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 2011  giugno 01 Mercoledì calendario

E la strada per la Biennale? Via Solferino - Che la raccomandazione sia sempre male è tutto da dimo­­strare

E la strada per la Biennale? Via Solferino - Che la raccomandazione sia sempre male è tutto da dimo­­strare. Dipende chi si raccoman­da e perché. Tipo: raccomanda­re qualcuno, in quanto bravo e valente artista, difficilmente si può dire sia un male. In questo caso amicizia ed inciuci non c’entrano. È con questo spirito che Vittorio Sgarbi alla Biennale di quest’anno ha deciso di met­tere in piedi un «Padiglione Ita­lia » diverso dal solito a partire dal titolo: «L’arte non è cosa no­stra ». Un padiglione tutto all’in­segna del proclama «l’arte non dev’essere nelle mani di una cricca di critici» ha operato uno spericolato saltafosso: fatto un passo indietro, ha lasciato che a scegliere fossero gli altri. Ha con­­tattato «intellettuali» di destra e di sinistra (non si era mai visto uno Sgarbi così bypartisan, an­che se la parola gli farà orrore), che hanno indicato ciascuno un artista. Stava poi ai contattati at­tenersi al bon ton del caso. Un bon ton con poche regole: se uno non sa, è meglio che lasci perdere e nelle scelte ci si tenes­se lontani da quelle situazioni che possono far pensare all’in­ciucio. Tanto per dire, Franco Cordelli ha dato forfait : «Io, che non me ne intendo d’arte,ho ri­tenuto opportuno declinare». Qualcun altro invece no, ha preferito andare dritto per la sua strada magari pescando un po’ troppo vicino allo stagno in cui ha l’abitudine di nuotare.Tanto per dire, Isabella Gherardi, arti­sta e architetto, è la fidanzata di Giovanni Sartori, politologo osannatissimo a sinistra e gran firma del Corriere della Sera . A «raccomandarla»per il Padiglio­ne Italia è stata Gaia Servadio, scrittrice e firma del medesimo quotidiano. Insomma cose che, tolta qualsiasi considerazione sul valore artistico della signora Gherardi, qualche ironia la pos­sono produrre. Tanto più che sa­rà stata, certamente, una svista ma in alcune delle liste pubblica­te prima della Biennale, come quella del giornale Flash Art ( an­cora on line sino a ieri) risultava che Isabella Gherardi era segna­lata direttamente da Giovanni Sartori mentre Gaia Servadio fa­cev­a da madrina a Orlando Mo­styn Owen, artista molto agreste e dalla pennellata robusta. Me­no­male che invece la lista defini­tiva ha messo tutto a posto, nes­sun errore. Scambio: Sartori non raccomanda più la fidanza­ta, raccomanda proprio quel­l’Orl­ando Mostyn Owen attribu­ito a Gaia Servadio e Gaia Serva­dio la fidanzata del suo potente collega di testata. Meno male, se no che figuraccia! Certo anche così gli amici degli amici o le fi­danzate degli amici sarebbe me­glio lasciarle stare. Ma si sa pur­troppo se la parte migliore del Paese è così piccola alla fine si fi­nisce per dover far a meno del bon ton.