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 2011  giugno 03 Venerdì calendario

DA HESTON ALLA JOVOVICH, GUERRA AI MOSTRI. QUANDO HOLLYWOOD RACCONTA LE EPIDEMIE —

La minaccia di un nemico letale e invisibile è una suggestione troppo forte e spettacolare per non essere presa sul serio dal cinema. Dalla fantascienza al thriller all’horror — con escursioni nel film d’autore — registi e sceneggiatori hanno dato vita attraverso i decenni a un sottogenere del «disaster movie» sulle catastrofi naturali, è diventato sempre più popolare: quello dei film sulla minaccia batteriologica. La filmografia del «pericolo batteriologico» vede tra registi di genere anche autori importanti (l’insospettabile Elia Kazan, l’estroso Terry Gilliam) ma non c’è il monopolio dei thriller: spunta infatti un antenato bizzarro, il film muto The Last Man on Earth del 1924 che ha come premessa una grave epidemia ma è in realtà una commedia. La trama: gli Stati Uniti sono in mano alle donne (compresa una presidentessa che ama i gatti) e il mondo è stato privato di uomini da una misteriosa epidemia ((i maschi, se non vengono vaccinati da bambini diventando però sterili, muoiono a 14 anni). Scatta dunque una caccia all’ambito «ultimo uomo sulla terra» del titolo (idea che tornerà al cinema nel 2007, filtrata in senso tragicamente apocalittico, da I figli degli uomini con Clive Owen, Julianne Moore e Michael Caine tratto dal romanzo di PD James: un’epidemia di sterilità condanna il genere umano all’estinzione finché non si trova una ragazza rimasta miracolosamente incinta). Negli anni ’ 50, quando Hollywood si preoccupava in modo subliminale della guerra fredda e del «contagio» sovietico, Bandiera gialla («Panic in the Streets» , 1950) diretto da Elia Kazan e interpretato da Richard Widmark e Zero Mostel (si vide anche al Festival di Venezia e vinse un Oscar) racconta l’ondata di paranoia a New Orleans dopo la morte di un appestato armeno. Negli anni ’ 70 la metafora politica scompare e si fa strada lo spettacolo fanta-thriller: Andromeda («The Andromeda Strain» , 1971) diretto da Robert Wise e tratto dall’omonimo romanzo di quel Michael Crichton che diventerà papà dei dinosauri di Jurassic Park parla di un gruppo di scienziati che lottano contro un microrganismo di origine extraterrestre ovviamente letale. E’ un classico 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra («The Omega Man» , 1971) diretto da Boris Sagal e tratto dal romanzo fantastico di Richard Matheson Io sono leggenda del 1954 che ispirerà anche un omonimo remake del 2007 con Will Smith. La star Charlton Heston è un ex medico militare sopravvissuto a una catastrofe batteriologica che pare aver sterminato tutti tranne una pericolosa famiglia di orridi mutanti (nel remake con Smith diventeranno zombie come variazione sul tema). E attraverso gli anni ecco un autore come Terry Gilliam (Brazil, La leggenda del re pescatore) che in L’esercito delle 12 scimmie fa viaggiare Bruce Willis all’indietro nel tempo per trovare le cause di un’epidemia che ha costretto l’umanità del futuro a vivere sottoterra (è un remake del bianco e nero d’essai del francese Chris Marker La Jetée, «corto» del 1962). Sempre nel 1995 un reduce del cinema d’autore anni ’ 70 e ’ 80 come Dustin Hoffman fa lo scienziato che cerca di salvare il mondo da un virus simil-Ebola in Virus letale di Wolfgang Petersen, ma da allora Hollywood che ha capito il potenziale commerciale tra il pubblico giovane dei film direttamente ispirati ai videogiochi ha lanciati tra gli altri anche la saga di Resident Evil (cominciata nel 2002 con abbondanti sequel) dove l’eroina è la ex modella Milla Jovovich. Tocca a lei salvarci dallo «zombie apocalypse» causato dal solito virus sfuggito di mano. Un genere nel quale si è cimentato sempre nel 2002 anche Danny Boyle (regista di Trainspotting): 28 giorni dopo presenta Londra città fantasma colpita da una terribile pandemia virale, come quella che in Daybreakers -L’ultimo vampiro con Ethan Hawke e Willem Dafoe uscito l’anno scorso ci ha trasformato tutti, come da titolo, in vampiri.
Matteo Persivale