MARCO ZATTERIN, La Stampa 21/12/2010, pagina 13, 21 dicembre 2010
Tags : Anno 1901. Raggruppati per paesi. Italia
Prigionieri dell’aeroporto più pazzo del mondo - Siamo decollati sabato mattina dagli Emirati e un poco prima di atterrare ci hanno detto che Heathrow era inagibile e, dunque, saremmo scesi a Bruxelles
Prigionieri dell’aeroporto più pazzo del mondo - Siamo decollati sabato mattina dagli Emirati e un poco prima di atterrare ci hanno detto che Heathrow era inagibile e, dunque, saremmo scesi a Bruxelles. Abbiamo passato la notte nello scalo belga, assistiti dalla Croce rossa che ha sistemato molti di noi nelle tende da campo e ci ha dato da mangiare. Dovevamo ripartire, ma l’aeroporto è stato chiuso perché è finito il liquido che scongela le ali. Pare che arrivi domani. Non frattempo non possiamo uscire di qui. Ho un visto per il Regno Unito che non vale per l’area Schengen e la polizia non accetta ragioni. Sono spiaggiato. Mi dica se le sembra un buon Natale...» Gli sceneggiatori possono prendere appunti per mettere in scena «L’aeroporto più pazzo del mondo», resta solo da decidere se sarà un film drammatico, comico, o entrambe le cose. Lo scalo di Zaventem è fermo, la capitale dell’Europa resta a terra, i belgi non volano dalla loro pista principale e non sono gli unici. Non nevicava così dal 1901, ieri è stata la diciannovesima volta dal primo novembre. «Il record si può ancora battere», scrivono i giornali con insolito compiacimento. Sulle Ardenne ci sono 60 centimetri di neve. I treni sono avanzano al rallentatore, il traffico è impazziato, nelle strade secondarie regna un insolito silenzio. Stanotte sarà un solstizio con la luna piena e qualcuno pensa che l’intrecciarsi degli eventi che scuote il mondo non sia casuale. Nel grande aeroporto fiammingo rinnovato da poco, nei suoi corridoi infiniti dall’illuminazione bianca che brucia gli occhi, il clima è stanco. Si dice che siano poco meno di un migliaio, i prigionieri del duty free e della macpizza. Sdraiati sui divani, accampati alla meno peggio. Due sere fa erano stimati in mille e cinquecento, arrivati loro malgrado e privi di un visto per mettere piede nell’area Schengen. Sognavano un sabato londinese, hanno perduto la domenica a Bruxelles, in aeroporto, un luogo dove una bibita gasata costa più o meno quanto lo champagne e l’acqua anche di più. Venivano da lontano, dall’altra parte dell’Atlantico, dall’Africa, dall’Asia. In mattinata hanno pensato che forse era finita. Poi la doccia fredda, anzi ghiacciata. S’è scoperto che l’aeroporto più pazzo del mondo era rimasto senza il liquido per scongelare le ali, indispensabile per librarsi in volo d’inverno. Lo scalo si approvvigiona da una ditta francese che non è riuscita ad ricevere la materia prima perché i tir non hanno fatto le consegne causa neve. Fornitura sospesa, scorte esaurite. L’ultimo aereo s’è librato nel pomeriggio mentre, scherzo del destino-sceneggiatore, su Bruxelles un sole tiepido trasformava in farinosa fanghiglia tutta le neve che trovava. Le autorità doganali sono state inflessibili, hanno applicato le regole alla lettera. Niente visto Schengen, niente accesso alla capitale dove, con un poco di fortuna, il treno veloce avrebbe potuto condurre qualche naufrago dell’aria ai lidi londinesi di Saint Pancras in meno di due ore. Impossibile. E, comunque, alle quattro del pomeriggio anche la società che porta l’Eurostar sotto la Manica ha chiesto ai passeggeri senza biglietto di evitare la Gare du Midi. Nessun posto era più disponibile. Una follia. L’aeroporto dice che non ci saranno voli sino a domani. Sul sito del quotidiano «Le Soir» arrivano messaggi secondo cui Iberia e Austrian confermano ancora i voli per oggi. Dice Gabrao: «Nel nome delle economie prendete in ostaggio i passeggeri». Sono i prigionieri della Zona Transiti, mentre intorno tutto funziona fra surreale normalità e normale surrealismo. La società che gestisce lo scalo ha annunciato l’arresto di due addetti ai bagagli in coinvolti in un traffico di cocaina. Un twit ricorda che anche in Germania erano rimasti senza liquido antighiaccio, «quindi non siamo solo noi belgi e non ce la caviamo poi così male». La situazione è confusa. Si legge che il Belgio del 2010 è stato più a lungo senza governo rispetto al 2007 (187 giorni), che nella notte si andrà a meno cinque e che il sale è finito quasi ovunque. Gli inviti a non muoversi di casa si susseguono. I mille senza visto resteranno nell’aeroporto, lontano dall’asfalto ghiacciato. La neve e l’euroscetticismo che tiene fuori Londra dagli accordi comunitari ha scelto per loro.