il Fatto Quotidiano 29/5/2011, 29 maggio 2011
IL FATTO DI IERI 29 MAGGIO 1913
Un balletto barbarico. Quasi un proclama dell’antiromanticismo nella danza, emozionante e scandaloso al suo debutto parigino il 29 maggio 1913, al Théatre des Champs Elysées. Tra disgusto e estasi, applausi e botte, “Le Sacre du printemps”, il più tumultuoso spettacolo del secolo, irrompe sulla scena ribaltando tutti i canoni coreografici di sempre. Una rivoluzione, nel fiabesco mondo della danza, affidata alla partitura violenta e disarmonica di Stravinskij e alla selvaggia fisicità di Vslav Nijnskij, il sublime danzatore ucraino “simile a un gatto acrobata colmo di ingenua lussuria”, come dirà Cocteau, interprete di un soggetto primordiale. Il sacrificio di una fanciulla immolata dalla sua tribù alla madre-terra in nome della fertilità. E’ l’avvio clou del balletto moderno, simbolo dell’epopea dei Ballets Russes, mitico ensemble della Russia zarista, approdato nella Parigi Anni ‘10 con i costumi, le scene, i quadri di geni del tempo, da Picasso a Mirò. Fondali d’autore per una danza carica di furore, salti selvaggi, piedi “en dedans”, movenze spigolose, fremiti che scuotono i corpi. Così “Le sacre du printemps” travolgerà ogni accademia aprendo allo spregiudicato linguaggio del balletto novecentesco.