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 2010  dicembre 27 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "GERVASO, ROBERTO"



2009
«Roberto Gervaso si dice stretto vegetariano, ma i figli denunciano una passione irrinunciabile per la mortadella» (Carlo Cannella, professore di Scienze dell’Alimentazione dell’Università La Sapienza di Roma). (Lavinia Farnese, Novella 2000, n. 39, 24/09/2009)

ROMA – Certo è tosto restare vegetariano quando arriva il pacco del cavalier Gallucci: «Quello dell’Alcisa salumi, sa, la mortadella Due Torri di Bologna... Eh... Tutti gli anni il mio amico mi manda qualche suo prosciutto. Io li guardo, sospiro e passo oltre. Se soffro? Soffro sì, ma pure se vedo la Bellucci e non posso saltarle addosso», ragiona Roberto Gervaso, 71 anni e 40 da mangiatore verde «perché lo era mamma» (oggi novantaquattrenne).
Contro la carne il giornalista- storico-scrittore ha «una ripugnanza filosofica» però ammette che «una volta ogni tanto una cotoletta alla milanese la mangerei pure» (la figlia Veronica ridacchiando dice che «fa il duro, poi lo vedi che si sgraffigna un salamino »). Fosse libero (da dieta e medicine), Gervaso un cucchiaio lo affonderebbe nella nutella, l’altro nel gorgonzola «o nello squacquerone, ha presente?». E invece i piaceri quotidiani sono «una bella mela renetta, però matura, una banana per il potassio, del radicchio o della cappuccina, riso o pasta integrale, formaggio poco, spesso uova, ceci, lenticchie». Si pregia però della compagnia risorgimentale: «Mazzini era vegetariano certo, sempre pallido, però suonava la chitarra, Garibaldi non credo proprio. Sono frugale come Montanelli che, magari pochi bocconi, apprezzava pure la fiorentina». (Giovanna Cavalli, Corriere della Sera 12/02/2009)

2008

Lo scrittore Roberto Gervaso, contro il mal di testa, le ha provate tutte, fisioterapia, agopuntura e shiatsu e, infine, un mago di Napoli che imponeva le sue mani emananti flussi positivi (Daniela Mattalia, Panorama, 20 novembre 2008)

2007
Quando nel 1981 Roberto Gervaso rimase invischiato nello scandalo P2, Montanelli si rifiutò di difenderlo e gli scrisse: «Credi che mi abbia fatto piacere e recato giovamento il fatto che dopo tanti libri in cui i nostri nomi compaiono insieme, il tuo sia stato associato a quella faccenda?» (Il Sole 24 Ore 28/01/2007, Raffaele Liucci)