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 2011  giugno 02 Giovedì calendario

IL MADOFF DEI PARIOLI A VIENNA ERA IL MAGO DI MARANELLO

Altro che Madoff dei Pario-li, Gianfranco Lande dovrà essere soprannominato d’ora in poi il mago di Maranello o di Vienna, per la sua capacità di intessere rapporti - non con Samantha de Grenet o Paolo Guzzanti come sembrava finora - ma con le aziende del gruppo Fiat, in testa la Ferrari, e il Governo austriaco. Il pm Luca Tescaroli ha scoperto decine di fatture con impresso il nome di Ferrari, Maserati, Iveco e Fiat, in relazione agli investimenti in Austria, nel-l’ufficio di Fabio Bernardini, un collaboratore del presunto truffatore. La società diretta da Lande nelle fatture sostiene di avere diritto allo 0,5 per cento del “volume di offset” cioé degli investimenti industriali in Austria in partnership con la Magna Steyer AG austriaca per i seguenti contratti che assommano a centinaia di milioni di euro: “progetto prototipo Maserati 139 della società Ferrari Spa; “assemblaggio assale” per la Iveco Spa; “componenti 4 ruote motrici” Fiat Auto Spa; “Controllo retrovisori, Fiat Auto Spa”; “sviluppo della nuova Fiat Stilo, Fiat Auto spa”; e poi ancora: “sviluppo della Spider Ferrari”; “sviluppo della Maserati Coupé M145 L”
L’archivio segreto di Lande occupava qualcosa come 63 scatoloni pieni di carte. Spulciando i documenti gli investigatori hanno scoperto queste fatture nelle quali una società in passato amministrata da Lande, la Centroconsult Ltd di Londra, incassava provvigioni per i contratti di investimento garantiti dalle società del gruppo torinese in Austria. Si tratta di documenti da prendere con le pinze, vista la loro provenienza, anche perché sembra incredibile che l’Austria e la principale società italiana avessero bisogno di un sensale come Lande per fare affari.
Una cosa però sembra già chiara: Lande non è solo un truffatore di vip ma la pedina fondamentale di un gioco miliardario che coinvolge i principali gruppi italiani, Fiat e Finmeccanica, il Governo austriaco e le maggiori società europee di tecnologia militare. Le società londinesi dirette da Lande che hanno impressionato gli investigatori sono la Vector Aerospace PLP e la Centro Consult Ltd. La documentazione trovata nel-l’archivio segreto ha permesso di ricostruire questo incredibile giro di affari: Vector ha emesso fatture per 149 milioni di euro (delle quali 71,5 milioni poi annullate) nei confronti della società EADS Deutschland. Questo giro di affari enorme vede come protagonista il colosso tedesco e una minuscola società creata appositamente da Lande a Londra: Vector Aerospace PLP, che nei bilanci consultati dal Fatto registra un ammontare di introiti pari a 87 milioni di euro. Il giro vorticoso dei soldi però non si ferma a Londra. La Vector gira una parte del tesoretto ad altre società di proprietà di Lande: Dharma (6 milioni a titolo di finanziamento); Agharti (6,8 milioni di euro) ma la somma più importante va alla Centro Consult Ltd. Questa società, controllata fino al gennaio scorso dal commerciante di armi austriaco Walter Schon, e diretta in quegli anni da Lande, stando alla documentazione sequestrata, avrebbe fatturato 21 milioni di euro alla Vector Areospace (nei bilanci consultati dal Fatto ne risultano 14,5 milioni) ed è proprio nelle fatture relative a questi pagamenti che, come causa-le, si fa riferimento ai contratti relativi agli investimenti del gruppo Fiat in Austria procurati da Centro Consult Ltd. Lo scenario all’interno del quale si inseriscono queste fatture è complesso: il governo austriaco nel 2003 compra 15 caccia da Eurofighter per 2 miliardi di euro. In cambio il consorzio Eurofighter, partecipato da Alenia (Italia), Bae (Gran Bretagna), Eads Germania e Eads Spagna, si impegna a portare 4 miliardi di investimenti industriali in Austria negli anni a venire fino al 2013. La torta è ghiotta e inizialmente sembra se ne debbano occupare solo i soci tedeschi del consorzio che incaricano un commerciante di armi austriaco, Alfred Plattner, di creare una società ad hoc: Ebd Gmbh. Poi però Plattner coinvolge nell’affare anche un altro commerciante di armi, suo rivale, Walter Schon. Quando la commissione di inchiesta del Parlamento austriaco nel 2007 lo convoca e gli chiede perché, Plattner risponde: “sono stati gli italiani di Alenia, che lavoravano da anni con Schon, a chiedere di creare una società con lui. Io ero l’uomo dei tedeschi e degli spagnoli mentre Schon stava lì per gli italiani. Così abbiamo creato la società con Schon e tutti i partner sono stati sicuri di non avere svantaggi, il manager prescelto è stato Klaus Dieter Bergner, ex manager EADS”. Ieri il pm Luca Tescaroli ha spedito la Guardia di Finanza di Roma a perquisire, in cooperazione con la Procura di Vienna che li indaga per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, proprio l’uomo di Alenia Schon e i suoi ex soci Plattner e Bergner.