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 2011  maggio 30 Lunedì calendario

LUIS ENRIQUE

(Luis Enrique Martínez García) Gijón (Spagna) 8 maggio 1970. Allenatore. Dal 2011/2012 alla Roma. Ex calciatore. Con la Spagna vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1992, col Barcellona la Coppa delle Coppe del 1997. Giocò anche nel Real Madrid. 13° nella classifica del Pallone d’Oro 1997, 28° nel 1998, nomination anche nel 2002 • «Di Guardiola è stato l’ombra per anni. Con lui ha diviso lo spogliatoio del Barcellona, da lui ha ereditato la fascia di capitano prima e la panchina del Barça dei giovani poi [...] L’ultimo ricordo “italiano” di Luis Enrique è la gomitata presa in faccia da Tassotti in Italia-Spagna, quarti di finale ai mondiali ’94. [...]» (Giulio Cardone, Matteo Pinci, “la Repubblica” 26/5/2011) • «[...] Allenatore dei ragazzini del Barça dal 2008, li ha portati dalla serie C alla B e infine ai playoff della serie B (senza disputarli, perché le seconde squadre in Spagna non possono mica andare in serie A) con la rosa più giovane in assoluto. Gioca il 4-3-3, ovvio, e tutto all’attacco. È grintoso, pignolo, metodico, piuttosto agitato in panchina se qualcosa non gli piace. È un uomo tutta passione e lavoro, impeto e assalto. Un sorriso per la stampa? Meglio di no, grazie. Ama il ciclismo come e più di Guidolin, tiene molto al suo profilo su Twitter. Da giocatore era un’iradiddio che era meglio non incrociare sul proprio cammino, un pendolino inarrestabile che copriva tutti i ruoli, bastava chiederglielo: tranne in porta e da difensore centrale, ha giocato in ogni zona del campo, e con Real Madrid e Barcellona, mica squadrette, poi in zona gol sapeva il fatto suo perché alla fine della carriera (2004) aveva segnato 156 gol ufficiali in poco più di 600 partite, nazionale compresa. In Italia finalmente gli capiterà di incrociare Mauro Tassotti, che gli rifilò la famosa gomitata in area nel finale di Italia-Spagna (Mondiale 1994) non vista dall’arbitro Puhl, con frattura del setto nasale: niente rigore e sommo scandalo in Spagna, anche se poi Tassotti fu squalificato per 8 giornate con la prova tv [...] finita la carriera da calciatore, se ne andò in Australia per un anno a fare surf, poi tornò in Europa e si dedicò alle maratone: New York, Amsterdam e Firenze, quest’ultima chiusa sotto le 3 ore nel 2007. Ma a Francoforte fece ancora di più, nella celebre gara di triathlon che si disputa lì. In un tempo di 10h19’30” coprì il percorso di gara: 3,8 km a nuoto, 180 km in bicicletta e infine, per gradire, una maratona completa sulla distanza classica di 42,195 km. Un Ironman, non c’è che dire. [...]» (Andrea Sorrentino, “la Repubblica” 8/6/2011).