Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  maggio 29 Domenica calendario

Province L’inutile battaglia per tagliarle - Niente da fare, non ci riescono, è più forte di loro: malgrado lo abbiano promesso tutti in campagna elettorale, i grandi partiti il taglio delle province non riescono proprio a votarlo

Province L’inutile battaglia per tagliarle - Niente da fare, non ci riescono, è più forte di loro: malgrado lo abbiano promesso tutti in campagna elettorale, i grandi partiti il taglio delle province non riescono proprio a votarlo. Niente soppressione dunque, ma neanche riduzioni o sforbiciate di quelle delle 14 città metropolitane, che a parole trova tutti d’accordo. E dunque prima di affrontare di nuovo l’esame dell’aula martedì prossimo costretti da un pressing dell’Idv, Pd-Pdl e Lega hanno sonoramente bocciato i vari disegni di legge in materia in commissione Affari Costituzionali. Con un voto che ha visto uniti i tre partiti più influenti nel governo delle 108 province italiane, contrastati da un inedito tandem tra i dipietristi e l’Udc. «Quasi tutti i partiti - spiega il presidente della Commissione e relatore Donato Bruno - non ritengono sia il caso di procedere con una legge costituzionale che elimini le province». Ma Bruno assicura che il tema non finirà su un binario morto: «Verrà affrontato con legge ordinaria nel Codice delle Autonomie, all’esame del Senato. Il ministro Calderoli ha confermato che quello è lo strumento più adatto, insomma la volontà politica c’è». Fatto sta che l’imbarazzo è palpabile a destra e sinistra: nell’ora della verità, quando si è trattato di votare gli emendamenti soppressivi, mancavano all’appello i futuristi di Fli; e si ricorderà la polemica sollevata da Fini con Berlusconi nella famosa direzione del Pdl su che fine avesse fatto uno dei punti del programma di governo. «La stragrande maggioranza dei colleghi - riferisce Bruno - ritiene che il problema delle province esiste, ma la soppressione tout-court non è essenziale: vanno cambiati i criteri relativi all’estensione del territorio e alla popolazione, sforbiciandone alcune, e vanno razionalizzati i loro compiti. E con la loro soppressione anche il taglio dei costi sarebbe stato risibile». La Lega e le auto blu Dopo la crociata sui ministeri al nord, il Carroccio si oppone anche al taglio delle auto blu per tutti gli «ex», cioè coloro che hanno ricoperto cariche pubbliche in passato, votando al Senato contro una norma che avrebbe comportato un milione di euro di risparmi. E il senatore Pd Ignazio Marino mette il dito nella piaga. «Denunciano gli sprechi di Roma Ladrona ma poi si tengono stretti le auto blu. Perché altrimenti bocciano l’emendamento Pd che chiedeva di tagliare i costi?».