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 2011  giugno 03 Venerdì calendario

LA GRANDE ALLEANZA TRA CONTADINI E PESCATORI

Perché ci dimentichiamo del mare? Occupa i due terzi del pianeta e dovrebbe essere in cima alle nostre preoccupazioni, ma molti di noi pensano di non avere nulla a che vedere con il mare.
Dunque quel continente di plastica che galleggia indisturbato nel Pacifico sarebbe opera degli abitanti delle coste? Sarebbe bello, per le coscienze di tutti gli altri, ma non è così. Non solo perché quelli che non vivono al mare comunque al mare ci vanno, ma anche perché quando stanno a casa loro usano plastica e se la raccolta differenziata non la fanno o non funziona, nulla esclude che la loro bottiglietta, o l´involucro trasparente della ricarica telefonica, o il rasoio usa e getta, finisca, presto o tardi, in quella zuppa di plastica che si estende per centinaia di migliaia di chilometri quadrati e per una trentina di metri di profondità, liberando frammenti microscopici di plastica che si sgretola e che i pesci scambiano per plancton, nutrendosene e trattenendone una parte nel loro organismo, in qualche forma. Poi quei pesci verranno pescati, sbarcati, trasportati e distribuiti, e così agli abitanti delle montagne verrà restituita, in qualche modo, la bottiglietta di plastica.
Ecco perché è importante gestire attentamente i nostri rifiuti: produrne pochi, riutilizzare un oggetto finché si può, differenziare, riciclare.
E le centinaia di sostanze chimiche che è possibile rintracciare in mare? Sempre colpa degli abitanti o delle industrie della costa? È improbabile, perché tra queste sostanze ci sono i fertilizzanti usati in agricoltura, i detersivi usati nelle nostre case, i ritardanti di fiamma che impregnano le poltrone dei nostri cinema o le porte delle nostre scuole, o le uniformi dei cuochi dei ristoranti... I fertilizzanti hanno un bel nome alternativo, "nutrienti". Sembra una bella cosa. E invece provocano quella che si chiama eutrofia degli oceani, cioè il fatto che la flora marina si sviluppa molto di più, consumando più ossigeno. E i pesci usano proprio l´ossigeno contenuto nell´acqua, di quello dell´aria non sanno che farsene. Quindi dove ci sono troppi vegetali marini finiranno per esserci pochi pesci, e dunque pochi pescatori, e se ci sono pochi pescatori i pesci al mercato costeranno molto di più. E allora i nostri fertilizzanti, che dovevano servire a produrre più cibo a basso costo avranno ottenuto esattamente l´effetto opposto.
Avremo mais (e dunque carne) a basso costo, ma il pesce lo pagheremo di più perché i fertilizzanti dalla terra passeranno ai fiumi, e dai fiumi al mare. Ecco perché occorre preferire i prodotti dell´agricoltura biologica, ed ecco perché non è vero che questi prodotti sono più cari degli altri: non è vero in termini assoluti e non è vero in termini relativi. Quanto costa inquinare il mare? Pochissimo quando si fa la spesa badando solo al prezzo. I costi veri si pagano dopo.
I ritardanti di fiamma invece liberano nell´acqua sostanze che fanno parte della famiglia delle diossine, e che, per uno di quei casi che in natura non si possono prevedere, hanno la stessa forma degli ormoni sessuali. Così gli organismi dei pesci li fanno entrare in circolo: alcuni di loro, i mammiferi marini, riescono ad incistare queste sostanze nei depositi adiposi. I pesci invece non possono e alcune specie si giocano la fertilità, perché i tempi e i modi delle loro riproduzioni vengono disturbati da queste sostanze, e quindi le popolazioni si assottigliano. I pesci grandi, che vivono molto a lungo e predano molto, assorbono le diossine che sono entrate negli organismi di cui si cibano: si chiama biomagnificazione, altra bella parola, che significa che più vivi e più accumuli sostanze tossiche nel tuo organismo. Ecco perché è meglio mangiare pesci a ciclo vitale breve: sia perché non si compromettono stock che arrivano alla maturità sessuale solo dopo anni, sia perché un´acciuga, che vive solo un anno, certo non potrà assorbire sostanze dannose in maniera significativa. Perché il nostro organismo funziona proprio come il loro, e scambia le diossine per ormoni, proprio come hanno fatto loro.
Ci sono tanti altri modi a nostra disposizione per danneggiare il mare, e dunque noi stessi: producendo troppa CO2, per esempio, e dunque influendo sul cambiamento climatico e sull´acidificazione dei mari. Se il mare si riscalda, anche solo di pochi decimi di grado, l´acqua calda che è anche più leggera, resta a galla, e l´acqua fredda che dovrebbe arrivare da più in basso trasportando sostanze nutrienti che servono ai pesci, non ce la fa a salire; così si modificano gli ecosistemi e il clima. E il ciclo delle piogge cambia, perché cambia il ciclo del vapore...
Se prendiamo coscienza di tutto il danno che possiamo provocare, prendiamo coscienza anche di come possiamo rimediare. Abitiamo tutti al mare. È grazie al fatto che esiste il mare che possiamo vivere sulla terraferma. Tutti i problemi di quel regno liquido arrivano da terra, dai nostri comportamenti individuali, da quelli produttivi, dalle politiche inadeguate, dai controlli insufficienti. Se ci ricordiamo del mare solo quando è ora di andare in vacanza e dei suoi equilibri solo quando ci imbattiamo in una medusa, non faremo progressi. Ma se chiudendo questo giornale ci ricorderemo di metterlo nella differenziata e andremo a piedi a fare le commissioni e faremo pressioni sulle nostre istituzioni perché facciano il loro mestiere, forse ce la possiamo fare.