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 2011  maggio 29 Domenica calendario

IL PREPUZIO VA AL REFERENDUM



Cut o uncut? Con il taglietto o senza? Sarà questo, più o meno, il quesito che verrà sottoposto il prossimo 8 novembre agli abitanti di San Francisco. Il tema è delicato, così come la parte anatomica di cui stiamo parlando: il pene. Meglio tenerlo integro, come natura crea, oppure meglio lasciare la libertà di rimuovere il prepuzio, cioè parte di quella pelle che lo avvolge completamente così come si vede nel David scolpito da Michelangelo?
Negli Stati Uniti l’utilità o meno della circoncisione maschile è dibattuta da anni e per la prima volta il tema sarà sottoposto a un referendum. Nei giorni scorsi sono state infatti raccolte le 7.743 firme sufficienti per indire la consultazione che potrebbe vietare nella città californiana la pratica della circoncisione maschile per i minori di 18 anni. Se il divieto sarà approvato, chi praticherà la circoncisione su un minore potrà essere condannato a un anno di reclusione, al pagamento di un ammenda di 1000 dollari oppure a entrambe le pene.
Negli ultimi anni a livello internazionale c’è stato un generale consenso sulla necessità di vietare le mutilazioni genitali femminili. Si è meno dibattuto, invece, sulla circoncisione maschile. Si tratta di una pratica antica, già esistente nell’ Egitto dei faraoni, di forte significato religioso per gli ebrei, ampiamente diffusa anche nel mondo musulmano. Anche Gesù fu circonciso e nella storia dell’arte sono innumerevoli le raffigurazioni del rito compiuto sul bimbo nato nella grotta di Betlemme. Il Santo Prepuzio fu addirittura considerato una preziosa reliquia e molti luoghi, nel corso dei secoli, si sono vantati di conservarne i resti.
Si calcola che negli Stati Uniti siano circoncisi quasi l’ 80 per cento dei maschi. La partica si diffuse ampiamente a partire dal Novecento, sia come conseguenza degli arrivi di immigrati ebrei sia come una moda importata dall’Inghilterra vittoriana.
C’era la convinzione che la circoncisione avesse effetti benefici sulla salute dei bambini, inoltre era considerata come un deterrente della masturbazione. La grande maggioranza dei maschi americani nati negli anni Sessanta sono stati circoncisi, ma negli ultimi decenni la pratica ha conosciuto un forte declino.
In California la campagna contro la circoncisione è condotta da Lloyd Schofield, un attivista, anzi un “intactivist”(intattivista) gay di 58 anni. Schofield è convinto che la circoncisione sia una mutilazione dannosa, dolorosa e costosa. A suo parere, praticarla su un bambino è un abuso che va punito, così come vengono punite le mutilazioni genitali femminili. Ne fa una questione di eguaglianza fra i sessi.
Nella sua battaglia Schofield, ha un’ alleata. E’ Marilyn Milos, una infermiera settantenne che da oltre trent’anni conduce campagne contro la circoncisione. Ormai è considerata la madre del “movimento per l’integrità genitale”, una vera pasionaria che condanna la circoncisione come una violazione dei diritti umani. La sua militanza cominciò il giorno in cui, da infermiera, le toccò assistere a una circoncisione senza anestesia. Le urla e l’agitazione del bambino la coinvinsero che si trattata di una pratica disumana, che lei non esita a definire “una tortura”. Curiosamente la Milos è madre di tre figli, tutti circoncisi, mentre invece il marito, come dice lei, “è intatto”. “Quando il medico mi convinse dell’utilità della circoncisione per la salute dei miei figli”, ha spiegato in una intervista, “non so proprio perché non pensai che mio marito, non circonciso, stava benissimo”. Come era prevedibile, la campagna contro la circoncisione ha scatenato polemiche infuocate che coinvolgono medici, giuristi, preti e rabbini. Laurence Baskin, primario di urologia all’ospedale pediatrico di San Francisco, considera la campagna “insensata” e in contrasto con il Primo Emendamento, che garantisce le libertà fondamentali, fra cui quella religiosa. Diversi scienziati, inoltre, sostengono che il taglio del prepuzio diminuisce il rischio di infezione dal virus Hiv e, forse, anche di cancro del pene. Ma gli “intattivisti” replicano che un ipotetico rischio per la salute non può giustificare una mutilazione.
Più complicato, per i fautori del referendum, tener testa alle obiezioni di tipo religioso. Secondo la Bibbia la circoncisione è un segno dell’alleanza fra Dio e il suo popolo, che va compiuta all’ottavo giorno dalla nascita. Per la comunità ebraica vietare la circoncisione rappresenta una palese violazione della libertà religiosa. La pensano allo stesso modo protestanti e cattolici. L’arcivescovo di San Francisco, George Niederauer, parla di “iniziativa improvvida” e di “ingiustificata violazione dei santuari della fede e della famiglia”. Diverse organizzazioni religiose hanno creato un “Comitato per le scelte genitoriali e la libertà religiosa” che da qui a novembre promette battaglia. Tuttavia Schofield assicura che diversi ebrei sono proprio tra i firmatari della richiesta di referendum. Sarebbero i sostenitori del brit shalom, l’alleanza di pace, una pratica alternativa alla circoncisione.
Intanto, com’era prevedibile, i comici televisivi sono scatenati. Lewis Black, animatore del “Daly Show” ha già coniato uno slogan: “A San Francisco ci lasciate il cuore, ma il prepuzio ve lo portate via con voi”.