Stefano Vecchia, Avvenire 3/6/2011, 3 giugno 2011
NORD COREA MAGLIA NERA SUI DIRITTI
La Corea del Nord si conferma ancora una volta agli ultimi posti nel rispetto dei diritti umani, tra i «peggiori dei peggiori» Paesi. Questo emerge dall’ultimo rapporto annuale della Ong statunitense Freedom House.
Il rapporto 2011 assegna al regime di Pyongyang il punteggio peggiore, sette, nelle due categorie prese in esame: diritti politici e libertà civili. Secondo l’organizzazione, la Corea del Nord è l’unica nazione da sempre all’ultimo posto della speciale classifica “Libertà nel mondo” nei quasi quarant’anni della sua compilazione.
«Il regime, in questo Paese severamente isolato, tiene i suoi quasi 23 milioni di cittadini in uno stato di virtuale schiavitù – sostiene il rapporto. Che segnala dettagliatamente come «oltre 200mila persone sono prigioniere in una rete di campi di concentramento» per i dissidenti, le cui condizioni, definite «orribili», includono «lavori forzati, grave malnutrizione e tortura».
A questo si aggiunge una censura opprimente e il pieno controllo dei collegamenti Internet nel Paese. Ogni opposizione politica, come pure ogni attività religiosa sono brutalmente represse e se alcune attività “di facciata” sono concesse alle varie fedi, tra cui quella cattolica, il flusso crescente di disperati che cercano con ogni mezzo di fuggire dal Paese testimonia, oltre alla miseria della popolazione, anche la durezza del regime. La repressione si è aggravata negli ultimi tempi, in concomitanza con la transizione in corso al vertice tra Kim Jong-il e il figlio Kim Jong-un. Due giorni fa, proprio da Pyongyang è arrivata la conferma di una drastica chiusura del regime a un vertice inter-coreano per riattivare i colloqui tra le due Coree in stallo da tempo. Un irrigidimento che arriva, a sorpresa, appena dopo il viaggio di Kim padre in Cina, unico alleato rimasto ma che non sembra in grado di intervenire per spingere il regime a un confronto costruttivo con la comunità internazionale.