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 2011  giugno 02 Giovedì calendario

Dublino 2.0? L’Irlanda potrebbe aver bisogno di un secondo aiuto dell’Ue - Un ministro del governo irlandese si è lasciato sfuggire un’informazione di troppo

Dublino 2.0? L’Irlanda potrebbe aver bisogno di un secondo aiuto dell’Ue - Un ministro del governo irlandese si è lasciato sfuggire un’informazione di troppo. Dublino potrebbe aver bisogno di un secondo intervento del Fmi e dell’Unione europea. Il ministro dei trasporti è stato subito zittito dal titolare del dicastero delle finanze, secondo cui è esclusa la possibilità di un secondo salvataggio l’anno prossimo. Ma le fonti di finanziamento dal 2013 in poi sono un’incognita. La situazione di Dublino non è grave come quella di Atene, che dall’inizio dell’anno prossimo dovrà coprire un ammanco di 65 miliardi di euro. Tuttavia, se l’Irlanda non riuscirà a raccogliere sui mercati il denaro necessario entro fine 2012 o l’inizio del 2013, si troverà alla mercé dei suoi finanziatori ufficiali. Secondo le ultime statistiche del programma di aggiustamento economico dell’Irlanda, il paese dovrà reperire 3,4 miliardi nel 2012 e 14 miliardi nel 2013. Forse avrà molti modi per superare la prima asticella, relativamente bassa. Per superare la seconda, tuttavia, è probabile che debba ricorrere all’emissione di debito a medio e lungo termine, con la difficoltà di una scadenza incombente: l’entrata in vigore del fondo di salvataggio permanente dell’eurozona, il Meccanismo europeo di stabilità (Esm), a metà del 2013. Il problema dell’Esm è che un paese, per accedere ai fondi, dovrà impegnarsi a ristrutturare il debito sui mercati. Sarà un cambiamento profondo rispetto alla situazione attuale, nella quale i governi e le autorità europee dichiarano che i debiti sovrani non dovranno essere ristrutturati. La minaccia di una ristrutturazione forzata nel giro di pochi mesi complicherà le speranze dell’Irlanda di raccogliere fondi alla fine del 2012 o all’inizio del 2013. Non è impossibile che Dublino aderisca all’attuale piano di salvataggio e gli umori del mercato migliorino al punto di consentire al paese di emettere bond a condizioni ragionevoli. Considerando però che il loro rendimento a 10 anni è all’11%, l’impresa è ardua. O l’Irlanda non sarebbe lasciata a se stessa dai suoi alleati se non riuscisse a procurarsi le risorse necessarie.