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 2011  giugno 03 Venerdì calendario

Bonaccorsi Luca

• 1969 (~). Editore • «[...] si descrive così: ha lavorato per dieci anni fra Londra e Amsterdam, presso Bnr Amro e Paribas, investendo il denaro delle banche. Poi è tornato nella sua città, Roma, e ha rilevato “Avvenimenti”, da cui ha creato la rivista “Left”. Dicono che sia specializzato in giornali quasi falliti ma con contributi pubblici. [...]» (Andrea Garibaldi, “Corriere della Sera” 27/12/2008) • «[...] già bancario e nipote di banchiere, poi broker a Londra. La carriera nei giornali di sinistra, per Bonaccorsi, inizia nel dicembre del 2005 quando entra nel consiglio di amministrazione di Avvenimenti, un finanziamento pubblico in quanto cooperativa di giornalisti, testata d’inchiesta sull’orlo del secondo fallimento consecutivo. Direttore Adalberto Minucci, elegante senatore della sinistra ex Pci, già al capo della redazione di Rinascita ai tempi di Enrico Berlinguer. Condirettore, Giulietto Chiesa, all’epoca già un ex della Stampa libero battitore della sinistra. Il rapporto con i direttori salta sin dal primo numero del settimanale rimaneggiato dai nuovi soci. Fra le pagine che partono in tipografia “spunta’” una rubrica a firma di Massimo Fagioli, lo psichiatra collettivista (cioè fondatore dell’Analisi collettiva) di cui è seguace e discepolo Bonaccorsi, ma anche Fausto Bertinotti, e anche un pezzo dei dirigenti bertinottiani. Il direttore si ribella, finisce licenziato, con nessuna cortesia all’uscita: un secco fax alla redazione annuncia la sua rimozione. Il tribunale gli dà ragione e gli concede cospicui risarcimenti. Il settimanale si chiama Left (per finta, perché all’anagrafe di Palazzo Chigi, da dove arrivano i contributi per l’editoria, continua a chiamarsi Avvenimenti, pena la fine delle erogazioni). È l’acronimo di “Libertà, Eguaglianza, Fraternità”, si dice nel primo numero. Ma la “T”? La “T” significa “trasformazione”, mantra dell’analisi collettiva, è lo stesso Fagioli a rivelarlo nella sua rubrica. Di più, ricorda Chiesa che la lettura della rubrica di Fagioli, proprio in quei primissimi numeri, si rivela profetica oggi più che mai: “In mezzo a una valanga di frasi di difficilissima decifrazione, faceva capire che la linea editoriale di Left Avvenimenti l’aveva prefigurata lui alcuni mesi prima, ma proponeva ai lettori il suo ’sogno’, cioè di mettere in collegamento Left con Liberazione [...] questo non era nei patti, cioè nella linea editoriale concordata”. Espulso il primo paio di direttori, un anno dopo la stessa sorte tocca a Andrea Purgatori, cronista di razza e autore dello scoop su Ustica, e Alberto Ferrigolo, ex manifesto. Anche lì, un braccio di ferro sulla direzione del giornale finisce, in pochi mesi, in tribunale. Per qualche migliaio di euro non corrisposti la testata finisce “sotto sequestro giudiziale e al centro di un vasto contenzioso anche giuslavoristico” [...] Il vizietto dell’editore Bonaccorsi, in questo periodo, è quello di avere troppe casacche in redazione: amministratore delegato, redattore dell’economico, direttore occulto. Un direttore vero non resiste più del tempo che ci vuole per capirlo. Per due volte, nel corso del 2007, l’ordine dei giornalisti diffida il direttore che prende il posto di Purgatori e Ferrigolo - Pino Di Maula, fagiolino - di far assumere le scelte giornalistiche all’editore. [...] In realtà quella di Left non è la prima esperienza editoriale di Bonaccorsi: c’è una partecipazione in Amore& Psiche, l’elegante libreria della capitale che all’Analisi collettiva fa riferimento e che dallo psichiatra è stata persino disegnata (il professore si diletta di architettura, di teatro e di altro). La vicenda con la libreria si chiude male, ma è lì, probabilmente, che Bonaccorsi comincia a formare l’idea di sé come editore, forgiatore di idee, mecenate. E il “sogno” di fare un giornale che rifondi la sinistra sulla base della “ricerca”, della “trasformazione”, della “realtà umana”, del “rapporto uomo-donna”. Un sogno già sognato, come abbiamo visto, dal professor Fagioli. Un sogno che piace anche a Bertinotti, visto che sceglie proprio Bonaccorsi come editore della sua rivista teorica Alternative per il socialismo. Ma è in Left che Bonaccorsi mette a punto la sua formula di imprenditore senza capitale, che rileva testate sull’orlo del fallimento, anche fortemente indebitate, ma dotate di finanziamento pubblico. E le inserisce più o meno silenziosamente nella galassia fagiolina. Dopo Left tocca a Notizie Verdi, organo ufficiale del partito ambientalista [...] Poi a EcoTv. [...] In Left l’ex broker investe poco. Ma all’inizio in società entra l’imprenditore Ivan Gardini, che è marito della sorella di Luca, Ilaria, anche lei “pupilla” di Fagioli. Dopo qualche anno però Gardini si disimpegna. Al suo posto arriva un imprenditore di internet, Matteo Fago, fagiolino di stretta osservanza. Infine le testate: sono salvate a metà. Mezze vive, ovvero mezze morte: la “formula della trasformazione” prevede una convivenza fra il soggetto istituzionale che rastrella il finanziamento pubblico (la cooperativa, l’organo di partito) e la cultura fagiolina che dilaga ovunque, occhieggia persino nella cronaca» (Andrea Fabozzi, “il manifesto” 24/12/2008) • Vedi anche “La Stampa” 24/12/2008.