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 2011  giugno 04 Sabato calendario

Si può intitolare un libro con la parola Uno? Certo che si può: il critico letterario Domenico Scarpa lo ha appena fatto

Si può intitolare un libro con la parola Uno? Certo che si può: il critico letterario Domenico Scarpa lo ha appena fatto. Non è un titolo particolarmente verboso, ma – minima e bisillaba – almeno una parola intera ce la fa leggere. Sempre di più, insomma, del V. di Thomas Pynchon, del M. di Tommaso Pincio, o dell´impronunciabile e totalmente grafico HHhH di Laurent Binet appena uscito da Einaudi (non una biografia di Helenio e di Heriberto Herrera, ma un libro su Himmler). Il curioso del titolo Uno sta nel fatto che il sottotitolo reciti Doppio ritratto di Franco Lucentini, e che il tutto esca per la casa editrice palermitana: «duepunti». Compreso il nome in ditta, dunque, è tutta una sinfonia sull´uno e sul bino, composta in onore di uno scrittore noto soprattutto come metà di una coppia (con Carlo Fruttero). Con quella cura e quell´amore per l´oggetto dei suoi studi che sono per lui una forma professionale di pietas, Scarpa ci fa conoscere così, e fuori da ogni stereotipo, uno scrittore che forse è stato il più singolare dei coautori. Uno: il primo racconto edito di Lucentini si intitola I compagni sconosciuti. Uno: questo racconto è il primo numero della celebre collana dei "Gettoni" di Vittorini. Uno: il protagonista del racconto si chiama Franco, parla in prima persona, ma a volte allude a sé stesso chiamandosi "uno". Di motivi per intitolare Uno un libro su Franco Lucentini, insomma, se ne trovano più d´uno.