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 2011  giugno 03 Venerdì calendario

De Benedetti attacca “Berlusconi? Carriera con la corruzione” - Qualcosa di positivo dei nostri ultimi vent’anni? Il governo Ciampi, l’entrata nell’Euro e niente altro

De Benedetti attacca “Berlusconi? Carriera con la corruzione” - Qualcosa di positivo dei nostri ultimi vent’anni? Il governo Ciampi, l’entrata nell’Euro e niente altro. Ma spero che qualcosa di nuovo arrivi da adesso in poi». Parola di Carlo De Benedetti, che ieri ha fatto soffiare il vento di Pisapia fin sulle colline di Langa. Più che una leggera brezza, quasi un tornado che ha scompigliato le vigne pettinate dei «Barolo brothers» Ceretto e fatto sobbalzare più di un ospite arrivato in cantina per sentir parlare di «Patria, bene o male», prendendo spunto dal volume di Massimo Gramellini e Carlo Fruttero. L’ingegnere si è senza dubbio concentrato sul secondo termine. «La corruzione di oggi - ha detto - è diversa da quella della "Milano da bere" degli anni Ottanta, semplicemente perché è più autorizzata, a partire dal primo ministro. E’ normale che sia così, visto che Berlusconi ha passato gran parte della sua carriera imprenditoriale corrompendo». E dire che la serata era iniziata con tutti i crismi del Centocinquantesimo: l’inno nazionale cantato in coro, Nerio Nesi a tessere gli elogi di Cavour e della classe dirigente risorgimentale, Gianluigi Gabetti a ricordare la fine del fascismo e gli anni del boom. Ma quando Gramellini ha portato il discorso sulla parabola berlusconiana, il presidente onorario della Cir non si è tirato indietro. «Da grandissimo comunicatore qual è, Berlusconi quando è sceso in campo ha prospettato agli italiani la realizzazione di un sogno, la possibilità di entrare in una società che era quella rappresentata dalla tv commerciale. E in molti hanno creduto nel mito. Per questo io credo che il premier abbia inciso di più nel cambiare l’Italia prima di entrare in politica, che dopo». Vent’anni fa, ha detto De Benedetti, «l’ideale di una madre era avere una figlia maestra elementare. Oggi è quello di avere una figlia Velina. Ma il sogno è svanito, i soldi sono finiti e oggi non possiamo far altro che dare spazio alla realtà e ai conti del Paese». Rafforzato nel suo pensiero dall’esito delle elezioni amministrative, l’ingegnere sembra considerare ormai conclusa l’epoca berlusconiana. «Può sembrare strano sentirlo dire da me, ma oggi Berlusconi mi fa tanta pena, perché ormai è un uomo solo». Tuttavia, neppure i suoi oppositori hanno molto da gioire. «Il Cavaliere cadrà per esaurimento del popolo italiano, non per merito dei suoi antagonisti. Le amministrative di Milano e Napoli lo dimostrano: sono state le prime elezioni in cui ha votato una generazione di giovani che non è cresciuta con le tv e i giornali, ma con Internet. Se quelli che governavano le hanno senza dubbio perse, nessuno può dire di averle vinte». E se «Berlusconi ha introdotto in politica due elementi che hanno spiazzato tutti e reso la competizione impossibile - i soldi e la comunicazione -, è anche vero che i principali eredi del partito comunista hanno fatto un errore nel loro processo di rivisitazione, non riuscendo a compiere un reale salto nella modernità». Così, se l’incontro in Langa ieri è iniziato con il racconto di Cavour che alle 6 di mattina riceveva Alessandro Manzoni e alle sette dava appuntamento a Giuseppe Verdi, Gramellini lo ha concluso chiedendo a De Benedetti un pronostico: quando si andrà a votare e chi saranno i due candidati? «Primavera 2012 - è stata la previsione dell’ingegnere -. Bersani sarà il candidato del centrosinistra, mentre gli altri dovranno trovare qualcuno. Ieri hanno inventato un manichino, domani vedremo».