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 2011  maggio 30 Lunedì calendario

LA NONNINA CHE DA’ LA MORTE CON UN KIT

Sharlotte Hydorn ha 91 anni. Nel 1977 vide suo marito Rex morire di cancro al colon in un letto d’ospedale: «L’ultima cosa che fece fu indicare con il dito la porta della stanza, ripetendo una sola parola: casa, casa, casa». Dal 2002 Sharlotte vende sul web i suoi suicide kit: per 60 dollari, fa recapitare a casa dei suoi clienti, in tutti gli Stati Uniti, un sacchetto di nylon pronto per essere collegato ad una bombola di elio tramite un tubicino di gomma.
Lei non lo considera un business, per Sharlotte la sua è una missione: «Io voglio solo dare ai malati terminali la possibilità di morire in casa loro, nel loro letto». Mercoledì l’Fbi ha fatto irruzione nella sua casa di El Cajon, a San Diego, California, e ha sequestrato alcuni kit pronti per essere spediti, computer, lettere del Final Exit Network, associazione che si batte per la legalizzazione dell’eutanasia, una macchina per cucire.
La signora è indagata per frode postale, evasione fiscale, vendita di materiale medico adulterato da quando uno dei sui kit è finito nella mani di Nick Klonoski, 29enne di Eugene, nell’Oregon, che non era malato terminale ma soffriva di depressione. E che lo ha utilizzato. «Non ho responsabilità per la sua morte - racconta Sharlotte - altrimenti dovrebbero essere tolti dal commercio le pistole e le corde». Non si sente un’assassina, Sharlotte. Lei, giura, fornisce solo uno strumento: «Finché potrò alleviare la sofferenza delle persone in punto di morte, continuerò a farlo».