il carcere porterà confessioni complesse, credo sia giusto aspettarsi ancora qualunque cosa. E sarà difficile vivere la realtà oggettivamente, senza farla diventare un partito. Le prime scommesse nel 1980 portarono la retrocessione di Milan e Lazio, la squalifica di grandi giocatori e nessuna condanna in tribunale. Trent’anni dopo è sempre più difficile distinguere tra giustizia sportiva e ordinaria. Il calcio è diventato più importante, un caso come questo accende una miccia che attraverserà per mesi il Paese dalle Alpi allo Ionio. Forse ne è fuori gran parte della A per eccesso di ricchezza. I grandi guadagni non ammettono grandi rischi. Non conviene. Ma il resto, anzi, il principio, è ormai aperto da tempo». [12]

Note: [1] Giuliano Foschini, Marco Mensurati, la Repubblica 2/6; Maurizio Crosetti, la Repubblica 2/6; [2] Giuliano Foschini, Marco Mensurati, la Repubblica 2/6; [3] Marco Mobili, Il Sole 24 Ore 2/6; [4] Alberto Custodero, Gianluca Moresco, la Repubblica 3/6; [5] Antonio Dipollina, la Repubblica 2/6; [6] Giuseppe Guastella, Corriere della Sera 3/6; [7] Fulvio Bianchi, la Repubblica 4/6; [8] Ivo Romano, La Stampa 2/6; [9] Maurizio Crosetti, la Repubblica 2/6; [10] Fulvio Bianchi, la Repubblica 3/6; Giuliano Foschini, Marco Mensurati, la Repubblica 2/6; [11] Corriere della Sera 4/6; [12] Mario Sconcerti, Corriere della Sera 2/6.