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 2011  maggio 30 Lunedì calendario

QUEI 17 LIBRI MILIONARI ABBELLITI DALLA BOTTEGA DI TIZIANO

Il prossimo 8 giugno a Londra, da Christie’s, andranno all’asta 17 volumi provenienti da una collezione svedese. Sono gli ultimi di una raccolta italiana risalente al tardo Rinascimento, appartenuta alla famiglia Piloni di Belluno. Il taglio di questi libri venne dipinto da Cesare Vecellio (1521-1601), figlio di Ettore, cugino del padre di Tiziano. Originariamente erano circa 170 pezzi e costituivano una biblioteca e, al tempo stesso, una quadreria. Ogni volume presenta figure che richiamano il contenuto dell’opera. Il catalogo di Christie’s parla di «18 works in 17 volumes» con una stima compresa tra il milione e 300 mila euro e il milione e 800 mila, cifre alle quali si devono aggiungere i diritti d’asta che per acquisti «normali» in Inghilterra rappresentano il 25%del prezzo di aggiudicazione. I 17 volumi appartenuti alla famiglia Piloni contengono opere di autori classici, come Cicerone e Seneca, Diodoro Siculo e Tacito; non mancano tuttavia rarità quali il De materia medica di Dioscoride nella prima edizione a stampa di Colle Val d’Elsa del luglio 1478 (valutata da sola intorno a 100 mila euro) o la Sphaera mundi di Johannes de Sacro Bosco (John di Holywood) con il commento di Cecco d’Ascoli, stampata a Venezia nell’ottobre 1499 (stimata circa 150 mila euro). Tutti i volumi hanno le legature originali. Alcune in pelle — in tal caso i dipinti di Cesare Vecellio sono sui tagli — altre invece furono realizzate in pergamena e recano sui piatti la decorazione pittorica. In particolare, c’è l’opera di Giovanni Lorenzo d’Anania L’universale fabrica del mondo, stampata a Venezia nel 1582, che ha conservato le mappe dell’America, dell’Europa e dell’Asia (valutata 90 mila euro). Questi volumi, grazie alla pittura che richiamava titolo, contenuto e autore, erano riconosciuti immediatamente dal possessore, non essendo ancora stato introdotto l’uso di conservarli con il dorso a vista, sul quale un tassello o una scritta avrebbero fornito le informazioni del contenuto. Per essere più espliciti, diremo che sino a quasi la metà del Cinquecento i libri venivano posti in biblioteca piatti e soltanto il taglio del volume era offerto all’osservatore. Era un sistema diverso dall’attuale e la raccolta Pilone potrebbe essere indicata come un anello di congiunzione tra l’antico e il moderno. La storia di questa biblioteca è anch’essa un’avventura. Comincia intorno agli anni 80 del Cinquecento, quando appunto Cesare Vecellio realizza le decorazioni su commissione di Odorico Piloni. La raccolta rimane nella villa Casteldardo di Trichiana, presso Belluno, sino al gennaio 1875, tempo nel quale è posta in vendita dagli eredi insieme a mobili e quadri. Sappiamo che sino al 1877 i libri erano ancora in Italia, successivamente furono tutti acquistati dal baronetto inglese Sir Thomas Brooke. Questi li trasferì in Inghilterra e là rimasero presso la sua famiglia sino al giugno 1957, quando passarono in blocco al mercante parigino Pierre Berès. Il Corriere della Sera diede notizia della vendita riportando il prezzo di 500 milioni di lire, sommetta da capogiro per l’epoca (lo stipendio di un operaio si aggirava intorno alle 50 mila lire). Tre volumi si persero nel trasporto, altri tre — gli unici stampati a Parigi — l’antiquario li donò alla Nazionale di Francia e i restanti furono venduti separatamente a collezionisti e biblioteche di tutto il mondo. Il nucleo dei 17 che andrà all’asta a Londra è il più cospicuo giunto a noi. Il ricco svedese lo ha posto in vendita chiedendo di restare anonimo. Certo, sarebbe un’occasione per l’Italia. Se Christie’s non riuscisse a vendere i libri in blocco, li metterà all’incanto uno ad uno, smembrando definitivamente i resti di un mosaico di rara bellezza. E da noi che si fa? Ci sono oggi nel Belpaese risorse, magari in qualche fondazione, disposte a salvare un lacerto di Rinascimento? Qualche mecenate? La cifra è importante ma assieme a quei volumi, quando saranno definitivamente dispersi, svanirà anche l’ultimo frammento di un sogno che nacque nella bottega di Tiziano.