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 2011  maggio 31 Martedì calendario

BENIOFF A MASSENZIO RISCRIVE IL PROCESSO A GESU’

«Trovarono il cane nero addormentato sul ciglio della West Side Highway, immerso nei suoi sogni da cane». Chi non ricorda l’ incipit di «La venticinquesima ora», romanzo culto di David Benioff dal quale Spike Lee ha tratto un film sfolgorante? «Adoro i cani e vorrei farli entrare in tutte le cose che scrivo - dice Benioff - ma so che per girare una scena con un cane ci vuole il doppio del tempo di una scena senza cane. Perciò quando scrivo sceneggiature esercito una sorta di autocontrollo: sto attento al numero delle comparse e alla presenza di animali che richiedono un addestramento, mi preoccupo del fattore tempo e del budget. Quando mi dedico al romanzo, invece, mi sento completamente libero. Ci metto tutti i cani che voglio». David Benioff parlerà questa sera sul palco di Massenzio, a fianco di Margaret Mazzantini. I due autori sono stati abbinati grazie al fatto di lavorare nel cinema oltre che nella narrativa. Benioff, che è nato a New York una quarantina di anni fa ma porta il cognome della madre di origine russa, dopo aver raggiunto il successo con «La venticinquesima ora», è diventato uno dei più influenti sceneggiatori di Hollywood. In questo momento sta lavorando per l’ emittente HBO (la stessa che ha lanciato la serie dei Sopranos) al serial «Il gioco dei troni», girato in Irlanda e già acquistato anche in Italia. «Dopo due anni nei dintorni di Dublino - confessa - non mi pare vero di essere a Roma, per mangiare finalmente qualcosa di succulento. E per rivedere il Foro, che avevo visitato una ventina di anni fa, ma del quale mi restano ricordi sfocati». Al Foro e all’ antica Roma è ispirato il testo inedito che lo scrittore leggerà questa sera a Massenzio. Non vorrebbe rivelarne il contenuto: «È una storia che va letta, non se ne può parlare prima, perché soltanto verso la fine l’ ascoltatore capirà di che cosa si tratta. È la storia più famosa del mondo, vista però da un’ angolazione diversa dalla quale siamo abituati a sentirla. Un pò come nel film "Rashomon" di Kurosawa, che presenta una vicenda raccontata da più persone e ogni volta in modo sempre diverso». E alla fine ne svela il contenuto: «Insomma, riscrivo la storia del processo a Gesù, ma narrata da un testimone oculare della vicenda, un centurione romano: quel soldato che pone una corona sul capo di Cristo prima che venga crocifisso. Lui nega che sia una corona di spine, come tutti ricordiamo. Fa parte delle truppe di occupazione in un paese straniero, sente l’ ostilità che serpeggia tra la gente nei suoi confronti e non capisce perché. Un po’ come oggi i militari americani in Afghanistan o in Iraq». Ad introdurre la serata sarà l’ attore Valerio Mastandrea, che leggerà brani di «La venticinquesima ora», accompagnato dalle musiche di Paolo Zampini e dalle immagini dell’ artista concettuale Daniela De Lorenzo. Il prossimo appuntamento con il Festival delle Letterature è martedì 7 giugno, con Giancarlo De Cataldo e Jo Nesbo.
Lauretta Colonnelli