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 2011  giugno 01 Mercoledì calendario

Corruzione, perché? Ha ragione Machiavelli o Travaglio? - Quando Martin Lutero, semplice monaco agostiniano, si recò a Roma, nel 1505, tra i tanti boatos sulla mondanità e le male usanze e la scostumatezza del clero italiano raccolse anche «la voce che il papa si facesse servire a tavola da ragazze nude», scrive Giordano Bruno Guerri nel suo Gli italiani sotto la Chiesa

Corruzione, perché? Ha ragione Machiavelli o Travaglio? - Quando Martin Lutero, semplice monaco agostiniano, si recò a Roma, nel 1505, tra i tanti boatos sulla mondanità e le male usanze e la scostumatezza del clero italiano raccolse anche «la voce che il papa si facesse servire a tavola da ragazze nude», scrive Giordano Bruno Guerri nel suo Gli italiani sotto la Chiesa. Da San Pietro a Berlusconi, Bompiani, pp. 562, euro 21,50, riedizione aggiornata d’un fortunato libro del 1992. Voci così, in giro per l’Italia, se ne raccolgono ancora, come sappiamo, e non sempre si tratta di boatos. Ciò sia detto, oltre che per fare l’occhiolino alla cronaca, anche a dimostrazione del fatto che il vasto catalogo della letteratura sul carattere e sui costumi degl’italiani, un repertorio infinito, al quale hanno contribuito nei secoli viaggiatori di tutto il pianeta, non si fonda affatto, come ci piace pensare, su pregiudizi e stereotipi ma sull’eterno ritorno di precisi (o anche vaghi, ma non di meno significativi ed eloquenti) calchi umani. Guerri, in particolare, ha dedicato all’esame di questo carattere e all’esplorazione di questi costumi, come pure all’individuazione delle loro radici, praticamente l’intera sua opera. Oltre a numerose opere di carattere generale, tra cui il recente Sangue del sud. Antistoria del Risorgimento e del brigantaggio, Mondadori, pp. 297, euro 20,00, Guerri ha firmato molte importanti e fortunate biografie, da quelle dei Grandi Fascistoni (Giuseppe Bottai, Italo Balbo, Galeazzo Ciano) a quelle di Gabriele D’Annunzio, del futurista Filippo Tommaso Marinetti, di Curzio Malaparte, del prete modernista Ernesto Bonaiuti (forse la sua biografia più bella, anch’essa riedita in anni recenti, Eretico e profeta. Ernesto Buonaiuti, un prete contro la chiesa, Utet 2007). In tutti questi libri si ragiona con passione e vasta scienza, ma naturalmente senza la speranza di poterne venire a capo, del mistero dei misteri: la selvatichezza di carattere degl’italiani, la natura dei loro costumi. È di questo particolare mistero che si ragiona sempre e dappertutto almeno da Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini in poi. Storici, memorialisti, statisti piccoli e grandi, romanzieri, giornalisti e poeti italiani non hanno mai parlato d’altro. Del carattere degl’italiani ragionano i nostri politici quando preparano i loro programmi e studiano i piani di battaglia (piani che, proprio a causa di quel carattere e di quei costumi, non funzionano mai). Come Sant’Agostino, in gioventù manicheo, che si chiedeva, anche da vescovo, cristiano unde malum, cioè da dove venisse il male se davvero il creato è l’opera d’un dio buono, una domanda altrettanto radicale si pone riguardo ai costumi e al carattere degl’italiani. Da dove vengono questi costumi? Unde il mistero del loro carattere? Per Guerri le cose stanno come le ha descritte Machiavelli una volta per tutte cinque secoli fa: colpa «dei preti», cioè del cattolicesimo e della sua Chiesa, fonte millenaria di tutte le nostre divisioni e debolezze e cialtronerie e propensioni all’illegalità e guerre civili e anche ridicolaggini e patetiche esibizioni di forza. Oppure c’entra Berlusconi, anzi «il Berlusconi in noi», e dei berlusconismi che hanno segnato la nostra storia, come pensano giornali e talk show col birignao? Colpa dell’estremismo nell’aria? Arbitri venduti? Politici corrotti? Un’altra risposta la dà Fabrizio Rondolino, già consigliere del Principe ai tempi del primo (e unico) governo D’Alema, col suo L’Italia non esiste. Per non parlare degli italiani, Mondadori, pp. 186, euro 18,50: mettere insieme gl’italiani («italiani» tra due grosse virgolette, soci di ghenghe rivali, italiani che tra loro si detestano) per fare un’Italia che non può esistere, se non come una foresta eternamente in fiamme, è stato l’errore Risorgimento. Vecchio marxista, anzi vecchio ex marxista, Rondolino si propone di seppellire l’Italia, questa nazione immaginaria, con una risata.