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 2011  maggio 31 Martedì calendario

IL PAESE IDEALE PER DON CAMILLO

Ciò che, davvero, è cambiato sono essenzialmente i colori: ai vecchi e sbilenchi tavoli di legno si sono sostituiti moderni mobili in plastica di un bel rosso sgargiante. Almeno per quel che riguarda l’esterno. All’interno, invece, tutto è rimasto come cinquanta o sessant’anni fa: il bancone con il piano d’alluminio lucidato, le sedie e i tavoloni di pioppo, le bottiglie di liquore in parata sugli scaffali, accanto a bicchieri e scodelle. Il tutto in stretto contatto con il negozietto di generi vari, la cui unica stanza fa da ingresso all’osteria.
La chiesa da una parte, l’osteria con “privativa” dall’altra e, nel mezzo, la strada per il capoluogo. Accanto poche case e la canonica. Il resto sono campi a perdita d’occhio. La chiesa, la Pieve di San Martino, ha mille e passa anni, l’osteria qualcosa meno di duecento e qui, l’aria è buona: persino il parroco mantiene viva la leggenda che, già dal 1700, vuole la popolazione composta di molti ultranovantenni. Mondo piccolo è qui, in questa frazioncina di poche centinaia d’anime che si chiama San Martino in Olza. Per capirlo ci vuol poco, basta entrare in chiesa, recitare un pateravegloria e poi guardarsi attorno, gustando un ghiacciolo ai rossi tavoli di plastica dell’osteria. Tutto qui: grazie a Dio.
Egidio Bandini