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 2011  giugno 01 Mercoledì calendario

DE MAGISTRIS PIGLIA VOTI A TUTTI: ANCHE A LETTIERI

Napoli sceglie De Magistris, oppure non vota. Milano sostiene sia Pisapia che la Moratti, ma il primo ha un’accelerazione più robusta. E ancora: i candidati di centrosinistra guadagnano voti rispetto al primo turno in 10 capoluoghi su 13 e quelli di centrodestra ne perdono in 8 capoluoghi su 13. Questi i dati più eclatanti elaborati dall’Istituto Cattaneo sui risultati del ballottaggio. Che confermano un trend: il centrosinistra guadagna la volata rispetto al primo turno e convince più cittadini, mentre il centrodestra arretra.
I risultati più forti a Napoli (dove non a caso De Magistris ha preso il 65,4%). Un elettore su cinque al ballottaggio passa da Lettieri a De Magistris. Il successo dell’ex Pm si costruisce su tre elementi. In primo luogo su una tenuta dell’area della sinistra: coloro che avevano votato per Idv, Sinistra radicale e Movimento 5 stelle (nonché i voti personali e delle liste minori per De Magistris) hanno confermato per quasi il 95% De Magistris. Ed è quasi del 90% la percentuale di elettori Pd che hanno votato De Magistris (in quanto un 12% di questi si è astenuto). Vistoso cedimento, invece, dell’area che faceva capo a Lettieri, che si realizza in due direzioni. Da una parte verso l’astensione: un flusso del 2,2% sia dal Pdl, che da Lettieri (ovvero di elettori che avevano votato solo il candidato o partiti minori che lo appoggiavano). Dall’altra, verso un vero e proprio salto di campo, soprattutto da parte di elettori che avevano votato Lettieri al ballottaggio uno su 5 ha scelto De Magistris. Anche i voti del Terzo Polo sono andati in maggioranza (il 53%) a De Magistris, e poi il 26% a Lettieri. Mentre il 21% si sono astenuti. Lo stesso trend fotografa uno studio del Centro Italiano Studi Elettorali della Luiss (il gruppo di lavoro di Roberto D’Alimonte): mentre per chi aveva scelto il nuovo sindaco già al primo turno viene stimato un altissimo tasso di fedeltà (91%), accompagnato da alcune defezioni verso Lettieri (9%) ma da praticamente nessuna defezione significativa verso l’astensione, per Lettieri viene stimato un tasso di fedeltà molto basso (55%), con forti defezioni verso l’astensione (23%) e addirittura verso il proprio avversario (22%).
Chi aveva votato Morcone, al secondo turno (con una defezione dell’8% verso Lettieri e del 13% verso l’astensione) in larghissima parte (l’81%) sceglie De Magistris. Ma una maggior forza di attrazione di quest’ultimo viene stimata anche tra chi aveva votato il candidato del Terzo Polo Pasquino (45% verso De Magistris, 36 verso Lettieri e 19 verso l’astensione).
L’Istituto Cattaneo fa poi un’analisi della situazione nazionale: nel complesso delle 13 città in cui si è andati al ballottaggio (Milano, Trieste, Pordenone, Rovigo, Rimini, Grosseto, Varese, Novara, Napoli, Cosenza, Crotone, Cagliari e Iglesias), i candidati di centro-sinistra hanno guadagnato quasi 130 mila voti (+16,8% rispetto al primo turno), mentre i candidati di centro-destra hanno perso oltre 21 mila voti (-3,1%). Altro dato significativo, quello dell’astensione: se al primo turno sono state espresse un milione e 686mila preferenze per i candidati sindaco, al secondo solo un milione e 561mila elettori hanno espresso voti validi: una contrazione di oltre 125mila voti, pari al 7,4% dei consensi. Solo Milano ha registrato un’inversione di tendenza: a Giuliano Pisapia e Letizia Moratti sono arrivate 6.152 preferenze in più rispetto al primo turno. Pisapia ha preso 49,8mila voti in più (+15,8%) e Letizia Moratti ha aumentato il suo numero di voti, ma in misura insufficiente (24,5mila, + 9%). Come Milano, anche Trieste e Pordenone, dove ha vinto il centrosinistra. Sulla scia di Napoli invece, Cagliari, Novara, Crotone (dove ha vinto il centrosinistra) e Varese e Rovigo (ha vinto il centrodestra): in tutti questi capoluoghi, lo sfidante di centrosinistra ha guadagnato molti voti sul primo turno, mentre quello di centrodestra ha visto erodere i suoi consensi. Ma esiste anche una terza via, quella di Cosenza e Iglesias (entrambe città con il centrodestra vincente) dove entrambi gli schieramenti hanno perso voti. Complessivamente i candidati di centrosinistra hanno preso più voti rispetto al primo turno ovunque tranne che a Cosenza, Iglesias e Grosseto. I candidati di centrodestra, al contrario, sono cresciuti soltanto in cinque comuni (quattro se si esclude Pordenone, dove il progresso è stato di appena lo 0,6%): Milano, Rimini, Trieste, Grosseto (città in cui ha vinto il centrosinistra).