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 2010  dicembre 21 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "GINZBURG, CARLO"


2010
[Intervista a Massimo Montanari. All’università di Bologna] «[…] collega di stanza del mio maestro [Fumagalli] era in quegli anni Carlo Ginzburg che lavorava a libri come I benandanti . O Il formaggio e i vermi dove la storia culturale e le vicende concrete della civiltà materiale dei più umili trovavano un originalissimo incrocio. Influenzando non poco il mio procedere».
Fonte: GIORGIO BOATTI, Tuttolibri-La Stampa 18/12/2010, pagina XI.

1316esimo, GINZBURG Carlo. CATALOGO DEI VIVENTI, PRIMI 2000 ITALIANI, PRESENZA SUI GIORNALI (CORRIERE DELLA SERA, LA REPUBBLICA, LA STAMPA, L’ESPRESSO) 1 APRILE 2006-9 DICEMBRE 2010.
Fonte: archivio Parrini.

[...] Siamo sicuri che il Risorgimento liberale non sia imparentato con il fascismo? Uno storico dell’Università di Pisa, Alberto Maria Banti (53 anni), sta mettendo in crisi i festeggiamenti per il Centocinquantenario. […] “Le leggi razziali, in fondo, non sono che la gemmazione coerente del fatto che la nazione è sangue e suolo per i fascisti, così come lo era stata per i liberali”, dice Banti. Anche se il grande storico Carlo Ginzburg ricorda sull’Espresso in edicola che il padre Leone, “italiano per scelta”, eroe e martire dell’antifascismo, visse con Vittorio Foa le leggi razziali come “un tradimento dell’eredità del Risorgimento”, con il quale “si identificava fortemente”.
Fonte: Marina Valensise, Il Foglio 20/11/2010.

[Corrado Stajano] Con Carlo Ginzburg fu il primo a lasciare l´Einaudi, nel 1994, all´arrivo di Berlusconi.
Fonte: SIMONETTA FIORI, la Repubblica 27/9/2010.

Carlo Ginzburg e Corrado Stajano: “Preferisco scrivere sui muri piuttosto che per l’Einaudi di Berlusconi”, lo fecero.
Fonte: Malcom Pagani, il Fatto Quotidiano 24/8/2010.

[La madre Natalia Ginzburg:] "Mi raccomando, Carlo, metti il golf di lana la sera: lo sai bene che i raffreddori si prendono anche d’estate".
Fonte: Intervista a Natalia Ginzburg tratta da Gli Anticpatici di Oriana Fallaci. Rizzoli, Milano 1963 da pagina 337 a 358; frammento 210873.

La scientifica risolve il caso "Flagellazione" - Venezia - Piero Della Francesca (1416 circa-1492) è una tra le personalità emblematiche del Rinascimento. […] L’interpretazione classica, avvalorata, tra gli altri, da Roberto Longhi, vede nel dipinto una celebrazione dei Montefeltro e la commemorazione di Oddantonio, il fratellastro di Federico, ammazzato a diciasette anni in una congiura (anno 1444). Oddantonio è indicato come la figura centrale, il giovane biondo che è posto in parallelo col Cristo flagellato. Per Carlo Ginzburg invece il dipinto rappresenterebbe un invito rivolto a Federico da Montefeltro a partecipare alla crociata antiturca (dal cardinal Giovanni Bessarione e Giovanni Bacci identificabili con le due figure laterali), mentre il giovane al centro rappresenterebbe Bonconte II da Montefeltro, amato figlio naturale di Federico (morto di peste nel 1458); in questo modo le pene di Cristo sarebbero paragonate sia alla condizione dei bizantini massacrati dagli ottomani sia alla morte di Bonconte.
Fonte: Matteo Sacchi, il Giornale 16/1/2010.

2009
Le alte sfere della Treccani non sembrano scalfite dalla grandinata di critiche piovuta in questi giorni sul nuovo progetto del presidente Giuliano Amato riguardo al Dizionario Biografico degli italiani. […] perfino un´invettiva di Carlo Ginzburg che ha liquidato il piano come "un atto di incultura".
Fonte: Simonetta Fiori, la Repubblica 24/10/2009.

Mughini: «Adriano Sofri sapeva dell’azione contro Calabresi». Lotta continua e la grande bugia degli innocentisti […]. [Sull’omicidio Calabresi] Carlo Ginzburg: «La tesi secondo cui la confessione di Marino sarebbe stata concertata da magistrati e carabinieri è talmente risibile che in un processo di qualsiasi altro tipo non sarebbe stata presa in considerazione dai giornali e dall’opinione pubblica neppure cinque minuti. Ancor più risibile la tesi che le sentenze dei giudici di primo grado e poi d’appello fossero animate da una sorta di spirito di ’vendetta’ contro quelli di Lc, personaggi di cui all’alba dei Novanta non si ricordava più nessuno».
Fonte: Aldo Cazzullo, Corriere della sera 15/5/2009.

2008
Il Consiglio dei ministri ha concesso ieri i benefici della «Legge Bacchelli» al poeta friulano Federico Tavan […]. Per Federico Tavan […] c’è stata una vera mobilitazione popolare con convegni, mostre fotografiche e pubblicazioni che hanno coinvolto istituzioni, amici e intellettuali come [tra gli altri] Carlo Ginzburg […].
Fonte: Sergio Romano, Corriere della Sera 29/11/2008.

[Per l’attribuzione di un’opera d’arte,] Oggi non si procede più col vecchio metodo positivista del dottor Morelli (da Carlo Ginzburg paragonato ad altri due «medici» della deduzione, Freud e Sherlock Holmes).
Fonte: Marco Vallora, La Stampa 25/6/2008, pagina 32.

Sul papiro di Artemidoro si è tenuta poche settimane fa a Bologna, nelle sale dell´Archiginnasio, una discussione serrata, rigorosa, avvincente, sui temi e sul metodo. […]. Sembrava un´università d´altri tempi, studenti attentissimi e conquistati, docenti impegnati a riflettere e a farsi capire, sullo sfondo di una philological fiction (l´affondo è di Carlo Ginzburg) che presenta alcuni nodi difficili, all´incrocio di varie discipline.
Fonte: Anna Ottani Cavina, la Repubblica 11/6/2008, pagina 40.

2007
[Salvatore Settis:] «[…] Nei primi anni Sessanta io provenivo da una famiglia della media borghesia calabrese - mio padre era segretario comunale, mia madre aveva studiato alle magistrali - e strinsi un´amicizia profonda con Carlo Ginzburg, figlio dell´aristocrazia intellettuale. La Normale è davvero una scuola d´élite su base egualitaria».
Fonte: la Repubblica 30/6/2007.

Non si placano ancora le polemiche sul libro di Ariel Toaff, dove è stato affermato che gruppi di fondamentalisti ebrei ashkenaziti avrebbero praticato infanticidi rituali. […]. Tra gli altri Carlo Ginzburg, riferendosi a chi ha criticato prima di leggere e forse intendeva anche i rabbini, ha parlato di «un gesto stupidamente intollerante».
Fonte: Riccardo Di Segni, Corriere della Sera 11/3/2007.

Dopo che il libro di Ariel Toaff sugli ebrei d’Europa e gli omicidi rituali nel tardo Medioevo, Pasque di sangue, era stato giudicato «aberrante» dai rabbini d’Italia prima ancora che ne avessero potuto leggere una singola pagina […]. Il dibattito critico si è effettivamente aperto, con il contributo di alcuni fra i maggiori studiosi italiani del Quattro e del Cinquecento (sul Corriere della Sera di venerdì 23 febbraio, Carlo Ginzburg).
Fonte: Sergio Romano, Corriere della Sera 26/2/2007.

[…] citazione di Carlo Ginzburg: quando nei documenti della violenza dei persecutori si trovano frammenti della cultura perseguitata che non trovano riscontro in quella dei persecutori si apre uno spiraglio sull´autentica identità delle vittime.
Fonte: la Repubblica, 10/2/2007 ADRIANO PROSPERI.

2006
[Sull’ultimo libro sulla resistenza di Giampaolo Pansa] […] sappiamo bene che esiste una differenza essenziale tra la revisione, […] e il revisionismo […]. I documenti vanno opportunamente trattati, […], opportunamente «interrogati» e «sollecitati» (consiglio al riguardo ai sedicenti «storici» dalle trecentomila copie, la lettura dell’ultimo libro di Carlo Ginzburg: Il filo e le tracce), e infine interpretati.
Fonte: La Stampa 18/10/2006, pag.26 Angelo d’Orsi.

2005
Di recente la correzione automatica mi ha giocato uno scherzo singolare su Panorama. Era una conversazione fra me e Carlo Ginzburg, e avevo preposto alle mie frasi l’ iniziale appuntata S., e a quelle di Carlo la G. Curandone la messa in pagina, il redattore ha sciolto le iniziali nei cognomi interi, ordinando di sostituire S. con Sofri. Solo che in un altro paio di occasioni c’ era una s seguita dal punto - era la consonante finale del nome Borges. Così, per due volte, è venuto fuori un Borgesofri, lusinghiero per me, e che forse non sarebbe dispiaciuto a quel grande, che amava i centauri. Per giunta nella stessa conversazione, a me che gli chiedevo se per Italo Calvino avesse contato più l’ amore per Ariosto o per Stevenson, Ginzburg aveva risposto scherzosamente "Ariostevenson", volendo dire che avevano contato tanto tutti e due.
Fonte: La Repubblica 29/10/2005, pag.52-53 Adriano Sofri.

[Jean-Louis Comolli] Insieme a Carlo Ginzburg ha lavorato sulla condanna a Adriano Sofri, ricostruendo ”anomalie” del primo processo (e speculari legami con la realtà italiana di allora e di oggi) nel 91, a partire dal libro dello stesso Ginzburg Il giudice e lo storico. Titolo l’Affaire Sofri (2003)».
Fonte: c. pi., ”il manifesto” 26/3/2005.

[…] il Pannella di oggi, capace di mobilitare dietro l’appello dei ’terzisti’ Battista & c. un variété di intellettuali e showmen [tra gli altri] Carlo Ginzburg.
Fonte: frammento 11494.

2004
Il 15 aprile 1949 nacque Carlo, primo figlio di Natalia […]. Nel 1963 vinse il premio Strega, a sorpresa. La sera della votazione Natalia non credeva di vincere […]. Quando fu chiaro che avrebbe vinto, il figlio Carlo iniziò ad applaudire fragorosamente.
Fonte: Natalia Ginzburg, Una biografia di Maja Pflug, La Tartaruga Edizioni, 2004, pagg. 183.

2002
Del passato si ritrovano di tanto in tanto i segni. Si accende la tv, Arte, il canale culturale, e danno il documentario di Cavalli con Carlo Ginzburg che ricostruisce il caso Calabresi […].
Fonte: Aldo Cazzullo La Stampa, 07/08/2002.

Carlo Ginzburg, nel suo bel libro Il giudice e lo storico, ha raccontato in modo impressionante la storia dei processi di Sofri, basati sulla parola di un solo pentito. Processi in cui le prove materiali sono state distrutte. Leggendo quel libro mi sono reso conto che tutta questa vicenda ha qualcosa di irreale.
Fonte: Daniel Cohn-Bendit L’espresso, 21/11/2002.