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 2011  giugno 01 Mercoledì calendario

2 articoli - L’ALLARME DELL’OMS «I CELLULARI POTREBBERO PROVOCARE IL CANCRO» — L’Oms ci ripensa

2 articoli - L’ALLARME DELL’OMS «I CELLULARI POTREBBERO PROVOCARE IL CANCRO» — L’Oms ci ripensa. Dopo aver sostenuto in precedenza che non esiste alcun legame scientifico accertato tra uso di cellulari e tumori, l’Agenzia Onu per la salute ieri ha cambiato improvvisamente registro, suggerendo che l’uso di cellulari potrebbe essere classificato come «potenzialmente cancerogeno» per l’uomo. «Esistono possibili correlazioni fra il cancro e le radiazioni elettromagnetiche di cellulari, forni a microonde e radar» sostiene Jonathan Samet, a capo del team di 31 ricercatori di 14 Paesi, tra cui l’Italia, riunitisi per una settimana a Lione, in Francia, per discutere uno degli enigmi che da anni divide ricercatori e consumatori. Secondo gli scienziati dell’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms (Iarc), le radiazioni elettromagnetiche dei cellulari aumenterebbero il rischio di contrarre il glioma, una tipologia di cancro maligno e spesso mortale che colpisce il cervello. Nel corso del gruppo di lavoro, gli esperti hanno analizzato decine di studi già pubblicati, osservando gli effetti di lungo periodo dell’esposizione alle radiofrequenze. Spiega Samet: «Le prove che continuano ad accumularsi sono sufficientemente valide da giustificare l’inclusione dei cellulari nella categoria 2B di una scala che va da 1 a 5, dove 1 sta per le sostanze certamente cancerogene, 5 per quelle non cancerogene» . Un ampio studio pubblicato nel 2010 e condotto nel corso di 10 anni su un campione di 13mila persone non ha mostrato alcun legame certo fra cellulari e cancro. «Non ci convince» fu la risposta dei gruppi in difesa della salute dei consumatori, soprattutto in Usa, decisi a continuare la loro crociata per far luce sui potenziali rischi. Ma l’Oms ha dovuto riesaminare la letteratura scientifica anche alla luce della centralità della questione per la salute pubblica mondiale. Secondo un sondaggio del 2010, il numero di persone che hanno un cellulare ha toccato quota 5 miliardi (circa 100 milioni in Italia, quasi due a testa). L’uso è in espansione soprattutto tra bambini e giovani. «È importante che ulteriori ricerche vengano condotte nel lungo periodo» precisa il direttore dell’Iarc, Christopher Wild. Il problema maggiore è che «spesso servono molti anni di esposizione prima di vedere le conseguenze di questi fattori ambientali» , come ha spiegato alla Cnn Keith Black, capo del dipartimento di neurologia al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles. In attesa di uno studio definitivo, i consumatori sono invitati a «trovare il modo per ridurre la loro esposizione» . «Nell’effettuare telefonate, tenere il telefono ad una distanza di almeno 1 centimetro e mezzo». dal corpo» , si legge già da tempo sul manuale dell’iPhone4, mentre il BlackBerry suggerisce «una distanza di almeno 2 cm e mezzo» . La notizia ha subito conquistato le prime pagine in America dove una conferma definitiva del potenziale cancerogeno potrebbe avere un esito devastante sul mercato. «La classificazione Iarc non significa che i cellulari provocano il cancro — ribatte John Walls, portavoce dell’associazione degli operatori americani del settore Ctia — nella stessa categoria di cancerogeni potenziali rientrano anche caffè, cloroformio, piombo e cetrioli sottaceto» . La Gsma, l’associazione che rappresenta gli operatori di telefonia mobile nel mondo, afferma che «gli standard di sicurezza rimangono validi» . Alessandra Farkas VANNO USATI CON CAUTELA DA PARTE DEI GIOVANI. AURICOLARE E VIVAVOCE PER ALLONTANARE LE ONDE - Alle domande del «Corriere» risponde Paolo Maria Rossini, neurologo dell’università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma. 1 Secondo uno studio di un gruppo di esperti dell’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms le radiofrequenze da cellulare potrebbe causare tumori. È una sentenza di condanna definitiva, senza appello? «Non ci sono certezze. In genere le emissioni elettromagnetiche prodotte dai cellulari sono sotto accusa da anni. Per quanto riguarda i tumori, soprattutto quelli cerebrali, però non sono mai stati raccolti dati omogenei. Alcuni articoli scientifici hanno sostenuto un aumento di incidenza di cancro tra coloro che usano il cellulare molte ore al giorno. Altri gruppi di studio invece non hanno confermato questa osservazione » . 2Ma gli studi precedenti a questo dell’Oms hanno raggiunto alcuni punti fermi? «Sembra essere abbastanza consolidato il fatto che l’energia prodotta dalle onde elettromagnetiche aumenti l’eccitabilità delle cellule nervose che sono in qualche modo sotto influenza dell’antenna del cellulare. L’aumento di eccitabilità è indiscriminato, anche se di per sé non è patologico, e quando tra le cellule sollecitate è presente qualche cellula potenzialmente cancerogena potrebbe essere accelerato il processo di degenerazione che altrimenti resterebbe inespresso» . 3Come bisogna usare il cellulare? Ci sono dei limiti di sicurezza? «Ci sono alcune regole chiaramente legate al buonsenso. Ma è importante soprattutto limitare l’uso nelle fasce di età giovanili quando la produzione cellule è più rapida che potrebbe costituire un ulteriore rischio in un cervello in via di sviluppo» . 4Il cellulare, però, è diventato spesso un insostituibile strumento di lavoro. Cosa si deve fare per «limitare» i rischi? «Bisogna usare il telefono quanto più possibile lontano dall’orecchio, quindi adoperando il sistema bluetooth o l’auricolare o ancora il vivavoce se si è in automobile» . 5Ma è più pericolosa una chiacchierata al cellulare o sottoporsi ad una radiografia? «Il telefonino emette radiazioni non ionizzanti, radiazioni che non producono la rottura di molecole. Sono quindi meno rischiose di quelle ionizzanti, appunto quelle emesse durante una radiografia, perché producono meno energia» . 6Ma gli effetti del cellulare sono solo dannosi o ci sono potenzialità addirittura di tipo terapeutico? «Sì, esistono potenzialità positive come di recente riportato dal prestigioso giornale "Jama", dell’associazione dei medici americani. Secondo quegli studi effettuati su modelli animali le esposizioni a campi magnetici simili a quelli prodotti dai cellulari riducono la deposizione di betamiloide, un aggregato di proteine insolubile che favorisce una reazione degenerativa alla base della demenza di Alzheimer» . 7Cosa possono fare le aziende produttrici di cellulari per migliorare la sicurezza dei loro utenti? «Bisogna chiedere ai produttori di sistemi di comunicazione basati su onde elettromagnetiche di incrementare le ricerche per conoscere sempre meglio il reale impatto sui sistemi biologici. E questa azione dovrebbe essere promossa anche a livello politico oltre che dalle associazioni dei consumatori» . Margherita De Bac