Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  giugno 02 Giovedì calendario

FRANCIA, VELENI NEL GOVERNO: «UN EX MINISTRO PEDOFILO» —

Il caso Strauss-Kahn ha sconvolto i francesi: dopo le critiche all’omertà della casta politico mediatica, chi ora goffamente prova a uscire dal silenzio finisce nella diffamazione. «Un ex ministro anni fa si è fatto beccare a Marrakesh in un’orgia con alcuni ragazzini — ha dichiarato il filosofo Luc Ferry in diretta tv su Canal Plus —. Bene, probabilmente sappiamo tutti di chi si tratta» . «Veramente no— è intervenuto il conduttore Ali Baddou —, chi è?» . «Io lo so e sono certo di non essere il solo. La storia mi è stata raccontata dalle più alte autorità dello Stato, e in particolare dal Primo ministro» , ha precisato Ferry, a sua volta ministro dell’Educazione nazionale dal 2002 al 2004. Un altro segreto di Pulcinella quindi, proprio come venne definita l’ossessione sessuale di DSK dopo i fatti del Sofitel. Ma Ferry dice troppo, o troppo poco. «Non faccio il nome perché a finire condannato sarei io» , ha detto. La sua maldestra riflessione sulla difficoltà di parlare dei costumi sessuali dei personaggi pubblici, e il suo coraggio a metà, generano un nuovo, gravissimo scandalo. La pedofilia di un ex ministro sarà anche nota da tempo a lui e ai suoi amici politici, ma per milioni di francesi è una scoperta scioccante. Jack Lang, storico ministro della Cultura di Mitterrand e istituzione della gauche, è stato il primo a essere toccato dal sospetto e ha passato ore d’inferno promettendo di trascinare in tribunale «chiunque metta in causa il mio onore» . Ieri sera Ferry ha fatto sapere, tramite un altro ospite alla trasmissione, che non si riferiva a lui. Ma intanto giornali e televisioni si sono risvegliati da una reticenza decennale, rilanciando voci di corridoio— sempre smentite — che accompagnano Lang dagli anni Settanta. Nello spazio di poche settimane, e all’indomani delle dimissioni del vice-ministro Georges Tron appassionato di riflessologia plantare femminile, la Francia rischia di trasformarsi da Paese di libertini a quello di cacciatori di streghe. Il procuratore di Parigi Jean-Claude Marin ieri sera ha aperto un’inchiesta per indurre Ferry a essere più chiaro. Una decisione attesa, soprattutto dopo la denuncia contro ignoti presentata dall’associazione marocchina «Touche pas à mes enfants» . «Il signor Ferry deve prendersi la responsabilità di quel che afferma — ha detto la presidente Najia Adib —. Deve dirci chi è il ministro pedofilo e chi lo protegge. Trovi la forza, sono coinvolti dei bambini! Ferry non ha il diritto di nascondere un crimine» . Il ministro degli Esteri Alain Juppé, prima di partire per la missione a Roma e in Medio Oriente, è intervenuto per criticare Ferry— «Bisogna ricorrere alla giustizia e non solo spettegolare in tv» — e il portavoce del governo François Baroin ha deplorato il fatto che il filosofo rischi di trasformarsi da studioso a megafono di voci incontrollate. Ferry si dice felice di avere «lanciato il sasso nello stagno» , ma appare confuso. Se sapeva, perché — tacendo — si è reso complice di un crimine? E se tuttora non sa abbastanza, perché diffonde il sospetto? «È la fiera delle ipocrisie — dice —, mi hanno raccontato queste cose con tutti i dettagli, tutti lo sapevano. Quando sento Juppé dire che spettegolo sui giornali... Quando parlavo a suo favore, ai tempi del suo esilio in Canada, era ben contento» . Ma non si capisce che c’entri questo con il caso di Marrakesh. Restano le domande. Chi era il ministro pedofilo? E chi era il premier che— assieme a quanto pare a tutto l’esecutivo — l’ha coperto? Forse Jean-Pierre Raffarin? «Ehm... chiedetelo a lui» , risponde imbarazzato Ferry. Ma Raffarin, sul suo blog assicura di «ignorare totalmente i fatti a cui Ferry fa riferimento» . Thierry Desjardins, decano dei giornalisti politici francesi, sul suo blog assicura che l’uomo dell’orgia non è Jack Lang ma l’ex ministro degli Esteri Philippe Douste-Blazy, protagonista nel 2005 di una movimentata serata nella sua suite dell’hotel La Mamounia di Marrakesh. «Quando Douste-Blazy entrava in Parlamento per settimane veniva accolto dalle grida "La Mamounia! La Mamounia!"» , scrive Desjardins in un intervento intitolato «Lo sanno tutti» , nuovo triste motto della Repubblica francese.
Stefano Montefiori