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 2011  gennaio 28 Venerdì calendario

Così il Re balbuziente dichiarò guerra a Hitler - Sono una ben strana coppia Albert, duca di York non ancora asceso al trono di Inghilterra come George VI, e il logopedista australiano Lionel Logue, che dovrebbe aiutarlo a vincere la balbuzie

Così il Re balbuziente dichiarò guerra a Hitler - Sono una ben strana coppia Albert, duca di York non ancora asceso al trono di Inghilterra come George VI, e il logopedista australiano Lionel Logue, che dovrebbe aiutarlo a vincere la balbuzie. Tanto il primo è riservato, rigido, attaccato al protocollo, tanto il secondo è spontaneo, semplice, noncurante dell’etichetta. Infatti fin dal primo momento si rivolge disinvoltamente al futuro re chiamandolo «Bertie», soprannome ammesso solo nella stretta cerchia di familiari. Questa schermaglia a due che inizia in maniera conflittuale e si traduce in una duratura amicizia, lo sceneggiatore David Sleider la orchestra sotto forma di dramma da camera, dove prende vivido rilievo di terza protagonista la consorte di Albert, Elizabeth Bowes-Lyon, poi nota come Regina madre e genitrice dell’attuale Elisabetta; mentre sullo sfondo, ma ben individuate, compaiono le figure del vecchio George V, dell’arcigno arcivescovo di Canterbury, di Chamberlain e di Churchill, nonché quella del fratello maggiore di Albert, David alias re Edward VIII prima di essere costretto ad abdicare causa il suo amore per la due volte divorziata statunitense Wally Simpson. Sintonizzandosi sulla struttura drammaturgica, il regista Tom Hooper incornicia la vicenda in interni reali poco spaziosi e di sobria ricchezza, in modo da sottolineare la valenza intimista del travaglio di un uomo terrorizzato all’idea di diventare re. E è soprattutto la balbuzie a far sentire Albert inadeguato al compito in un’epoca in cui la radio, primo mass media a imporsi, richiede da parte di chi regna la capacità di saper comunicare: «La nazione è convinta che quando parlo, parlo per loro e io non sono in grado di parlare» confida a Logue, la cui terapia consiste in realtà in un viaggio nelle pieghe remote dell’inconscio. Giocati sulle differenze culturali e di classe fra l’aristocratico e l’australiano che non è neppure un medico ma un attore shakespeariano fallito, i duetti sono godibilissimi e garantiscono il tono di commedia. Ma, evidenziando che il percorso personale del re va di pari passo con le tappe fatali della Storia, la fotografia dalle fonde penombre e le dense note beethoveniane intramezzate nella colonna musicale evocano anche a livello emotivo la temperie grave di quegli anni. A dimostrazione di quanto la pellicola sia intonata e precisa a tal riguardo, può essere utile sfogliare le pagine di un libro pubblicato nel ‘67 per i tipi Weidenfeld and Nicolson a cura dello storico Robert Rhodes James, ovvero I Diari di Sir Henry Channon , un americano che attraverso il matrimonio con una lady approdò come parlamentare alla camera dei Lord. Pur non essendo mai stato un politico di primo piano, Channon, Chips per gli amici, è una fonte inesauribile: introdotto nei migliori salotti, spiritoso e buon narratore, ci permette di gettare uno sguardo indiscreto nelle segrete stanze del potere nei tribolati mesi del ‘36, che vedranno succedersi tre re: muore a gennaio George V, regna per dieci mesi Edoardo VIII e lo sostituisce a dicembre George VI. Il tema in vista per l’intero anno è quello della relazione fra Edward e Wally, con tutti i problemi che comporta, incluso quello fondamentale di politica estera: Edward fa parte del gruppo di conservatori convinti che Hitler non rappresenti un pericolo per la pace; mentre una minoranza capitanata da Churchill con visione lungimirante insiste sulla necessità che il paese assuma posizioni forti contro i dittatori. In vista degli imminenti accadimenti, l’abdicazione del sovrano filo nazista è da considerarsi dunque un colpo di fortuna. Molto vicino a Edward e pro Wally, Channon si limita a definire laconicamente Albert «noioso, dotato di senso del dovere, di buon carattere». Ma a dicembre ‘36, quando si consumano le ultime fasi del caso che ha tenuto tutti sulle spine, constata che gli York si stanno comportando bene e il 23 dicembre scrive: «La stampa sta cercando di dare popolarità al nuovo regime e forse alla fine ci riuscirà». La qualità di un film così raffinato e attento a trovare il tono giusto è assicurata da una serie i contributi di prima classe che le 12 nominations hanno provveduto a evidenziare. Ma un discorso a parte meritano gli interpreti: la regina Helena Bonham Carter, trepida e autorevole, il logopedista Geoffrey Rush, eccentrico e un poco mistificatore, e Colin Firth già insignito del Golden Globe che di Albert sa rendere la goffaggine e la protervia di casta, la compassata freddezza e la fragilità, il senso di responsabilità e un inaspettato calore umano. È un gioco incredibile di sfumature dal quale escono vincitori sia l’attore che il suo personaggio: il quale all’annuncio della guerra nel settembre ‘39 seppe controllare la balbuzie e parlare al suo popolo, appellandosi a mozioni patriottiche non retoriche e andando dritto al cuore di tutti. ALESSANDRA LEVANTESI *** Ma è Wallis Simpson la convitata di pietra - Il convitato di pietra del film su Giorgio VI è una convitata, Wallis Simpson, la donna che per un pelo non fece cadere la dinastia dei Windsor in Gran Bretagna. L’americana pluridivorziata, con fama di cacciatrice di uomini, negli Anni Trenta si stabilì nella capitale britannica al seguito del marito e finì per fare innamorare perdutamente il futuro re, il principe Edoardo di Windsor: il quale, una volta salito al trono, avrebbe voluto legalizzare la loro unione, sposandola. Siccome era inaccettabile che il re avesse per moglie una donna divorziata due volte, con in più fama di arrampicatrice sociale, Edoardo VIII nel 1936 abdicò al trono. Con il risultato che a succedergli fu appunto il timido fratello Giorgio VI, che mai nella vita aveva pensato di diventare Re. La storia di Wallis Simpson sarà presto nelle sale grazie a un’altra ardita americana, la rockstar Madonna, che per la seconda volta (dopo il cortometraggio «Filth and Wisdom») si mette alla prova nella regia con «W.E.», il film sulla coppia Wallis Simpson e Edoardo VIII. Madonna sarà a Berlino durante il FilmFest per presentare il suo film, anche se l’opera non è in concorso a nessun titolo. Nei panni di Giorgio V, il padre di Edoardo VIII e Giorgio VI, c’è James Fox, mentre suo figlio Laurence Fox sarà Bertie - Giorgio VI: non sarà facile per lui far dimenticare la performance da Oscar di Colin Firth. L’irresistibile americana sarà Andrea Riseborough (anche se il ruolo sembrerebbe fatto su misura per la stessa Madonna...): mentre il Re Edoardo VIII sarà James D’Arcy. Per assicurare la verità storica al suo film, Madonna ha parlato con molti storici, lo staff di B u c k i n g h a m Palace e anche alcuni membri non di primo piano della famiglia reale, in particolare Principessa Michael of Kent. Parallelamente a una delle storie d’amore più discusse del Novecento corre una storia moderna, tra una donna sposata e una guardia di sicurezza russa. [S.N.]