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 2011  giugno 01 Mercoledì calendario

La strada per salire in cattedra? Via Solferino - Francesco Giavazzi, spie­gando i motivi per cui i provve­dimenti del ministro Gelmini sono una opportunità da non sprecare, scriveva sul Corriere della Sera : «La fine dei concorsi universitari è l’aspetto più rile­vante della riforma

La strada per salire in cattedra? Via Solferino - Francesco Giavazzi, spie­gando i motivi per cui i provve­dimenti del ministro Gelmini sono una opportunità da non sprecare, scriveva sul Corriere della Sera : «La fine dei concorsi universitari è l’aspetto più rile­vante della riforma. Sono i tem­p­i eterni e la corruzione dei con­corsi che hanno indotto tanti giovani ad emigrare». Gli face­va eco, sullo stesso giornale, Giuseppe Bedeschi, che indica­va un pregio «non sufficiente­mente evidenziato» della rifor­ma: «Porre finalmente termine alla vera e propria truffa, messa in atto da parecchi anni nelle nostre università, per il recluta­mento dei professori. Tale re­clutamento è avvenuto attra­verso concorsi apparentemen­te nazionali (in teoria vi poteva concorrere chiunque, e le com­missioni giudicatrici erano elet­te da tutti i docenti della discipli­na)­ma in realtà locali, localissi­mi, e per di più truccati». Una linea durissima, che trova ap­poggio nelle inchieste sulle ca­ste italiche di Gianantonio Stel­la e Sergio Rizzo. Gli editoriali di Giavazzi e Be­deschi avranno fatto fischiare le orecchie a molte commissio­ni impegnate nei concorsi uni­versitari. Chissà se fischiavano alla commissione riunitasi al­l’università Roma Tre il 28 giu­gno 2010 per valutare i candida­ti al concorso per professore di prima fascia (il massimo) nel settore disciplinare «Cinema, fotografia, televisione». Il ban­do fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 32 del 22 aprile 2008. I requisiti richiesti erano molto precisi. L’ateneo cercava «uno studioso che ha prodotto lavori innovativi nel campo delle teo­rie e­delle metodologie di anali­si del film ».Generico.Precisi in­vece i requisiti seguenti: compe­tenza negli «studi di genere (tra cui il “cinema delle donne”) e «sulle forme e il funzionamen­to socioculturale del cinema classico, in particolare quello hollywoodiano». La commis­sione è nominata nel marzo 2010. Il presidente (e membro interno di Roma Tre) è Giorgio De Vincenti. Gli altri sono Lau­ra Caretti, Gian Battista Cano­va, Francesco Casetti e Aldo Grasso. Laura Caretti è docente a Siena, Canova allo Iulm di Mi­lano. Casetti e Grasso insegna­no alla Cattolica, il primo alla se­de di Brescia, il secondo a Mila­no. Entrambi sono collaborato­ri del Corriere della Sera . Gras­so è il critico televisivo e una del­le firme più note del quotidia­no. Veniamo ai candidati. Sono tre. Le «idoneità» a disposizio­ne, due. Il primo candidato, Landolfo Calenda di Tavani, neppure si presenta. Restano da valutare i titoli degli altri. Una si chiama Veronica Prava­delli e lavora a Roma Tre da una vita. I titoli che presenta sono perfetti. Ha anche scritto diver­si saggi sul «cinema delle don­ne », uno inserito nel volume collettaneo Metodologie di ana­lisi del film . Accidenti, che fortu­na. Sembra quasi che il bando sia ritagliato a misura sulla sua bibliografia. L’altro candidato è lo storico dell’arte Vincenzo Trione, professore associato a Napoli. E collaboratore di un importante quotidiano milane­­se ubicato in via Solferino: il Cor­riere della Sera . La bibliografia valutata dalla commissione presenta pregevoli saggi su Giorgio De Chirico, Alberto Sa­vinio, Ardengo Soffici, Apollina­ire. Di attinente al concorso,c’è La forma della città. Immagini cinematografiche e scenari ur­bani uscito nel 2008, stesso an­no del bando. Trione è un otti­m­o storico dell’arte ma la catte­dra riguarda cinema, fotografia e televisione. Laura Caretti, nel verbale, rileva che «solo di re­cente Trione ha esteso il suo orizzonte critico a indagini sul­la visione che includono anche le immagini fotografiche e filmi­che ».Secondo Casetti,«gli inte­ressi scientifici di Vincenzo Trione si orientano sulla ricer­ca artistica del ’ 900».Nonostan­te «l’arte figurativa appaia spes­so protagonista, i temi toccati sono in piena perti­nenza » con il ban­do. Stesso concetto espresso dal presi­dente Vincenti. Ca­n­ova e Grasso si sof­fermano solo sugli ultimissimi titoli in bibliografia. Risulta­ti del concorso: Pra­vadelli vince e sale in cattedra a Roma Tre. Trione è giudi­cato idoneo. Per ora insegna a Napo­li. Magari verrà chia­mato come professore di prima fascia da qualche ateneo (tiria­mo a indovinare...) di Milano. C’è poco da aggiungere, se non questo: tutto regolare. È una piccola storia ordinaria del­­l’università italiana. Certo che all’elenco tra le vie per accede­re alla­cattedra desiderata biso­gnerà aggiungere via Solferino.