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 2011  maggio 29 Domenica calendario

«REGISTA DELLA SCALATA OCCULTA» MAXI MULTA E 4 ANNI A FAZIO —

Un’altra «prima volta» : quella di un governatore della Banca d’Italia condannato per avere concorso a manipolare quel mercato finanziario che avrebbe dovuto tutelare. E un ulteriore bottino dei giudici in versione «bancomat» giudiziario: 96 milioni di euro, che tra confische e multe a 16 condannati vanno a sommarsi ai 340 milioni già recuperati nel 2008 con altri 64 patteggiamenti. Esito per nulla scontato quando il 25 luglio di 6 anni fa, sulla base di mirate intercettazioni sui «furbetti del quartierino» (diritti d’autore a Stefano Ricucci) i pm Giulia Perrotti e Eugenio Fusco si assunsero la micidiale responsabilità — chissà quanto ancora sostenibile se dovesse diventare legge la proposta responsabilità civile diretta dei magistrati di sequestrare le azioni della Banca Antonveneta, contesa tra gli olandesi di Abn Amro e la Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani. Il governatore Costretto a dimettersi proprio a causa dell’inchiesta il 19 dicembre 2005, quand’era uno dei più autorevoli candidati al Quirinale, l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio ieri è stato condannato dalla seconda sezione del Tribunale di Milano a 4 anni, una multa di 1 milione e mezzo di euro, un risarcimento di 100.000 euro alla Consob per concorso morale nell’aggiotaggio imputato al banchiere Giampiero Fiorani (altri 20 mesi in aggiunta ai 3 anni e 3 mesi patteggiati nel 2008 per associazione a delinquere, truffa e appropriazione indebita) e a 14 coprotagonisti del rastrellamento occulto di azioni Antonveneta: tra essi l’immobiliarista Luigi Zunino (2 anni e 8 mesi, multa di 850.000 euro), gli ex vertici di Unipol, Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti (3 anni, 1 milione di multa e 2 anni di interdizione dalla guida di imprese), e l’avvocato Francesco Ghioldi (6 anni), che si aggiungono ai patteggiamenti nel 2008 come quelli di Stefano Ricucci (1 anno), Emilio Gnutti (2 anni e 1 mese), Danilo Coppola (8 mesi). La linea di Fiorani Tra Fazio che al processo asseriva di essere stato «ingannato da Fiorani» , e quest’ultimo che insisteva invece di essersi mosso d’intesa con il governatore desideroso di salvare «l’italianità» del sistema bancario, il Tribunale ha creduto al banchiere lodigiano, beneficiandolo di attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. E ha condannato Fazio (a 1 anno più dei 3 chiesti dai pm Eugenio Fusco e Gaetano Ruta) per aver «suscitato e rafforzato» il «progetto criminoso» : dapprima «assumendo con Fiorani l’impegno di ostacolare» la concorrente olandese Abn Amro «nell’incremento della partecipazione in Antonveneta» , e poi «istigando Fiorani in periodici incontri riservati a superare, con patti occulti e acquisizioni indirette di partecipazioni, le soglie autorizzate da Bankitalia» . Le giudici Manfrin-Marchegiani Renda distinguono invece dal governatore la posizione del suo capo della Vigilanza in Bankitalia, Francesco Frasca, e lo assolvono con formula piena «per non aver commesso il fatto» . Il politico Con Fazio condannano il suo storico «pontiere» politico, il senatore pdl Luigi Grillo, 2 anni e 8 mesi per concorso in aggiotaggio nell’aver «contribuito a trasferire da Fazio a Fiorani informazioni riservate sull’iter di procedimenti di Bankitalia nei confronti di Bpl» , nonché per un episodio di appropriazione indebita («44 mila euro nel 2005» ) simile a quelli già sfociati nell’archiviazione al ministro leghista Calderoli e nella condanna in appello a 2 anni al viceministro Brancher. Consorte e Sacchetti, che dopo l’estate avranno l’altra sentenza per la scalata di Unipol a Bnl, e che per Antonveneta nel 2008 patteggiarono 10 mesi per appropriazione indebita e truffa allo Stato, ieri hanno incassato 3 anni per ostacolo alla vigilanza di Consob e Bankitalia, e per concorso nell’aggiotaggio di Fiorani nell’aver «concordato un incremento della partecipazione Unipol nel comune e non dichiarato intento di esercitare, con gli altri pattisti occulti, un’influenza dominante su Antonveneta» . Condotta che ora, in base alla legge 231 sulla responsabilità delle società per i reati dei propri vertici nell’interesse aziendale, costa a Unipol 900.000 euro di pena pecuniaria e la confisca di 39,6 milioni di euro. La sentenza «sorprende» Unipol, «amareggia» Consorte, ed è «una grande ingiustizia» per Fazio, che come gli altri confida nell’appello e aggiunge «di avere sempre operato per il bene» . Resta da definire la posizione, trasferita ad Alessandria per competenza territoriale, del banchiere Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit e consigliere d’amministrazione di Mediobanca, che i pm indagarono nel 2006 per l’ipotesi di ricettazione dei soldi che Fiorani affermava d’avergli fatto avere su conti esteri ancora oggetto di rogatorie.
Luigi Ferrarella