FEDERICO RAMPINI , la Repubblica 31/5/2011, 31 maggio 2011
LA HIT PARADE DEGLI ATENEI
"Le cose che contano, non sempre si possono misurare", soleva dire Albert Einstein. L´istruzione conta molto, ma abbiamo ragione a volerne misurare la qualità con delle classifiche? L´inflazione di classifiche internazionali riguarda in particolare le università. Un tempo era un fenomeno tipicamente americano: con quel che costano le rette Usa, le famiglie divorano da anni le "pagelle" delle facoltà compilate da US News and World Report, e altri magazine. Con la stessa logica: le famiglie del ceto medioalto cinese investono fortune per mandare i figli all´estero, vogliono che siano soldi ben spesi. Dal 2003 una delle classifiche più autorevoli sulle migliori 500 università del mondo, è compilata annualmente dalla Shanghai Jao Tong University. L´Unesco ora solleva dei dubbi sull´utilità di questi raffronti. Usando come parametri di qualità il numero di premi Nobel, o le scoperte nella ricerca medica, certe classifiche danno per scontato che tutte le università debbano aspirare ad essere Harvard. Negli Stati Uniti, invece, si fa strada l´esigenza di distinguere tra atenei che hanno i mezzi per essere poli di eccellenza e altri che devono specializzarsi nell´insegnamento. In difesa delle classifiche: molti studenti stentano a orientarsi nell´immensa offerta di corsi di studio e rischiano di finire vittime di università-truffa, che investono solo nel marketing di se stesse.