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 2010  dicembre 21 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "GENTILINI, GIANCARLO"



2008

A Treviso comanda Giancarlo Gentilini, quello col nasone, che una volta fa il sindaco e una volta fa il pro-sindaco, alternandosi col fedele Gobbo e durando così da una ventina d’anni. Ma sì, lo conosce anche lei: disse che avrebbe tolto le panchine dai giardini pubblici «così quelli non ci mettono più il culo sopra», un’altra volta esortò a sparare agli immigrati «come ai leprotti», un’altra sostenne che i clandestini vanno deportati «con i vagoni piombati», poi a quelli dell’Ulivo promise un colpo alla nuca secco «così non soffrono», eccetera. Tutte le volte partono gli inviati dei giornali, escono titoloni in prima pagina, la sinistra e i filosofi si indignano. Senonché, nella realtà, a Treviso nessuno ha mai sparato a nessun immigrato, neanche dopo che due clandestini hanno sgozzato e seviziato i due vecchi guardiani della villa di Gorgo. E invece a Castelgarden, appena fuori dalla città, c’è la moschea, e Treviso dà lavoro a centomila stranieri e ha persino fatto il gemellaggio con Timisoara. Perciò Gentilini è come Bossi, le spara grosse perché se no non si diverte. Quando però Bossi è andato a fare il rito celtico sul Po, gli ha telefonato e gli ha detto: «Xè una storia da mona». (GdA La Gazzetta dello Sport, Anno II, numero 439, 19 aprile 2008)

Giancarlo Gentilini, prosindaco di Treviso che vorrebbe sparare col fucile ai «leprotti neri» (ALBERTO STATERA, La Repubblica 20 aprile 2008)

Il sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini ha tuonato che «gli immigrati annacquano la nostra civiltà e rovinano la razza Piave» e occorre «liberare l’Italia da queste orde selvagge che entrano da tutte le parti senza freni» per «rifare l’Italia, l’Italia sana, in modo che non ci sia più inquinamento» (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera10/10/2008)

2007
Giancarlo Gentilini nel 2004 emise un’ordinanza in base alla quale i vigili che si fossero imbattuti in una donna col burqa avrebbero dovuto portarla in questura. Aggiunse: «Il burqa è una mascherata permessa a Carnevale, ma che non può essere tollerata tutti i giorni dell’anno». Anche se faceva la voce grossa, Gentilini stava semplicemente applicando la legge 152/75 che «vieta la circolazione in luogo pubblico a soggetti travisati senza giustificato motivo». Gentilini - che razzola molto meglio di quel che predica - stava applicando una legge di Roma. (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport numero 249, 9 ottobre 2007)

Giancarlo Gentilini, lo sceriffo famoso per le sue battaglie contro gli immigrati, in nome della «razza Piave ». (Marisa Fumagalli, Corriere della Sera 10/11/2007)