ELENA DUSI , la Repubblica 3/6/2011, 3 giugno 2011
ECCO GLI SCIENZIATI CHE METTONO IL SOLE IN BOTTIGLIA
Una scintilla di Sole. Si preparano ad accenderla i 500 scienziati da 34 paesi che in Provenza hanno appena iniziato a lavorare all´International thermonuclear experimental reactor, o Iter: un reattore che sfrutterà la fusione nucleare. «È l´energia delle stelle» spiega il direttore, il giapponese Osamu Motojima. «Quando ho iniziato a occuparmene, 35 anni fa, aveva il fascino dell´impossibile. Oggi siamo partiti con il cantiere. Mio figlio, che ha 30 anni e fa il mio stesso mestiere, vedrà i frutti di questo lavoro». Come avvenne per il fuoco, anche la fusione nucleare - la reazione che permette alle stelle di risplendere per miliardi di anni - una volta domata promette all´umanità un salto epocale, con energia illimitata, non inquinante e priva della pericolosa tendenza a sfuggire di mano della fissione. «Un incidente come Cernobyl o Fukushima è inconcepibile qui. La nostra reazione è difficile da innescare e mantenere, non da contenere» spiega Motojima.
Il problema di Iter è che nessuno ha trovato l´equivalente del bastone cavo di Prometeo per riprodurre sulla Terra un processo che ha bisogno di 150 milioni di gradi. E gli scienziati che in Provenza, a Cadarache, costruiscono Iter - 23mila tonnellate (tre torri Eiffel), un milione di componenti da assemblare con la precisione di un orologiaio - sembrerebbero dei pazzi cui non basta nemmeno la Luna ma vogliono il Sole se non si appoggiassero a un progetto da 15 miliardi di euro, ipotizzato nel 1985 da Gorbaciov in un vertice per il disgelo a Ginevra con Reagan, oggi coinvolge 34 governi (più della metà della popolazione mondiale) e non è spaventato dal sapere che la prima energia verrà prodotta nel 2027. Ma solo se non ci saranno intoppi.
"Mettere il Sole in bottiglia. È una grande idea. Il problema è come fare la bottiglia". Così sintetizzò Sébastien Balibar dell´Accademia delle Scienze francese. A temperature stellari, qualunque contenitore fonderebbe. L´unica "frusta" in grado di domare il materiale incandescente è un campo magnetico di 13 tesla (260mila volte quello terrestre), che fatica ancora a soffocarne i ruggiti. All´interno di Iter potrà accadere che lingue di materiale incandescente allo stato di plasma lambiscano le pareti del reattore, danneggiandole. «Il plasma è uno dei fenomeni della natura più imprevedibili. Per controllarlo servono campi magnetici intensi e molto accurati» spiega Motojima.
Per quanto ai limiti della ragionevolezza, alla scommessa di mettere il Sole in bottiglia è difficile resistere. «Il combustibile della fusione viene da acqua e rocce» spiega Mario Merola, responsabile della divisione "componenti interni". «Il litio della batteria di un portatile e il deuterio contenuto nell´acqua di mezza vasca da bagno fornirebbero energia a un uomo per trent´anni. Non so se io vedrò questa realtà, ma è un regalo che farei volentieri ai miei figli». Nel Sole la reazione avviene fra nuclei di idrogeno a 15 milioni di gradi. Sfrutta la forza di gravità che la massa della stella esercita premendo sulla sua parte centrale. In Iter alla mancanza della pressione bisogna ovviare aumentando la temperatura e scegliendo due diversi isotopi dell´idrogeno: deuterio e trizio. A 150 milioni di gradi i nuclei di questi elementi si fondono formando elio, gas inerte e pulito, emettendo neutroni e liberando quantità enormi di energia. Se dentro al reattore - progettato per raggiungere 500 MW contro i 50 consumati per riscaldare il plasma - sarà immesso un grammo di combustibile, se ne ricaverà l´energia equivalente di 10mila litri di petrolio.
Considerato il deuterio dell´acqua di mare una fonte pressoché inesauribile, il limite della fusione sta nel trizio, che si formerebbe all´interno del reattore stesso a partire dal litio. Questo elemento è disponibile sulla Terra in quantità simili al piombo. «Per mantenere i livelli attuali di consumo - scrive in Sustainable Energy David MacKay dell´università di Cambridge - ne servirebbero 100 milioni di chili l´anno. Le scorte di litio possono bastare per più di un milione di anni». E la radioattività? «All´esterno del reattore - spiega Joelle Elbez Uzan che a Cadarache si occupa di radiosicurezza - ci saranno 3 microsievert all´anno, quando per la fissione è imposto un limite di 12». La missione di compiere quello che forse è il più grande sbalzo di calore dell´universo è affidata a Luigi Serio, responsabile della criogenia. «Le pareti del reattore sono raffreddate prima da acqua, poi da uno schermo metallico rivestito di argento e infine da un´intercapedine con il vuoto assoluto, dove non c´è conduzione di calore». Tra il 2012 e il 2017, 200 convogli eccezionali trasporteranno le 23mila tonnellate di materiali lungo strade allargate e ponti rinforzati. «Contiamo di produrre elettricità - spiega Motojima - a un prezzo doppio dell´attuale. Ma sappiamo che il petrolio è in diminuzione, la popolazione in aumento e il costo dell´elettricità è destinato ad aumentare». Secondo Aldo Pizzuto, responsabile delle tecnologie per la fusione all´Enea, «il problema di Iter è che non se ne sente l´urgenza, con le lobby che puntano sui combustibili fossili. Ma quando le fonti non rinnovabili cominceranno a scarseggiare, anche i finanziamenti si sbloccheranno».