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 2011  giugno 02 Giovedì calendario

ADDIO ALLA "PIRAMIDE DEL CIBO" CAMBIA L´ICONA DELLA DIETA PERFETTA- È

la piramide più dura che sia mai stata scalata. E proprio per questo il governo degli Stati Uniti ha deciso di abbatterla. Ma la rivoluzione non riguarda soltanto gli States.

Sì, qui la battaglia di Michelle Obama contro l´obesità - che colpisce ormai un americano su 4 - raccoglie più consensi delle guerre patriottiche di George W. Bush. Ma la «piramide alimentare» è un simbolo comprensibile in tutte le lingue: come il pedone che lampeggia sul semaforo o la manina dell´alt. Ecco perché gli occhi di mezzo mondo sono ora puntati su Washington: dove oggi verrà svelato il nuovo design.
Con una sola certezza: non sarà più la piramide a indottrinarci sulla dieta corretta. E a che cosa dovremmo affidarci? Le aspettative si rincorrono con famelica curiosità. Anche perché il nuovo simbolo sarebbe - paradossalmente - da acquolina in bocca: a chi l´ha intravisto ricorda una pizza già tagliata in tanti tranci. O una torta a fette. Comunque un cerchio: praticamente un piatto - quale simbolo migliore per illustrare il nuovo abc alimentare? L´immagine non è solo look. È il concetto stesso di piramide - costruito intorno all´idea di cibi di base e cibi di vertice, senza distinguere però tra grassi e proteine - a essere messo in discussione: dalla prestigiosa scuola di alimentazione di Harvard fino ai pasdaran vegetariani che reclamano una piramidina tutta loro.
Il simbolo per la verità nacque nella Vecchia Europa. Fu l´autrice di libri di Anna Britt Agnsäter a buttare giù quel disegnino che il governo svedese pubblicò nel 1974 - e il governo Usa fece proprio una quindicina di anni dopo.
La struttura è nota. Alla base i carboidrati: pane, cereali, riso e pasta. Nel secondo livello due gruppi: vegetali e frutta. Altri due gruppi ma più piccoli nel terzo: da una parte latte, formaggi e yogurt e dall´altra carni, pesci, legumi e uova. Infine la cima: il sesto e ultimo gruppo degli olii, dei grassi e degli zuccheri. Di ogni alimento vengono consigliate le dosi giornaliere. Con l´idea che quelli della base si dovrebbero consumare di più: e quelli della cima meno. Ma il risultato crea sorprese imbarazzanti. Tre bicchieri di latte e un hamburger al giorno non fanno certo bene al cuore: eppure il mix è consentito incrociando le istruzioni. E com´è possibile poi non distinguere tra cibi sani (cereali o pesce) e meno (pane e bacon)? Un restyling era stato tentato già sei anni fa: ma non è bastato ribattezzare amichevolmente il simbolo MyPyramid e affiancargli un omino stilizzato - per sottolineare l´importanza del movimento.
Il nuovo «piatto» si propone ora di rappresentare graficamente l´obiettivo principale della crociata antiobesità: destinare almeno metà della dieta a frutta e verdura. Gli alimenti dovrebbero essere distinti non più in sei ma in quattro categorie: frutta, vegetali, cereali e proteine. Con le «fette» rappresentate in proporzione alla quantità consigliata. A parte, invece, un piattino più piccolo: per indicare l´utilità di un bicchiere di latte (con pochi grassi) o un vasettino di yogurt - da consumare però fuori pasto.
Funzionerà? In un libro appena uscito («The Compass of Pleasure») il neuroscienziato David J. Linden frena su diete e dintorni: nell´80 per cento dei casi - dice - è colpa dei geni. Eppure l´informazione sui cibi resta fondamentale. Ecco perché appena il New York Times ha rivelato che le strisce di colore del nuovo «piatto alimentare» rimandano a un quadro di Mark Rothko, la destra è insorta: non si poteva scegliere qualcosa di meno intellettualistico e più funzionale? La verità è che la piramide attuale piace alle grandi corporation alimentari. Che sulle confezioni dei prodotti la reinterpretano a modo loro: svuotandola di ogni informazione utile. Così, altro che Rothko: schiacciati dal peso dell´ignoranza alimentare, gli americani si sono gonfiati come nei quadri di Botero.