Massimo Franzosi, Mark Up 21/4/2002 http://www.mark-up.it/articoli/0,1254,41_ART_2954,00.html, 21 aprile 2002
Tags : Anno 1901. Raggruppati per paesi. Italia
I precedenti. Originari di Langasco (Ge), i Lagostena - divenuti Lagostina per un errore anagrafico di trascrizione - si trasferiscono nel 1815 a Pedemonte di Gravellona Toce (Vb), dove si dedicano al trasporto di derrate provenienti dal porto di Genova
I precedenti. Originari di Langasco (Ge), i Lagostena - divenuti Lagostina per un errore anagrafico di trascrizione - si trasferiscono nel 1815 a Pedemonte di Gravellona Toce (Vb), dove si dedicano al trasporto di derrate provenienti dal porto di Genova. Lo sviluppo delle Regie Ferrovie li induce ben presto a dedicarsi ad altre attività. In particolare, la rivoluzione industriale vede Carlo Lagostina (classe 1852) impegnato in qualità di direttore delle Officine Calderoni di Casale Corte Cerro che, fondate nel 1851, forniscono posateria e pentolame alla Casa Reale. L’esordio. Nel 1901 Carlo rileva una piccola officina a Molinetto di Crusinallo, nei pressi di Omegna (Vb) e, insieme al figlio Emilio, 24 anni, studi classici a Stresa (Vb) e laurea in ingegneria elettrotecnica a Mittweida (Germania), comincia a produrre in proprio posate. Sei mesi dopo Carlo muore. Emilio affida a un collaboratore, tale Giuseppe Jacometti, la gestione di produzione e vendite, e si dedica all’ideazione e all’industrializzazione di nuovi prodotti. La business idea. Emilio intuisce la possibilità di riciclare le reggette metalliche delle balle di cotone, prima, e i paletti da trincea a tortiglione, poi, per produrre posate di ferro stagnato. Economiche, di buona fattura e decorate con le immagini dei santi protettori delle diverse regioni italiane, entrano rapidamente nelle case di milioni di famiglie. In particolare, dal 1901 al 1956 ne vengono prodotte più di 100 milioni. Il controllo. Nel 1910 Emilio, futuro podestà di Gravellona Toce e sindaco di Omegna, sposa la cugina Adele: un matrimonio senza figli rallegrato dalla presenza dei nipoti Massimo, Adriano e Luisanna, coinvolti ben presto nella conduzione dell’azienda di famiglia. Nel ’35 Luisanna sposa l’ingegner Gino Moroni dal quale avrà 4 figli maschi: Giuseppe, Mauro, Donato e Vitaliano. Con l’eccezione di Mauro, ricopriranno tutti importanti incarichi in seno a Lagostina che resta una società per azioni a capitale interamente familiare. Attualmente è presieduta da Vitaliano Moroni. L’innovazione. Nel ’29 il ventunenne Massimo entra in azienda: lavora prima in officina, poi in amministrazione e, infine, alle vendite. All’inizio degli anni ’30 intuisce la possibilità di utilizzare l’acciaio inossidabile per fabbricare casalinghi. Studia macchinari ad hoc e, nel ’33, lancia Casa Mia, batteria da cucina in acciaio inossidabile 18/8: resterà in produzione fino al ’55. L’autosufficienza. Prima della seconda guerra mondiale Lagostina costruisce una centrale idroelettrica che soddisfa i fabbisogni di forza motrice dell’officina e del nuovo laminatoio adottato per la produzione di posate. Nel ’76, dopo aver acquistato dei robot industriali da installare su alcune linee di produzione, decide di far da sé. Costituisce la divisione engineering e comincia a produrre sistemi automatici in proprio. Nel ’95 sono 40 i robot installati sulle linee di stampaggio, applicazione fondo e pulitura dello stabilimento di Omegna. L’export. Negli anni ’30 Lagostina comincia a esportare i suoi prodotti in nord Europa, dove l’acciaio inox non è molto diffuso. Le vendite all’estero riprendono quota alla fine degli anni ’50 e raggiungono il loro apice nell’86, con il 50% del fatturato. A partire dagli anni ’90 l’export si attesta intorno al 30% del giro d’affari. Oggi riguarda una cinquantina di paesi: il 55% è appannaggio di Europa e Medio Oriente; il 30% di Nord e Sud America; il restante 15% del Far East, Giappone in primis. A eccezione della Francia, dove controlla una filiale diretta a Parigi (Société Métallurgique Lagostina), Lagostina opera all’estero franco importatori-distributori. È marca leader in Canada, Belgio, Taiwan e Venezuela. L’evoluzione. Quando nel ’48 muore Emilio, ad affiancare Massimo c’è Adriano. L’officina occupa 140 operai, 80 dei quali adibiti alla produzione di posate in ferro stagnato e gli altri impegnati nella fabbricazione di pentole in acciaio inox. In particolare, risolti i problemi di stampaggio, spessore e lucidatura del nuovo materiale, permane quello della conduzione del calore. La svolta negli anni ’50: in collaborazione con l’Istituto di ricerca Battelle di Ginevra, Lagostina introduce il fondo Thermoplan in anticorodal (derivato dall’industria aeronautica) che consente la distribuzione del calore in modo uniforme sul fondo della pentola. La linea Classico soppianta Casa Mia ma, soprattutto, le pentole di alluminio nudo fino ad allora in auge in Italia. Successivamente, il fondo Thermoplan viene perfezionato con l’introduzione di Thermoplan Super, Legoplan e Lagoseal. Quest’ultimo si adatta a qualsiasi fonte di calore. La promozione. Negli anni ’50 Lagostina reclamizza i suoi prodotti su quotidiani, settimanali, radio, cinema e, dal ’63, anche tv. Massimo è convinto che “per vendere pentole e tegami, oggetti utili che vengono usati a lungo nel tempo, non occorra premere sul subcosciente dei clienti, ma soltanto informarli”, meglio se con un pizzico di simpatia. Nel ’69 Osvaldo Cavandoli disegna così Mister Linea, destinato a diventare una vera e propria star di Carosello fino a tutti gli anni ’70. Nel ’58 Lagostina avvia, inoltre, la sua prima campagna di rottamazione: le vecchie pentole in alluminio vengono pagate 800 lire al chilogrammo. Lo sviluppo. Alla fine degli anni ’60 Lagostina amplia le strutture, ammoderna gli impianti, diversifica la produzione, riorganizza amministrazione e distribuzione. In particolare, costruisce un secondo stabilimento a Omegna su 50.000 mq, 12.000 dei quali coperti, e avvia la produzione seriale delle nuove linee di prodotto. Si insedia, inoltre, a Maltignano (Ap) e Giffoni Vallepiana (Sa) dove produce, rispettivamente, posate/pentole in acciaio e coperchi/pentole antiaderenti. Nel ’75 i dipendenti sono più di 700. L’invenzione. Il 1960 è l’anno della pentola a pressione. Ispirata a un modello svedese ma caratterizzata da elementi esclusivi e originali quali il movimento della chiusura a leva, le due maniglie secondo la tradizione italiana e il fondo Thermoplan, la nuova pentola Lagostina riduce i tempi dedicati dalle donne alla cucina e soddisfa il loro desiderio di affrancamento dalle mura di casa. Corredata dal famoso ricettario di Lisa Biondi e oggetto di continue migliorie, è stata venduta a oggi in più di 20 milioni di esemplari. Ad affiancarla nel ’97 è arrivata Logica, provvista di sistema di chiusura a rotazione con un’unica leva di comando. La diversificazione. Alla fine degli anni ’80, dopo aver lanciato Pastaiola, la pentola con colapasta incorporato disegnata da Giugiaro, Lagostina rompe gli indugi: avvia la collaborazione con DuPont e comincia a produrre le pentole in alluminio antiaderente firmate Maître Noir. Oggi sono realizzate all’esterno, in sub-fornitura. I passi falsi. Alla fine degli anni ’60 l’assortimento Lagostina comprende, oltre ai prodotti per uso domestico, anche quelli per comunità. Alla fine degli anni ’80 Lagostina collabora con Alessi alla realizzazione della serie di pentole da cucine Falstaff firmata da Alessandro Mendini. Nel 2000 distribuisce una linea di piccoli elettrodomestici denominata I Grandipiccoli realizzata da Girmi. Tutti capitoli chiusi. Le prospettive. Dopo aver chiuso le unità produttive ubicate in provincia di Salerno (nel 2000) e Ascoli Piceno (nel 2001), Lagostina concentra la sua attività nello stabilimento di Omegna. Leader del settore in Italia con una quota pari al 70% nel segmento delle pentole a pressione e al 25% nel settore del pentolame in acciaio inox di qualità, propone una gamma di 5.000 articoli (nel ’95 erano 2.000) ripartiti in 4 cataloghi/linee principali (Accademia Lagostina, Casa Lagostina, Lagostina Grande distribuzione e Lagostina Ingrosso) e commercializzati in circa 6.000 pdv, 80 dei quali caratterizzati in logica di corner. “Gli obiettivi nel breve periodo - sottolinea a Il Sole 24 Ore del 12 novembre 2001 Vitaliano Moroni, presidente di Lagostina spa - sono quelli di aumentare sia l’efficienza sia l’efficacia aziendale. L’efficienza tramite la razionalizzazione produttiva, il miglioramento dei sistemi gestionali e l’aggressività commerciale. L’efficacia per mezzo della continua innovazione del prodotto. Tra 10 anni vogliamo raggiungere, per il pentolame inox, una quota superiore al 50% del mercato interno”.