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 2011  giugno 01 Mercoledì calendario

«A ME GLI OCCHI» 289 MINUTI AL GIORNO - L

a stagione televisiva 2010-2011 si è chiusa e il medium televisione si conferma centrale nei consumi della popolazione italiana. Il tempo trascorso da uomini, donne e bambini davanti ad un televisore acceso cresce e sale anche il numero di persone impiegate a seguire l’evoluzione dei tanti palinsesti. Il tempo dedicato alla televisione è superiore a quello passato a svolgere qualsiasi altra attività, ad eccezione del lavoro e dello studio. Ammesso che le ore di lavoro siano effettive e che buona parte di chi lavora lavori anche il sabato e la domenica, e che le ore di studio, siano piene, feriali e festive. Certo il tempo della tv non è un tempo pieno, ma la sua parzialità aggiunta ai tempi del dovere, studio/lavoro, mangiare e dormire, non lascia molto spazio ad altro. Va anche considerato che sono 55.777.622 gli italiani con età superiore ai quattro anni che fanno da base al campionamento Auditel, una piccola parte non è quindi in età né da studio né da lavoro. Gli Audience Studies, mostrano che tenere il televisore acceso non implica l’assenza di altre attività e dunque il tempo dedicato alla televisione non è sempre tempo "esclusivo", si pensi al televisore acceso mentre si stira o si cucina. Una delle caratteristiche di cui, ad esempio, tengono conto gli autori di Soap Operas, è che la narrazione deve essere comprensibile anche a chi si trovasse con le spalle rivolte al televisore. La ripartizione del Time Budget è questione articolata e, come immaginato dai surrealisti, si è diventati sempre più in grado di svolgere più faccende nella stessa unità di tempo, le donne sono e sono sempre state un irraggiungibile esempio. Oggi tutti stanno imparando a moltiplicare faccende e tempo costretti a restare all’interno delle 24 ore giornaliere, ma, come dimostrato da alcune tragiche dimenticanze, questo tentativo non è senza conseguenze. In media la popolazione italiana sopra i quattro anni, i 57,8 milioni di cui sopra, dedica alla tv 289 minuti al giorno, questo il risultato delle elaborazioni sui dati Auditel per il periodo 12 settembre 2010 - 28 maggio 2011. Ma non tutte/i si piazzano davanti ad un tv acceso, sono 6,8 milioni le persone che ne hanno fatto a meno, il loro tempo di tv è zero. Ne rimangono 48,9 milioni che invece sono piazzate davanti al loro bell’apparecchio televisivo, il tempo passato davanti alla tv in media ogni giorno da chi gli ha dedicato almeno un minuto, è di 5h17’, per le donne diventano 6h12minuti e 3h27’ per i bambini. Quello che la televisione ha perduto non è la quantità è la qualità, la credibilità. E gli eventi clou di questa stagione lo dimostrano, per differenza. Gli editori televisivi cercano di porre rimedio alla debacle qualitativa e rimanere centrali; la perdita di credibilità è infatti attribuibile quasi esclusivamente alle reti generaliste, ma sono ormai centinaia i canali digitali disponibili e i più seguiti appartengono agli stessi gruppi delle generaliste. Rai e Mediaset producono con i propri canali digitali il 7,6% di quota d’ascolto ed occupano le prime due posizioni nella top degli editori digitali. Ad un canale tematico si pone maggiore attenzione, ed il tempo che vi si dedica è quasi sempre un tempo "esclusivo", se poi si dispone di strumenti a registrazione immediata, l’esclusività è pressoché garantita e la tv rimane il medium a cui tutti dedicano più tempo, anche chi naviga in Internet.