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 2011  maggio 30 Lunedì calendario

IL RISORGIMENTO DELLO SPORT. 10 PUNTATA

Arriva il nuoto ma i protagonisti restano misteriosi -

Due finalisti olimpici nel 1900, anno in cui clandestinamente nasce la Federnuoto. Ma nessuno sa dire chi sia uno, Bussetti, mentre l’altro Mainoni, telegrafa l’exploit alla Gazzetta, ma dimentica di firmarlo… Quando, il 1o dicembre ’ 56, il pesarese Angelo Romani si qualifica per la finale dei 400 sl ai Giochi di Melbourne (in squadra c’era anche Carlo Pedersoli, al cinema come Bud Spencer), tutti scrivono che finalmente un italiano è entrato in finale in una gara olimpica di nuoto. In realtà, anche per colpa del guazzabuglio che si è verificato ai cosiddetti Giochi olimpici di Parigi 1900, ben 56 anni prima due italiani, a insaputa loro e dei giornali, avevano guadagnato un posto fra i finalisti olimpici in una prova natatoria. PrimordiTorniamo a quei primordi, con l’aiuto della Bibbia redatta da una firma storica della Gazzetta, Aronne Anghileri, «Alla ricerca del nuoto perduto» , un testo che meriterebbe d’imperio di tornare, attualizzato, in libreria. Il nuoto in Italia muoveva primissimi e incerti passi; Roma aveva salutato, fra il 1889 e il 1891, la nascita delle prime due società, formate da ardimentosi solcatori del Tevere; Milano (Bagni di Diana) e Roma (le Acque Albule di Tivoli) avevano inaugurato le prime piscine nel 1895-96; il primo raduno nazionale, un campionato ante-litteram, si disputa sul Lago di Bracciano, ad Anguillara Sabazia, il 14 agosto 1898. E quando a Parigi, sulla Senna, nell’agosto 1900, si svolgono competizioni di nuoto targate «campionati internazionali o del mondo» con scorno di de Coubertin (erano le «sue» Olimpiadi, ma non c’era scritto da nessuna parte…), due italiani si presentano a gareggiare. Di uno di essi conosciamo nome e cognome, Paolo Bussetti, di lui ignoriamo tutto, tranne che si iscrisse ai 200 stile libero, ultimo in batteria, e negli stessi giorni (11 e 12 agosto) ai 200 dorso, in cui guadagnò la finale, finendo 7o a quasi un minuto (!) dal vincitore. Telegramma L’ultimo giorno, il 19 agosto, si disputarono batterie e finale dei 4.000 sl, la gara di resistenza. Fabio Mainoni, milanese, vinse la terza batteria con tre minuti di vantaggio e telegrafò alla Gazzetta: «Parigi 15, ore 8.30 sera. Arrivato primo batteria, corro finale. Venga» . Senza nome né altri dettagli: la rosea pubblicò lo strano telegramma, così com’era, diede una scarna notizia il giorno dopo, e rese noto l’esito della finale, Mainoni sesto a 20’ dal vincitore Jarvis, il 3 settembre, con un articolo dello stesso Mainoni. Così erano i Giochi, e i giornali, allora: due anni dopo Mainoni sarebbe diventato segretario della Federazione nuoto e più avanti della Lega Aerea Italiana e presidente della Fiera di Milano. Nelle cronache milanesi, Mainoni sarà ricordato per aver promosso la ricostruzione del primo aeroporto milanese, Taliedo, oggi in zona via Mecenate. Ma nemmeno lui avrà riletto quelle righe scritte per la Gazzetta su una storica settimana del nuoto italiano, seppellita nella confusione e nell’indifferenza.