30 dicembre 2010
Tags : Licio Gelli
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "GELLI, LICIO"
2010
[Intervista a Mario Pepe, medico e deputato delgOnorevole Pepe è pronto al terzo grado?
Voi del Fatto siete dei bei furbacchioni, io non dovrei parlare lo so….
Ma lei non ci conosce…
Non pensi di fregarmi. Io vi leggo tutti i giorni!
Non può fare a meno di Travaglio?
No, seguo il precetto di Licio Gelli, ma questo non lo scriva.
Che precetto?
Leggi sempre tutti i necrologi, partecipa a tutti i matrimoni, non perderti un solo funerale.
E cosa c’entra, scusi?
Perché le mogli portano spesso alla rovina i mariti, perché quando vedi i necrologi capisci la rete delle amicizie, e perché dai funerali capisci tutto il resto. Il che per un politico è indispensabile.
Fonte: Luca Telese, il Fatto Quotidiano 17/12/2010
Processo Parmalat, i 18 anni di Callisto Tanzi.
[...] per gli standard italiani il tribunale di Parma ha avuto la mano pesante. Le pene per i Tanzi, Calisto e Giovanni, e per il direttore finanziario Fausto Tonna contendono il primato, nel settore dell’economia, a quelle comminate nel 1992 a Umberto Ortolani (19 anni), a Licio Gelli (18,5 anni), [...].
Fonte: Orazio Carabini, Il Sole 24 Ore 10/12/2010
Parentopoli, Roma. L’ultima assunzione finita al centro delle polemiche è quella del capo servizio prevenzione e protezione dell’Atac, il giudice Giuseppe Renato Croce. Già membro della P2 di Licio Gelli. Più della massoneria deviata, però, per diventare dirigente dell’azienda che gestisce gli autobus della Capitale aiuta la militanza nei gruppi extraparlamentari.
Fonte: Marco Sarti, Il Riformista 4/12/2010
«Chi ha salvato la Banca d’Italia in quei difficili frangenti è stato Giulio Andreotti». [Giuseppe Guarino, 88 anni, docente universitario e avvocato, ministro delle Finanze nel governo Fanfani del 1987 e dell’Industria nel governo Amato del 1992.]
[...] L’attacco alla Banca d’Italia – disse [Guarino] – viene fatto risalire a tre ispiratori, se non propriamente mandanti, Rovelli, Gelli, Sindona.
Fonte: Orazio Carabini, Il Sole 24 Ore 14/11/2010
[Gioele Magaldi, massone]. “I rapporti di Berlusconi con la massoneria non sono mai cessati”. Ma prima fa una premessa: quello che fu scoperto nella casa di Gelli, l’elenco di 962 nomi più documenti, è solo una parte del materiale sulla P2.
Fonte: Giusy Arena e Filippo Barone, il Fatto Quotidiano 28/9/2010
Berlusconi e la P2. [...] Ma per Silvio Berlusconi l’avventura massonica è iniziata negli anni Settanta. Numero di tessera 1816, fascicolo 625, codice E 19.78, gruppo 17 (quello del settore editoria): il “fratello” Silvio Berlusconi si affilia alla loggia P2 del Maestro Venerabile Licio Gelli il 26 gennaio 1978. È la sua prima, vera “discesa in campo”.
Fonte: Gianni Barbacetto, il Fatto Quotidiano 28/09/2010
Lega Nord. Il Miccichè spiegò quindi che la Lega Nord, e all’interno di essa non tanto Bossi, che era un “pupo”, quanto il senatore Miglio, era l’espressione di una parte della Democrazia cristiana e della massoneria che faceva capo all’onorevole Andreotti e a Licio Gelli.
Fonte: Maurizio Torrealta, La trattativa, Bur € 13 Milano 2010.
27 Dicembre [1993] – Nell’ambito dell’inchiesta sulla Loggia P2, il gip Francesco
Monastero, su richiesta del pm Elisabetta Cesqui, sequestra a Licio Gelli 16 miliardi e
400 milioni.
Fonte: L’Espresso del 18 novembre 1999 e archivio ANSA, frammento n°1390569
[Tentativo di far nascere la lega del Sud]. Della composita compagnia facevano parte il Maestro Venerabile Licio Gelli e tanti altri massoni delle logge meridionali , l’ex sindaco mafioso di PalermoVitoCianciminoegliuomini di Cosa Nostra che riferivano a Leoluca Bagarella, i fascisti Stefano Delle Chiaie, Adriano Tilgher, Giancarlo Rogno
Fonte: Gianni Barbacetto, il Fatto Quotidiano 16/09/2010
Non ho capito che cos’è la P3.
Fece scandalo, nell’anno 1981, la scoperta a Castiglion Fibocchi di una lista di 953 eminenti iscritti alla loggia massonica Propaganda 2 (P2). C’erano dentro, per esempio, anche Maurizio Costanzo e Berlusconi. Comandava il venerabile Licio Gelli, già fascista e imprenditore nel ramo materassi. Costui aveva anche preparato un piano di occupazione dello Stato, che prevedeva il controllo radio-televisivo, la revisione della Costituzione, la soppressione dell’immunità parlamentare, la riforma dell’ordinamento giudiziario, la revisione delle competenze delle forze dell’ordine, la sospensione, per due anni, dei sindacati, il blocco dei contratti di lavoro. Parecchi nemici di Berlusconi sostengono che oggi, di fatto, il piano Gelli è stato attuato dal Cavaliere.
Fonte: La Gazzetta dello Sport Anno IV, numero 1239 15/07/2010
[Che gliene importava a Carboni di avere Cosentino governatore in Campania?]
Non si sa. Carboni è implicato in parecchie altre inchieste e una di queste riguarda un traffico di rifiuti che coinvolge la discarica Calancoi, in Sardegna, di sua proprietà. Ci sono vecchi fascicoli sull’alleanza Licio Gelli-casalesi-massoni che riguardano proprio il traffico di rifiuti. [...]
Fonte: La Gazzetta dello Sport Anno IV, numero 1234 10/07/2010
Documento Senzani. [Intervista a Libero Mancuso]. Tenga conto di un’altra cosa: quando in Parlamento venne chiesto da Berlinguer e Pecchioli al ministro della Difesa e dell’Interno cosa sapessero della P2 e di Gelli, fu risposto che non ne sapevano nulla e non risultava nulla».
Fonte: Maurizio Piccirilli, Il Tempo 4/08/2010
Per quel massacro la giustizia italiana ha condannato all’ergastolo con sentenze definitive i neofascisti Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro; e a trent’anni Luigi Ciavardini. Costoro come esecutori materiali. Ma come depistatori, inquinatori delle indagini, sono stati condannati Licio Gelli, Francesco Pazienza, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte. Erano tutti, questi ultimi quattro, aderenti alla loggia massonica P2; gli ultimi tre dirigenti dei servizi segreti dello Stato. Questo dovrebbero ricordarlo bene tutti coloro che ancora oggi banalizzano la P2 come una sorta di pittoresca lobby di incappucciati.
Fonte: Michele Brambilla, La Stampa 30/07/2010, pag. 1
«Il tempo della P2 non è mai finito. Raffi non ha fatto nessuna pulizia: solo proclami retorici e mistificatori. E nessunarealtà massonica rilevante, in Italia, può sfuggire al "controllo" del Grande Oriente. Diciamo che la P2 ha assunto nuove maschere, senza alcuna effettiva soluzione di continuità rispetto all’opera di Licio Gelli, che era perfettamente
organico ai vertici del Goi»
Fonte: frammenti, scheda n °217923
P3 è il nome dato dai magistrati romani a quella sorta di loggia segreta che avrebbe unito esponenti di spicco della politica, degli affari e della magistratura tesa a condizionare l’operato delle istituzioni e la cui esistenza è emersa nelle recenti inchieste. Il riferimento è alla P2 di Licio Gelli, la loggia massonica segreta scoperta nel1981 dalla magistratura milanese e a cui aderiva un migliaio di personaggi di primo piano.
Fonte: il messaggero, 20/07/2010
Proprio il riferimento alla P2 di Gelli spinge i giornali a battezzare P3 l’associazione di Carboni.
fonte:f rammenti, scheda n°217244
Il settantottenne Flavio Carboni è in cella da solo nella settima sezione di Regina Coeli, carcere di Roma. Ieri pomeriggio ha accolto Francesco Barbato, deputato Idv, con un sorrisetto ironico: «Sto qui dentro e non so nemmeno perché. Sono trent’ anni che sono a capo di un comitato, una specie di P2...» In carcere Carboni ci è finito proprio per il reato di associazione segreta, violazione della legge antiP2. [...] Il suo legale ora ha rinunciato a parlare con il pm: «Aspettiamo direttamente il giudice», ha spiegato il faccendiere di Licio Gelli all’ onorevole Barbato
Fonte: Alessandra Arachi, Corriere della Sera 11/07/2010
I rapporti di Berlusconi con la massoneria non sono mai cessati”. Ma prima fa una premessa: quello che fu scoperto nella casa di Gelli, l’elenco di 962 nomi più documenti, è solo una parte del materiale sulla P2. Il resto – secondo lui la parte più scottante – non è stato divulgato. (...) Materiale custodito in almeno quattro parti diverse, perché potrebbe avere “conseguenze piuttosto traumatiche”. (...)
Fonte: frammenti, scheda n°1391278
L’ingresso nella P2 non sarà altro che la realizzazione del programma politico enunciato in quell’intervista.LaloggiadiGelli era diventata centrale, nel sistema dei poteri segreti in Italia, dopo la “svolta del 1974”.
Fonte: Gianni Barbacetto, il Fatto Quotidiano 28/9/2010
Rapporti tra Vaticano, massoneria, abnda della Magliana.
Prima ci fu l’attentato a Roberto Rosone, il vicepresidente dell’Ambrosiano, che si doveva “addolcire” perché metteva i bastoni tra le ruote a Calvi. Poi furono fatte avere delle fotografie al Papa: lo ritraevano in una piscina attorniato da suore. Gliele avrebbe portate Licio Gelli, ma non ebbero effetto
Fonte: 1389943
[La morte di girogio Ambrosoli] . [...]Ambrosoli arriva al cuore del sistema: alla Fasco, la società in Liechtenstein che Sindona sperava restasse fuori dal crac.[...] Far politica per il Paese per Ambrosoli significa opporsi ai piani [...] i piani sostenuti dagli uomini di Andreotti (e della P2)
[...] Si danno da fare anche Licio Gelli, Massimo De Carolis e, senza troppa convinzione, il banchiere dell’Ambrosiano Roberto Calvi, che in realtà aspira a prendere il posto di Sindona.
Fonte: Gianni Barbacetto, il Fatto Quotidiano 10/9/2010
Vauro Senesi è il vignettista de Il Manifesto dai tempi in cui Berlusconi manco aveva messo su le televisioni.
A proposito di maestri, non hai mai nascosto il fatto di venire dalla Toscana.
«Da Pistola. Altri miei esimi concittadini sono: Vanni Fucci il traditore, Mamma Ebe e Licio Gelli.
Fonte: Alberto Piccinini, Rolling Stone luglio 2010
Flavio Carboni, quel gentiluomo nativo di Torralba arrestato per l’ ennesima volta l’ altro giorno con l’ accusa di aver messo insieme una specie di P3, evoluzione post moderna della P2 del materassaio Licio Gelli.
Fonte: Alberto Statera, la Repubblica 10/07/2010
Giovedì, appena diffusa la notizia dell’arresto di Carboni, in molti hanno ricordato i suoi rapporti con Licio Gelli, il Gran Maestro della P2 cui era iscritto Berlusconi.
Fonte: Ferruccio Sansa, il Fatto Quotidiano 10/7/2010
Massoneria in Uruguay. Quel Banco Andino dove Gelli, Ortolani, Tassandin, Calvi e Sindona nascondevano i capitali trafugati dai bilanci Rizzoli, refurtiva che finanziava le squadre della morte, mano nera dei regime. Uruguay dove trionfano le mostre del ”francobollo massone in America Latina”. E dietro al letto dei venerabile Gelli, Castiglioni, capo della polizia di Montevideo, trova l’elenco dei fratelli passati a fil di spada, gli stessi nomi sequestrati ad Arezzo.
Fonte: Maurizio Chierici, il Fatto Quotidiano 6/7/2010;
Che cos’è la banda della Magliana.
Banda della Magliana è il nome attribuito a quella che è considerata la più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma. Il nome deriva dal quartiere nel quale risiedevano molti dei suoi componenti. A questo gruppo criminale vennero attribuiti legami con Cosa Nostra, camorra, ’nrangheta, ma anche con esponenti del mondo della politica come Licio Gelli e la Loggia P2 nonché con esponenti dell’estrema destra di stampo eversivo, con i servizi segreti e anche con settori della finanza vaticana.
Fonte: frammenti, scheda n°216061
[Intervista a Corrado Carnevale, 80 anni, ex presidente della Cassazione]
«Le racconto un episodio, capitato molti anni fa. Spinoso, perché riguardava Licio Gelli. Era accusato di strage per l’attentato alla stazione di Bologna. Verrà poi condannato per calunnia, che è una cosa leggermente diversa dalla strage. In camera di consiglio eravamo in cinque. Lessi le 40 pagine della requisitoria che lo accusava di strage. Poi chiesi l’opinione dei quattro consiglieri: ” acqua fresca” mi risposero tutti e quattro. Allora la annulliamo,
dissi. ”E che? Vogliamo andare a finire sui giornali?” fu la risposta. Votammo, persi quattro a uno. Da allora nella magistratura italiana nulla è cambiato».
Fonte: Andrea Marcenaro, Panorama 8/7/2010
[I massoni democratici.] Dietro il cancan si celano, forse, il riallineamento alla nuova stagione politica e una ennesima sfida per il potere nel Grande Oriente, l’Obbedienza principale d’Italia, finita nel tritacarne con la P2 di Gelli nell’81, l’inchiesta di Palmi nel ”92 e ciclicamente nei titoli dei giornali per qualche rivelazione sulla massoneria deviata.
Fonte: Goffredo Buccini, Corriere della Sera 13/06/2010
[Giudici].Tra un Falcone e un Carnevale, la gente non aveva dubbi: l’uno era famoso per aver arrestato il Gotha di Cosa Nostra, l’altro per aver annullato centinaia di condanne di mafiosi. I giudici piduisti, quelli dei porti delle nebbie, invece, erano maestri dell’insabbiamento, e campavano sereni proprio grazie al silenzio complice della stampa di regime. Quando i loro nomi finirono sui giornali, dovettero battere in ritirata. Per questo Gelli, che vedeva lungo, voleva cancellare i nomi degli uni e degli altri dai giornali.
Fonte: Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano 13/06/2010
[Legge bavaglio]. C’è uan normetta nella legge-bavaglio che descrive meglio di qualunque altra l’albero al quale (ci) siamo impiccati da 16 anni. E’ l’articolo 6-ter: ”Sono vietate la pubblicazione e la diffusione dei nomi e delle immagini dei magistrati relativamente ai procedimenti e processi penali loro affidati…”. E’ copiato pari pari dal Piano di Rinascita Democratica della loggia P2, scritto da Licio Gelli e dai suoi consulenti a metà degli anni 70 e rinvenuto nel 1982 nel doppiofondo della valigetta della figlia del Venerabile: ”Ordinamento giudiziario: le modifiche più urgenti investono: (…) il divieto di nomina sulla stampa i magistrati comunque investiti di procedimenti giudiziari ”.
Fonte: Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano 13/06/2010
Le dichiarazioni del gran maestro socialista Lino Salvini di avere contribuito con 150 parlamentari all’elezione alla presidenza di Leone, e di Licio Gelli di tenere in pugno il Paese, fanno parte più della millanteria che della storia.
Fonte: Massimo Teodori, Corriere della Sera 07/06/2010
[Intervista a Edoardo Sanguinetti].
Cosa imparò in Parlamento?
La cosa importante di quegli anni fu la commissione presieduta dalla Anselmi sulla P2. Io non ci partecipavo ma ebbi un’opinione straordinaria di lei. Gelli era la chiave di volta per capire tante cose.
Fonte: Andrea Di Consoli, Il Riformista 19/5/2010
[La terza elezione consecutiva di Gustavo Raffi, che regna ormai da undici anni sul Grande Oriente d’Italia, ha scatenato una rivolta interna].
Non era successo nemmeno ai tempi della P2 di Licio Gelli, nelle cui liste i livornesi erano addirittura una trentina: i conti, allora, si regolarono in famiglia. Ora, invece, i panni sporchi si lavano in piazza. Davanti al giudice, a colpi di carte bollate. Fonte: Sergio Rizzo-Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 15/05/2010
Una lapide per celebrare la P2.
L´artista visivo e concettuale Luca Vitone espone 30 metri quadrati di lapide alla Galleria Michel Rein di Parigi. Ma il dato significativo è che sotto all´enorme iscrizione, si leggono i nomi degli iscritti alla P2, completi di titolo, città e numero di fascicolo. In un´altra opera di dieci metri è ritratto, in marmo bianco di Carrara, il classico triangolo massonico con i raggi fuori, l´occhione dentro e il titolo «Souvenir d´Italie». Il senso dell´ispirazione di Vitone, in estrema sintesi, è che per come si stanno mettendo le cose, al dunque Gelli e i suoi adepti avevano capito tutto; e alla base dell´odierna stagione politica c´è l´immaginario ormai stabile e realizzato della loggia. [...]
Fonte: Filippo Ceccarelli, la Repubblica 28/04/2010
[Nicolai Lilin] Che Lilin abbia militato nei servizi segreti, per le sue amicizie più disparate e trasversali, che vanno dal fondatore della loggia P2 Licio Gelli a Roberto Saviano.
Fonte: Matteo Maresi, Rolling Stone e rollingstonemagazine.it, aprile 2010
[Petrolio, la bomba di Pasolini ]Secondo due appunti segreti del Sismi e del Sisde scoperti da Calia, Cefis aveva fondato la loggia P2 per poi passarla al duo Gelli-Ortolani, per paura, dopo lo scandalo dei petroli, tra il 1982 e il 1983. Era questa la bomba di Pe t ro l i o ? Dunque, Pasolini aveva capito forse troppe cose, non solo del delitto Mattei ma anche delle stragi di Stato.
Fonte: Gianni D’Elia, il Fatto Quotidiano 2/04/2010
[Il racconto di Angelo Rizzoli sull’acquisto, da parte del padre, del 100% del Corriere della Sera].
Quei soli adarono dalle tre banche italiane del gruppo ad una società panamense sponsorizzata dallo Ior presso il Banco Ambrosiano Oversea ltd. Da lì il fiduciario di Calvi nella banca mandò questi soldi presso una società che si chiamava Zirca, anagramma di Capitale Rizzoli, [...] Da lì questi fondi andarono per 30 mln a una società delle Isole del canale presso una banca dublinese, il cui fiduciario era Bruno Tassan Din, mentre gli altri soldi andarono ad altre varie società situate in paradisi fiscali che facevano riferimento a Umberto Ortolani, uno dei personaggi di spicco della P2 e in parte a Licio Gelli.
Fonte: Marco Livi, ItaliaOggi 1/04/2010
[Intervista a Carlo Sconamiglio Pasini]
Come e perché fu nominato presidente della Rizzoli nel 1983?
Erano venuti alla luce gli intrecci fra Roberto Calvi, Licio Gelli, Umberto Ortolani e Bruno Tassan Din. Il 18 febbraio era stato arrestato Rizzoli, che rassegnò le dimissioni da presidente.
Fonte: StefanoLorenzetto, il Giornale, 23/03/2010
Parlando di Eugenio Cefis, grande capo della Montedison pubblica e sponda imprenditoriale di Licio Gelli e della P2, che continuava a comprare giornali su impulso della Dc, Ottone dice [...].
Fonte: Dagospia, Stefano Feltri Il Fatto 20/03/2010
[Incontri Gay. Il vaticano sospende Balducci, l’ex corista].
Come ha ricordato di recente Avvenire, ci fu un solo caso di decadenza registrato negli ultimi anni: Ortolani, sodale di Licio Gelli. Fu insignito del titolo nel 1963, e depennato 20 anni dopo. In quell´occasione, nessuno comunicato ufficiale: il nome di Ortolani semplicemente sparì dall´Annuario a partire da quell´anno.
Fonte: Marco Ansaldo, la Repubblica 5/03/2010
[Il figlio di Ciancimino].
«Mio padre mi disse che lui si incontrò con Licio Gelli nel ’90 a Cortina, lui che odiava la montagna, lui uno che non ha fatto un bagno a mare se non nel fiume di Corleone, che non si spostava mai. Fu un incontro a due...».
[...] Licio Gelli, interpellato telefonicamente dal Giornale, nega decisamente la circostanza: «Non ci ho mai parlato né a Cortina né altrove perché, semplicemente, questo signor Ciancimino non l’ho mai visto o sentito in vita mia».
Fonte: Gian Marco Chiocci per il Giornale [15-01-2010] rilanciato da dagospia
Sigonella: è la parola magica che il fan di Bettino Craxi introduce nella discussione, quando sta per soccombere a causa dell’elenco delle tangenti, delle condanne, dei conti all’estero; e poi degli incontri con Licio Gelli, delle spartizioni di potere con Giulio Andreotti
Fonte: Gianni Barbacetto, Il Fatto Quotidiano 10/1/2010
Massoni. Incaricati dalla Montedison dell’operazione, il consulente Sergio Cusani e l’amministratore delegato Carlo Sama si rivolgono a Luigi Bisignani (giornalista Ansa iscritto alla P2 di Licio Gelli), che l’11 ottobre 1990 apre allo Ior il conto ”Louis Augustus Jonas Foundation”, apparentemente destinato ad «aiuto bimbi poveri».
Fonte: Gianluigi Nuzzi. Vaticano S.p.A., Chiarelettere, 2009, 280 pagine, 15 euro.
Le lettere di Francesco Cossiga a Craxi sono infinite e copiosissime, mentre non è chiaro il significato di una missiva di Cossiga indirizzata presumibilmente a Licio Gelli: «Caro Licio, ho ricevuto la tua segnalazione e mi sono mosso nel senso da te indicato...». Eccetera. datata 5 aprile 1979
Fonte: Filippo Facci, Libero, 3/01/2010
2009
[La mafia e i silenzi di Silvio Berlusconi].
Ci sono anche i rapporti con l’imprenditore Flavio Carboni e il cassiere della mafia Pippo Calò. Gli investimenti immobiliari che avrebbero concluso in Sardegna. L’appartenenza alla P2 alla quale Berlusconi si era iscritto nei primi mesi del 1978 su invito di Licio Gelli. Nella lista ci sono domande sul pagamento di somme di denaro ad associazioni criminali per lo svolgimento di attività produttive, con particolare riferimento agli attentati ai magazzini Standa di Catania - di cui la Fininvest deteneva il 75 per cento - e per i quali l’azienda non si costituì parte civile nel processo ai responsabili del rogo.
Fonte: Lirio Abbate, L’espresso, 22 dicembre 2009
Intervista a Gianadelio Maletti, 88 anni, è l’ex capo del controspionaggio del Sid. «Un esiliato politico », dice lui.
[...] Andreotti conosceva molto bene il capo della P2. Gelli stesso mi diceva che si vedevano di frequente e che parlavano di politica. E io credevo a Gelli, un uomo di potere che non aveva bisogno di vantare contatti».
Fonte: Nicola Palma, Andrea Sceresini, Maria Elena Scandaliato, L’espresso, 16/12/2009
L’affare della monnezza, già in passato, ha fatto vittime illustri: Licio Gelli e altri massoni finirono indagati insieme ai casalesi per il traffico di rifiuti tossici verso la Campania.
Fonte: Emiliano Fittipaldi, L’espresso, 15 ottobre 2009, pag. 85
Dal 1981 ad oggi Gelli ha accumulato condanne definitive per reati che hanno fatto storia: principale responsabile della bancarotta dell’Ambrosiano di Roberto Calvi; stratega dei più gravi depistaggi del Sismi (la prima delle tante false piste internazionali) per la strage di Bologna. Gelli ha scontato la pena a casa, nella villa aretina intitolata alla moglie Vanda Vannacci, per gravi motivi di salute, che peraltro dieci anni fa non gli impedirono di evadere. Nel 2003, intervistato da ’Repubblica’, aveva scherzato sulle analogie tra il suo piano di rinascita e il programma del governo presieduto dal suo più ricco affiliato, Silvio Berlusconi: "Sì, forse dovrei avere i diritti d’autore. La giustizia, la tv, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto trent’anni fa". Oggi, festeggiati i 90 anni, Gelli non è solo il custode di segreti di un passato che non passa. il protagonista di nuovi intrighi. Riceve industriali. Tratta affari. Istruisce colonnelli. Offre appoggi. E fa da consigliere all’organizzatore di una nuova rete di "fratelli".
A documentare il ritorno di Gelli è l’inchiesta di una piccola procura del Nord, ora trasmessa ai pm antimafia di Palermo.
Fonte: Lirio Abbate e Paolo Biondani, L’Eespresso, 8/10 2009
La P2 è sciolta ma con Berlusconi e Craxi l’obiettivo di Gelli di «dissolvere la Rai in nome della libertà d’antenna», sopravvive. Da quei primi anni ottanta si va avanti con situazioni illegali, monopoli selvaggi, ritardi. La guerra delle tivù è un capitolo della storia italiana mai chiuso, neppure dai governi di centrosinistra.
Fonte: http://www.unita.it/news/italia/88956/cos_berlusconi_prende_tutto
E Gelli disse: «Berlusconi ha copiato il mio progetto politico»
di Claudia Fusani. Gelli non ha dubbi: «Berlusconi ha preso il nostro Piano di rinascita e lo ha copiato quasi tutto», dice al quotidiano l’Indipendente nel febbraio 1996. Berlusconi ha già governato due anni e la sua idea di premiership è perfettamente sovrapponibile con il progetto di Gelli. Il Piano di rinascita democratica è un documento di quindici pagine suddiviso in capitoli: premessa, obiettivi, procedimenti e programmi a medio e lungo termine. E’ un programma politico e la sua prima stesura risale al 1974. Maria Grazia Gelli, figlia del Maestro, lo aveva nascosto, male, nel sottofondo della valigia. Lo trovano al primo controllo, a Fiumicino al ritorno da Nizza
Fonte: frammenti, scheda n°186053
Raffaele Gelli, figlio del ”Venerabile” Licio (che difende la nuora) deve tenersi a distanza dalla (ex) moglie Marta Santarelli, come stabilito dal Tribunale di Arezzo per lesioni e minacce.
Fonte: Monica Piccini, Novella 2000, n. 35, 27/08/2009, pag. 4
[Roberto Calvi] Il braccio destro di Licio Gelli nella loggia P2 è scomparso nel 2002 e chissà se è mai stato privato del titolo di «Grande Ufficiale al merito della Repubblica» o se ha portato la medaglietta verde nella tomba. Intanto il Vaticano l’aveva cancellato dalla lista dei «Gentiluomini di Sua Santità», il più alto riconoscimento per un laico.
Fonte: Mario Gerevini, Corriere della sera 11/09/2009
[La Lega del Sud].
Il battesimo all’hotel Midas nel ”90 della Lega meridionale Centro- Sud-Isole (diffidata a sua volta per vie legali da un’altra «Lega Meridionale ») che si presentò offrendo la candidatura a Vito Ciancimino (che declinò) e Licio Gelli, che mandò un affettuoso augurio a «quanti si riconoscono nell’ideale di ricostruire un’Italia democratica, onesta, pulita per un suo futuro di prosperoso benessere».
Fonte: Gian Antonio Stella, Corriere della sera 12/07/2009
[Angelo Rizzoli] .«Per me la P2 è una lista di nomi fatti trovare da Gelli a Castiglion Fibocchi – risponde Rizzoli ”. Cosa fosse davvero, io non l’ho mai saputo. Non ho mai partecipato a una riunione, al processo non sono stato chiamato neppure come teste. Ho avuto sei processi per altri motivi, e sono stato sempre assolto.-
Fonte: Aldo Cazzullo, corriere.it, 25/05/2009
Fra le persone ricordate da Barone infatti compaiono Filippo Micheli (segretario politico democristiano), Flavio Orlandi (massone e segretario amministrativo del Psdi, Licio Gelli (capo della P2)
Fonte: frammenti, scheda n°179214
La finanza delle opwere di male.
La singolare potenza dell’IOR [Istituto Opere di Religione] è dunque consistita nel fatto che da una parte della cerniera c’è il Vaticano, non come autorità religiosa, ma come potenza finanziaria in grado di rendere servizi discreti, occulti ed efficaci ai politici corrotti, alla criminalità internazionale e agli affaristi italiani; e dall’altra si muove quel sottobosco della politica italiana che si serve di professionisti dell’intermediazione illegale come Licio Gelli.
Fonte: Massimo Teodori, Il Sole 24 Ore-Domenica, 06/2009
[Indagini sul progetto Urano] Garelli, scrive la Digos, «nella metà degli anni Ottanta entrò in contatto con qualche elemento già iscritto alla Loggia P2 di Licio Gelli e precisamente Giampiero Del Gamba e Elio Sacchetto (uno dei protagonisti del progetto Urano). [...] Del Gamba, Il 3 agosto 1990 si è recato a Villa Wanda, residenza di Licio Gelli».
Fonte: Luigi Grimaldi, Liberazione 10/04/2009
Il dipietrista Felice Belisario: «Cicchitto è davvero l’ultima persona che può venirci a parlare di libertà di informazione e indipendenza della stampa. Da fedele affiliato alla loggia P2, Cicchitto aveva sottoscritto il programma di Gelli che prevedeva, tra le altre cose, l’eliminazione della libera informazione e il perseguimento di fini opposti a quelli previsti dalla nostra Costituzione.
Fonte: Fabrizio D’Esposito, Il Riformista 14/04/2009
L’Italietta dei misteri. [Loggia P2]. A margine di tutto ciò, vale infine segnalare che in base a un appunto del Sismi rintracciato dallo stesso Calia, la Loggia P2 sarebbe stata fondata in realtà da Cefis, che l’avrebbe diretta sino a quando fu presidente della Montedison; poi sarebbe subentrato il duo Umberto Ortolani-Licio Gelli... E qui le "trame" d’Italia si ingarbugliano ulteriormente, forse troppo.
Fonte: Luigi Mascheroni, Il Giornale 8/04/2009
Il vero potere Gelli diceva che lo deteneva chi ha i mezzi di informazione e Berlusconi era la tessera 1816 della P2 di cui Gelli era capo». Eccetera.
Fonte: Maria R. Calderoni, Liberazione 29/03/2009
Giulio Caradonna, classe 1927, otto legislature, oltre trent’anni in Parlamento [...] ”Gelli era una bravissima persona. Sono stato con lui nella P2, e per questo fui sospeso dal Msi, perseguitato da inchieste di partito, ma poi riammesso. Perché da Gelli mi aveva mandato Almirante: ”Vedi un po’ di parlare con questo signore, perché senza il suo assenso i soldi ai partiti non arrivano’. La missione ebbe successo, e Gelli aiutò Almirante [...] Giorgio mi espresse la sua eterna gratitudine.
Fonte: frammenti, scheda n° 173017
[Ange lo Rizzoli ]. Resta il fatto che, dopo ventisei anni l’ex proprietario del Corriere della Sera esce totalmente pulito dalla trama giudiziaria iniziata il 17 marzo 1981 con la perquisizione a villa Wanda, abitazione di Licio Gelli, gran capo della P2.
Fonte: Nino Suseri, Libero 27/2/2009
Licio Gelli. Il 7 giugno 2007 è stato assolto con la
formula dubitativa dalla Corte d’assise di Roma.
Fonte: frammenti, scheda n°161531
2008
Che il mondo ride di noi, che le leggi sono tutte incostituzionali e che il Colle è imbelle, imbranato, che stanno distruggendo la giustizia come voleva Gelli, che il governo ha impoverito il Paese, sono tutti precari, [...].
Fonte: Filippo Facci, il Giornale 2/10/2008, pag. 1
[Smaltimento illegale di rifiuti]. C’è Gaetano Cerci "che peraltro è in contatto con Licio Gelli e con il suo vice così come mi ha riferito dieci giorni fa". Il racconto è agghiacciante. Sembra che la zona tra Napoli e Caserta venga colpita dalla nuova febbre dell’oro.
Fonte: Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi, L’espresso 19/9/2008
[Lucia Poli] E sono calata a Roma con Piero Gelli per fare una trasmissione sulla letteratura italiana contemporanea. Roma era meravigliosa. Ho scritto dei testi,
Fonte: Irene Bignardi, la Repubblica 22/08/2008, pag. 47
[Intervista al professor. Giancarlo Elia Valori. No. La povera Evita non meritava quel trattamento post mortem.
«Diario» scrisse: «Quando Perón nel 1973 torna in Argentina da trionfatore, sull’aereo che lo porta da Madrid a Buenos Aires, insieme ai notabili peronisti, alla moglie Isabelita e al cadavere di Evita trafugato dal cimitero di Milano, ci sono due italiani: Licio Gelli e Giancarlo Elia Valori».
Una menzogna. Non è che se conosci qualcuno devi fare tutto insieme con lui.
Gelli la cacciò dalla loggia segreta.
Avevo rapporti con molti uomini della P2. Quello che Gelli ha scritto e fatto a mia insaputa non m’interessa. Però il teorema della P2 come rete universale e suprema del potere italiano s’è oggettivamente dimostrato falso.
Fonte: Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 7/07/2008
[Sabrina, fu la moglie di Enrico De Pedis] primi due anni sono di «grande passione», dice Sabrina, fino a quando – novembre ’84 – Renatino viene arrestato dalla Squadra Mobile proprio a casa di lei, in via Elio Vittorini, all’Eur. [...] In quegli anni lei ha visto molte cose. Gelli («Credo che anche Renato s’iscrisse alla P2 [...]Vide molte cose Sabrina, che però non doveva vedere.
Fonte: Fabrizio Caccia, Corriere della Sera 24/06/2008, pag. 1
Confessioni. Giampiero Fiorani, in carcere, ai magistrati, il 10 luglio 2007: «Licio Gelli investiva i danari dei corleonesi di Totò Riina nella banca del Vaticano. […] Quando il Papa venne in Sicilia e scomunicò i mafiosi, i boss si risentirono soprattutto perché portavano i loro soldi in Vaticano».
Fonte: Curzio Maltese. La questua: quanto costa la Chiesa agli italiani (Felitrinelli, 2008).
[Tre italiani su quattro sono ”ascoltati”, calcolava l’Eurispes nel 2005].
Si puù inire nel tritacarne con tutta la famiglia per aver scritto un articolo più informato degli altri. Com’è accaduto a Gianmarco Chiocci del Il Giornale, oppure a Liana Milella de La Repubblica e a tanti altri. Chiocci aveva rivelato i luoghi della latitanza di Gelli in Francia ed è finito sotto intercettazione per tre anni, più di mille giorni, centinaia di milioni buttati. Fonte: Massimo Martinelli, Il Messaggero 6/06/2008
Andreotti pensa soprattutto alla "fotografia" di se stesso. Ogni tanto nel buio chiede «ma Gelli è ancora vivo?», «e Riina? ».
Fonte: 8, Goffredo De Marchis, Edmondo Berselli, La Repubblica 15/05/2008
[Eppure c’è chi tifa per Ciarrapigo]. L’imprenditore romano con sentenza della Cassazione nell’aprile del 1998 fu condannato, assieme a gente del calibro di Licio Gelli, Francesco Pazienza e Umberto Ortolani (deceduto nel 2002), tra le altre cose, anche a risarcire e rimborsare in solido le parti civili.
Fonte: Emilio Gioventù, ItaliaOggi, 13/03/2008
[Tullio Pironti] Fece scalpore quando rinunciò a pubblicare il memoriale di Licio Gelli.
“Avevo versato al Venerabile un congruo anticipo. Passai tre notti insonni a rimuginare, alla fine decisi per il no. Quel libro era una delusione, non aggiungeva nulla alle verità già note. Rinunciai a una fortuna…»
Fonte: Giancarlo Dotto, La Stampa 14/01/2008
[Intervista a Carlo Caracciolo, principe di Castagneto, duca di Melito].
Tra le carte di Gelli trovarono anche il famoso patto di non belligeranza tra voi e la Rizzoli… Non una bella cosa… Un cartello…
«Era solo un impegno a non ostacolarci a vicenda».
Gli oligopoli nascono così!
«vero».
Fonte: Claudio Sabelli Fioretti, La Stampa 10/01/2008
2007
[Intervista ad Aldo Savoldello, in arte Silvan]. Siamo a cento metri da Palazzo Giustiniani, sede del Grande Oriente d’Italia, la massoneria italiana. Per caso Licio Gelli contattò anche lei, all’epoca della P2?
"Ci provò, in effetti. Alla fine degli anni Settanta mi chiamò tre volte, forse dopo aver visto uno spettacolo che feci ad Arezzo, per chiedermi se volevo diventare un ”fratello”. Ringraziai e declinai l’offerta. Sono un borghese tranquillo: così ho vissuto, così voglio restare".
Fonte: Andrea Scarpa, Vanity Fair 20/12/2007, pag. 160.
Due altri elementi che sono emersi dal dibattito riguardano la loggia P2 di Licio Gelli. Il primo è che, durante le indagini per il rapimento di Moro nella primavera del 1978, i tre capi dei servizi di sicurezza italiani fossero tutti uomini di Gelli legati alla P2 e che la loggia non fosse, come alcuni per molti anni hanno ripetuto, un’accolita di spregiudicati affaristi ma, al contrario, uno straordinario centro di potere che annoverava più di duemila tra politici, imprenditori, militari, magistrati e giornalisti penetrati profondamente nelle istituzioni e negli apparati dello Stato (e non novecento, come sembrava dall’elenco sequestrato da Turone e Colombo nella villa gelliana di Castiglion Fibocchi). E si trattò di un centro di potere, forse il massimo, dell’oltranzismo atlantico e anticomunista nel nostro Paese.
Fonte: Dagospia 24/10/2007 (Nicola Tranfaglia, L’Unità 23/10/2007)
Tra poco le Giunte delle Camere risponderanno alla richiesta milanese d´usare dialoghi intercettati, dove figurano parlamentari d´ambo le sponde, negli affari Unipol e Bpi. Caso grosso nella commedia politica e siccome se ne parla in varie chiavi, talvolta capziose, inquadriamolo. Gli artt. 3, 5, 6 l. 20 giugno 2003 n. 140 (già dichiarata invalida nel punto concernente un´immunità dei presidenti) appartengono alla cabala reazionaria su cui Licio Gelli rivendicava spiritosamente diritti d´autore: idee esposte nel «Piano d´una rinascita democratica», anno 1976, rifioriscono in aria bicamerale attraversando l´età berlusconiana
Fonte: Franco Cordero, la Repubblica 19/09/2007
E se nel Psi l’ascesa si interrompe appena il suo nome viene scoperto nelle liste della P2 di Licio Gelli, Cicchitto riaffiora soltanto alla fine degli anni Novanta, quando approda in Forza Italia.
Fonte: Fabio Martini, La Stampa 21/08/2007, pag.11
[Il salvadanaio di Palazzo Koch]. Sono stati depositati lì il 7 giugno 1946 i gioielli di Casa Savoia e un lingotto sequestrato al venerabile, Licio Gelli.
Fonte: Sergio Bocconi, Corriere della Sera 10/08/2007
[L’enigma dei soldi scomaprsi]. Al contrario ogni ricapitalizzazione della Rizzoli era l’occasione di laute creste per i vari Licio Gelli, Umberto Ortolani e Bruno Tassan Din. Ma a differenza di altri "tesoretti" di cui si è persa la traccia, quello svizzero di Gelli - 150 miliardi di lire e 250 chili d’oro – venne confiscato nel febbraio 1996 dal tribunale penale ticinese e messo a disposizione delle parti civili danneggiate dalla bancarotta dell’Ambrosiano.
Fonte: Aldo Bernacchi, Sole 24 Ore 6-7/08/2007 (Dagospia, s.d.)
Lingotti d’oro, tantissimi, di forme e pesi diversi, compresi alcuni importati a suo tempo dall’Urss, con la falce e il martello; ce n’è passato anche uno sequestrato a Licio Gelli, che non si sapeva da dove veniss
Fonte: Stefano Lepri, La Stampa 1/08/2007
Nonostante l’emersione, negli anni successivi, di altre configurazioni, come quella famosa sul coinvolgimento della P2 e di Gelli, la verità è che a tutt’oggi l’unico condannato in primo grado (poi prosciolto per mancanza di prove) è l’alcolista neonazi Christer Pettersson, teatrale reo confesso solo prima di morire nel settembre 2004.
Fonte: Sandro Modeo, Corriere della Sera 28/07/2007, pag.41
Infine, risultano sottoposte a indagini anche attività del finanziere Francesco Micheli, dell’editore-finanziere Luigi Bisignani («elemento attivo, con tessera numero 203, della loggia massonica P2 di Licio Gelli», ricorda il pm nei suoi atti d’indagine) [...].
Fonte: Corriere della Sera 17/07/2007
[L’intervista di Concita De Gregorio a Cossiga]
«È stato Gelli che ha fatto arrivare al Pci attraverso il Banco Ambrosiano il prestito per ”Paese sera”, o no? Una volta ho chiesto a Gelli: ma come mai nessuno ha mai detto dei suoi rapporti con Moro? Lo sa che Gelli si adoperò, coi rumeni, per farlo liberare?».
Veramente Gelli ha detto a ”Repubblica” che per liberare Moro non avrebbe fatto niente. Ha raccontato dell’antipatia reciproca. Ha invece manifestato grande stima per lei, senatore.
«Io non credo che Moro abbia contestato al diplomatico Gelli di essere il rappresentante di un governo autoritario: era troppo fine per una tale grossolanità. D’altra parte non è nemmeno vero che la politica di Moro dispiacesse agli Usa, almeno non più dal momento in cui nasce il governo Andreotti».
La versione di Moro benvoluto dagli americani e di Gelli che si adopera per liberarlo è per lo meno stravagante.
Fonte: Concita De Gregorio la Repubblica, 10/10/2003: l’intervista integrale è in frammenti (scheda 113269)
16 Aprile la Corte di Assise di Roma pronuncia la sentenza al processo contro la loggia P2: tutti gli imputati sono assolti dall’accusa di cospirazione contro le istituzioni. Gelli è condannato a 17 anni per reati minori, calunnia e millantato credito, esulta la difesa.
Fonte: Corriere della Sera Magazine 05/04/2007, Aldo Grasso
Il 10 agosto Licio Gelli evade dal carcere di Ginevra
Fonte:Aldo Grasso, Corriere della Sera Magazine 08/03/2007
[Il problema della gestione del gironale]In questo quadro, si colloca anche il vis-à-vis che Licio Gelli solleciterà a Montanelli, nella camera 219 dell’Excelsior di Roma, il 4 settembre. Un colloquio senza esito. Il Venerabile non farà breccia nel cuore di Indro: «Mi ha detto che quattro ministri dell’attuale governo, 8 sottosegretari e 140 parlamentari dipendono da lui. Questi massoni sono tutti uguali: credono che la loro potenza sia direttamente proporzionale al mistero di cui si circondano e prendono per cose fatte quelle per le quali complottano».
Fonte: Raffaele Liucci, Il Sole 24 Ore 28/01/2007,
2006
[L’Italia all’ombra della massoneria].
Come dubitare, di conseguenza, dei buoni uffici e del potere di Gelli e Ortolani, le due volpi della P2, amici di Peron e dei sanguinari golpisti argentini, di Nixon e di Reagan, dei maggiorenti democristiani e di tanti italiani vogliosi di far carriera. Così capitava che il povero Cossiga - malgrado la sua ansia di apparire il meglio figo del bigoncio - non si accorgesse che i comitati di sicurezza allestiti durante il sequestro Moro annoveravano più amici di Gelli che della verità.
Fonte: Alfio Caruso, La Stampa 4/10/2006, pag. 28
[Il giudice Vittorio Occorsio]. Nel 1975, lavorando su una serie di sequestri di persona avvenuti a Roma, scoprì dei sorprendenti intrecci tra il clan dei marsigliesi, i neofascisti e la massoneria. Interrogò, tra gli altri, un allora pressoché sconosciuto Gran Maestro, Licio Gelli. Qualche giorno prima dell’agguato confidò a un amico giornalista, Franco Scottoni: ”Sto lavorando a qualcosa che potrebbe essere clamoroso”.
Fonte: frammenti, scheda n°124229
[Intervista a Eugeniuo Cefis]
Ha conosciuto Gelli? R. «L’ ho visto una sola volta su richiesta di qualche ministro... Ero presidente di Montedison. Mi fece una tale impressione negativa che quando, dopo averlo incontrato, sono tornato nel mio ufficio di Roma telefonai subito a chi me lo aveva raccomandato e gli dissi di averlo trovato mellifluo. Allora parlar male di Gelli era peggio che parlar male di Garibaldi cento anni prima...».
Fonte: CorrierEconomia 05/06/2006, pag.31 Dario Di Vico
[Intervista a Emanuele Cipriani, l’uomo del dossier Telecom].
Dicono che tra i suoi amici ci sia anche un altro ingombrante personaggio, Licio Gelli.
"Un’altra sciocchezza. Non conosco Licio Gelli, anche se mi è capitato di incontrarlo in circostanze non felici, come il funerale di sua figlia. La verità è che da oltre 15 anni sono amico di suo figlio Raffaello e della moglie Marta.
Fonte: Carlo Bonini e Giuseppe D’Avanzo, la Repubblica 2/6/2006, pag.14.
[La corsa al Quirinale] Una sera a casa di Mancini - rivela Rino Formica, a lungo dirigente e ministro del Psi -, arrivarono il Gran Maestro della Massoneria Salvini, che si diceva vicino ai socialisti, e Licio Gelli, che sarebbe diventato il capo della loggia P2. Da tempo Mancini era in difficoltà, attaccato da un’odiosa campagna di stampa.
Fonte: Marcello Sorgi, La Stampa, 07/05/2006
Le Cinque Giornate di Milano in realtà furono sei. E’ quello che riporta un manoscritto di 82 pagine redatto da un ufficiale della Prefettura di Milano, donato da Licio Gelli all’Archivio di Stato di Pistoia.
Fonte: Alfonso Signorini, Chi, 22/02/2006
Il tribunale di Arezzo ha messo all’asta la villa Wanda di Licio Gelli, 87 anni, condannato nel processo sul crack ambrosiano e obbligato adesso a pagare le spese processuali.
Fonte: Filippo Ceccarelli, la Repubblica 1/02/2006
I gialli finanziari del Ventesimo secolo.
[Michele Sindona]. Venne condannato a 25 anni dai giudici americani. Fece di tutto per evitare l’estradizione in Italia. Ma non ce la fece. Intorno a lui c’era terra bruciata. Era crollato l’Ambrosiano, ma soprattutto era esploso il bubbone marcio della P2. Alla quale pervennero i magistrati indagando proprio sul falso sequestro di Sindona. Lui aveva ormai più nemici che amici. Di lui cominciò a diffidare anche Licio Gelli, il leader della P2, che solo qualche anno prima aveva inviato ai giudici Usa un affidavit pro Sindona assieme a Paolo Spagnuolo, giudice di Cassazione (piduista, tessera 545), e John Mc Caffery, uomo della Hambros Bank in Italia, vicino all’Opus Dei.
Fonte: Il Sole 24 Ore 10/01/2006, pag.9 Aldo Bernacchi
[Esplosione alla stazione di Bologna]
Licio Gelli, maestro venerabile, indica invece la pista internazionale come - chissà perché - il Sismi del generale piduista Giuseppe Santovito.
Fonte: La Repubblica 02/06/2005, pag.1-16 Giuseppe D’Avanzo
Piuttosto fumosa è pure la vicenda di Licio Gelli, in futuro gran maestro della Loggia P2, nel ’44 fascista di cui si dice abbia fatto il doppio gioco e aiutato la resistenza.
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 8/04/2005
2002
[Il potere di chi fa le nomine]. Si va dalla massoneria - «Mai nominarla, sempre tenerne conto» sosteneva De Gasperi: e Gelli in effetti si dava da fare - alla Santa Sede, cui pare spetti una specie di ”non expedit” senza il quale pare che non si possa dirigere il Tg1».
Fonte: Filippo Ceccarelli La Stampa, 15/02/2002
Prima degli onorevoli a Montecitorio c’erano i papi. [Le foto di Papa Wojtyla che faceva il bagno in piscina]
Fu Licio Gelli, in quel caso, che per ingraziarsi il nuovo pontefice tolse di mezzo quelle immagini consegnandole poi a un potente perché le restituisse con i dovuti insegnamenti in Vaticano.
Fonte: Filippo Ceccarelli La Stampa, 14/11/2002
2001
[Collegamenti tra l’Argwntina di Peron e l’italia].
Ma il vero motivo di interesse, più che in Perón, era in un signore italiano dai capelli bianchi, verso il quale il presidente argentino aveva un atteggiamento assai deferente. Ad Andreotti parve che somigliasse al direttore dello stabilimento Permaflex di Frosinone, un certo Licio Gelli.
Era lui, in realtà, imbarazzante anello di congiunzione tra i due mondi. Fece un sacco di affari, qui e laggiù. Tentò di smerciare anche petrolio e carne. Finì tutto in fumo.
Fonte: Filippo Ceccarelli La Stampa, 21/12/2001
[Richard Gardner.] Al terrorismo di destra non si accenna quasi. Su Ustica, lo stretto indispensabile. Mentre Licio Gelli, che pure in quegli anni si vantava di essere di casa in via Veneto, non una sola volta è nominato.
Fonter: frammenti, scheda n°95818
LEDEEN Michael Arthur[politologo]Proprio come l’altro ”amico” Duane Clarridge). in Uruguay per mettere le mani sull’archivio di Licio Gelli. a Grenada (1983)
Fonte: frammenti scheda n°98186
[Tina Anselimi] Nell’elenco di Gelli c’era buona parte di quelli che contavano, uno spaccato tremendo del paese.
Fonte: frammenti scheda n°158119
«Il vero potere Gelli diceva che lo deteneva chi ha i mezzi di informazione e Berlusconi era la tessera 1816 della P2 di cui Gelli era a capo. E prima di Gelli, se ricordo bene, era un principio espresso dal nazista Goebbels» (Umberto Bossi 24/1/1995)
Fonte: frammenti, sccheda n°1398830
Noi tra famiglie reali ci siamo sempre aiutati. Mi ricordo che quando Licio Gelli mi chiese di entrare in massoneria gli risposi: “Gelli abbiamo già abbastanza cugini”» [Elkann, Sta/22].
Fonte: frammenti, scheda n°1397901
È al contrario, provato che il 13 gennaio ’81, due ufficiali del servizio segreto militare (Sismi), Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, su input dell’allora capo della P2 Licio Gelli e grazie agli uffici del faccendiere Francesco Pazienza, fanno ritrovare sul treno Taranto-Milano una valigetta con armi, esplosivo (dello stesso tipo di quello utilizzato nella strage) e documenti che dovrebbe accreditare la pista del terrorismo internazionale. L’intenzione - questo almeno si è scritto a sostegno delle condanne per depistaggio - è coprire la matrice “neofascista” della strage
Fonte: frammenti, scheda n° 1384372
IL SISTEMA GELLI. Tra il 1979 e il 1980, Craxi incontra un paio di volte Licio Gelli. La prima al Raphael, la seconda nell’abitazione romana di Claudio Martelli, che si era lamentato con il Venerabile per l’enorme debito (21 milioni di dollari) che il Psi aveva nei confronti del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Subito dopo, il problema si risolve: sul conto 633369 "Protezione" presso l’Ubs di Lugano, fornito a Bettino dall’amico Silvano Larini, affluiscono dall’Ambrosiano 7 milioni di dollari in due tranche.
fonte: frammenti, scheda n°195240
[Bisignani Luigi, giornalista e scrittore]:”Seguo da tempo per l’Ansa le notizie sulla massoneria e conosco, pertanto, molti alti elementi della massoneria, compreso Licio Gelli. I quali abitualmente mi fanno avere i loro comunicati in redazione.
Fonte: frammenti, scheda n° 138197
[Inchiesta Telecom]. Quasi per caso spuntò il nome di Emanuele Cipriani, 45 anni, console della Guinea Conakry e amico di Licio Gelli, titolare di un’importante agenzia d’investigazione, la Polis d’Istinto, che negli ultimi quindici anni ha svolto attività di indagine e sicurezza per la Telecom per almeno 14 milioni di eur.
Fonte: frammenti, scheda n°122481
[Selva. Gustavo Imola] Il mio nome fu trovato nella lista di Gelli. Ma io non sono mai stato iscritto alla P2, ci sono 5 sentenze che lo attestano”
Fonte: frammenti, scheda n° 106344
Suarez Mason, come Massera, fu in Argentina anche un uomo della P2 di Licio Gelli, il suo nome era negli archivi della Loggia massonica segreta ritrovati nella villa di Castiglion Fibocchi
Fonte: frammenti, scheda n°106034