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 2011  maggio 29 Domenica calendario

E MANNINO FA CAUSA ALLO STATO "DUE ANNI IN CELLA SENZA MOTIVO" - PALERMO

L´inchiesta sull´ex ministro democristiano Calogero Mannino ha segnato la storia dei processi di mafia e politica: dopo una condanna a 5 anni e 4 mesi, emessa nel 2004 dalla corte d´appello di Palermo, la Cassazione a sezioni unite decise che da quel momento in poi sarebbero state necessarie più prove per condannare un politico accusato di collusioni con i boss. Così, la condanna di Mannino fu annullata e nel nuovo processo arrivò l´assoluzione. Ora, l´ex ministro chiede allo Stato di essere risarcito per «l´ingiusta detenzione».
Nell´istanza presentata alla corte d´appello di Palermo non è indicata una somma: «Mannino ha subito un errore giudiziario - dice il suo legale, Salvo Riela - un errore che ha avuto conseguenze sul piano umano e professionale». Scende in campo anche il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, per sostenere le ragioni di Mannino: «La sua iniziativa - dice - mette in evidenza a quali perversioni può arrivare un uso strumentale della giustizia finalizzato a distruggere una personalità politica».
Mannino era rimasto in custodia cautelare per 23 mesi: dal 13 febbraio 1995 al 3 gennaio 1997. Un anno in carcere, poco meno agli arresti domiciliari, concessi per motivi di salute. In primo grado, i giudici avevano deciso per l´assoluzione, in appello era arrivata una condanna. Dopo l´annullamento della Cassazione, la nuova assoluzione è divenuta definitiva nel gennaio 2010. Eppure, quella assoluzione non ha spazzato via tutti i problemi giudiziari di Mannino: qualche giorno fa, il Consiglio di giustizia amministrativa ha confermato un´informativa antimafia che l´ex ministro chiedeva di annullare. In realtà, neanche le sezioni unite della Cassazione avevano fugato tutte le ombre, a proposito soprattutto del sostegno elettorale che alcuni esponenti mafiosi avrebbero offerto a Mannino nel 1983. I giudici della suprema corte ribadirono soltanto che non c´era la prova del «contributo» di Mannino, per ringraziare e agevolare Cosa nostra. Anzi, in alcuni casi, sarebbe avvenuto chiaramente il contrario: due anni dopo le elezioni, Mannino aveva infatti emarginato dal partito il gruppo di Vito Ciancimino.
Dal 2006, l´ex ministro è ormai tornato in politica. Prima con la rielezione al Senato, nelle fila dell´Udc. Dopo l´uscita dall´Unione di centro e pure dal Pid, ha fondato un nuovo movimento, "Iniziativa popolare".
All´indomani dell´ultima assoluzione aveva detto: «Sono un uomo dello Stato, non chiederò allo Stato di risarcirmi». Ma, adesso, ci ha ripensato.