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 2010  dicembre 17 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "GIMONDI, FELICE"


2010
Nel CATALOGO DEI VIVENTI, PRIMI 2000 ITALIANI, PRESENZA SUI GIORNALI (CORRIERE DELLA SERA, LA REPUBBLICA, LA STAMPA, L’ESPRESSO) 1 APRILE 2006-9 DICEMBRE 2010 al 1539esimo posto GIMONDI Felice.
Fonte: archivio Parrini.

Lasciate le corse nel 1964, Defilippis ha fatto il commissario tecnico della Nazionale dei professionisti nel 1973, a Barcellona, quando Gimondi vinse una volata iridata, chiusissima a priori, su Merckx e altri draghi. Nino e Felice andavano d’accordo, parlavano e soprattutto pensavano in torinese e in bergamasco, pronuncia greve e sorella, fra di loro bastavano monosillabi.
Fonte: GIAN PAOLO ORMEZZANO, La Stampa 14/7/2010, pagina 51.

Anche Felice Gimondi si è esaltato per la vittoria di Basso [al Giro d’Italia 2010]: «Lui è un po’ come me oltre quarant’anni fa. Un corridore regolare, ottimo passista, non ama le improvvisate, un razionale che sa pianificare la corsa, studia gli avversari e li affronta con la testa». L’ex campione dà poi un consiglio a Basso: «Gli consiglierei di non affrettarsi al nastro di partenza del prossimo Tour a luglio. Aspetti l’anno prossimo. Ora si goda invece il meritato riposo da numero uno. Tiri il fiato. Sono stati 21 giorni entusiasmanti. Ma anche estremamente faticosi. Un conto è vincere e un altro è sostenere la competizione che ne segue. Ci sarà il meglio del ciclismo mondiale e faranno a gomitate per batterlo. Per lui gli ultimi quattro anni sono stati uno stress continuo. È stupido mettere tutto a repentaglio così velocemente. L’aspetto psicologico non va sottovalutato».
Fonte: Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera 30/05/2010.

«Se fossi in lui, correrei all’attacco. Deve osare, anche perché non avrà niente da perdere. E poi un’altra cosa, forse la più importante: pensare che nessun traguardo, a priori, gli è vietato». (Il Giro di Vincenzo Nibali, chiamato in extremis per sostituire Franco Pellizotti, secondo Felice Gimondi, che nel 1965 vinse un Tour che non avrebbe dovuto correre).
Fonte: Ciro Scognamiglio, La Gazzetta dello Sport 7/5/2010.

Uno dei sette italiani che hanno vinto Giro e Mondiale (con Fausto Coppi, Ercole Baldini, Vittorio Adorni, Francesco Moser, Giuseppe Saronni, Gianni Bugno).
Fonte: frammento 197770.

2009
[Su Merckx] Gimondi diceva: «Io lo guardo e mi chiedo». «Che cosa ti chiedi, Felice?». «Nulla, perché mi si gelano i pensieri. Quando Merckx parte per vincere non ci sono domande da fare, né agli altri né a se stessi». […]. «Sapete, ragazzi - disse Felice Gimondi alla fine della sua grande Sanremo del 1974 -. Passando da Imperia ho visto in un giardinetto un papà che giocava col suo bambino. Un’immagine d’un attimo, ma l’ho vista. M’è venuta voglia di smettere, basta, devo essere un papà anch’io, ho pensato, devo essere un uomo qualsiasi e portare mio figlio ai giardinetti».
Fonte: Gianni Ranieri, La stampa 16/3/2009.

2008
[…] Salvarani, la squadra di Felice Gimondi […].
Fonte: Il Foglio 12 luglio 2008, Piero Vietti.

Serge Parsani, tre Tour al servizio di Felice Gimondi, dice che la figura del gregario è molto cambiata rispetto ai suoi tempi: «Noi facevamo due corse in una, ci fermavamo alle fontane per prendere l’acqua, al bar per conquistare un panino alla mortadella. La bici di ricambio ce l’avevano soltanto i capitani, e quando non bastava gli cedevamo la nostra.
Fonte: Gianni Romeo, "La Stampa" 30/6/2008.

2007
Vincere il Tour voleva dire battere la concorrenza nella più grande corsa a tappe del mondo. Proiettare la propria carriera nella storia. [Dopo la vittoria di Nencini] Occorsero cinque anni per rivedere un italiano sul gradino più alto del podio, e quella volta si trattò di una vittoria inattesa e perciò colossale: anche perché il protagonista, Felice Gimondi, non aveva ancora 23 anni. […] Gimondi non avrebbe tradito le attese: pur sovrastato dalla forza e dalla classe immensa di Eddy Mercks, avrebbe sempre combattuto con ogni stilla di energia, fino a vincere il campionato mondiale nel 1973 sul circuito del Montjuich a Barcellona, battendo con una furibonda volata proprio Mercks e Maertens.
Fonte: Edmondo Berselli, La Repubblica 31 luglio 2007.

Felice Gimondi: «In condizioni normali non si domina una crono, l’indomani si prende mezz’ora e il giorno dopo ancora si stravince in quel modo». […] Gimondi: «Chi ha 36 di ematocrito a 16 anni, non può passare a 48 quando ne ha 24». […] Gimondi: «Io ho una scuola di mountain bike per ragazzini e vedo scene pazzesche. Genitori e dirigenti invasati, che vogliono la vittoria a tutti i costi: se incitano ragazzi di 8 anni a bere caffè per avere qualcosa in più, figuriamoci che cosa propongono loro quando ne hanno 14».
Fonte: APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 30 LUGLIO 2007.

Il 50° Giro d’Italia è vinto dal bergamasco Felice Gimondi. […] Felice Gimondi vince il Tour dell’Avvenire riservato ai giovani.
Fonte: Corriere della Sera Magazine 01/02/2007, Aldo Grasso.

Quando si allarga nel sorriso, Enrico Fabris assomiglia a Felice Gimondi, per chi se lo ricorda […].
Fonte: frammento 116970.

[Ai mondiali, squadre nazionali. Michele Dancelli:] I nostri corridori, da Adorni e Motta, da Gimondi a Bitossi e Zilioli, spesso si facevano la guerra.
Fonte: frammento 107076.

2004
Felice Gimondi: «Merckx vinceva 50 corse all’anno, lui [Armstrong] al massimo le corre».
Fonte: Cheo Condina, "il manifesto" 15/7/2004.

"Mi piacerebbe che un talento italiano come Cunego corresse con una bici italiana, con la Bianchi. Sarebbe un modo di onorare grandi campioni, da Coppi a Pantani" (Felice Gimondi, il vincitore del Giro monta una Cannondale made in Usa).
Fonte: Gianfranco Josti, Corriere della Sera 1/6/2004.

[Davide Cassani:] «[…] L’ultima mia passione è stato Felice Gimondi; gli altri, dopo, sono stati compagni di viaggio […]».
Fonte: frammento 89190.

2003
[Nel 1973] Felice Gimondi vince il campionato del mondo di ciclismo […].
Fonte: Massimo Parrini Macchina del Tempo, gennaio - febbraio 2003 (n.1).

[Lo spagnolo Astarloa dichiara che Bettini al mondiale gli ha offerto soldi per farlo vincere]. […] ma nel gruppo tutti sanno che queste cose sono sempre successe. Felice Gimondi: "Era il 1970, a Leicester. Ero in fuga con Jean Pierre Monseré, mio futuro compagno. Così proposi al belga un accordo. Per tutta risposta, partì in contropiede".
Fonte: Eugenio Capodacqua, la Repubblica 14/10/2003; Gianfranco Josti, Corriere della Sera 14/10/2003.

[Franco Nones, ex campione di sci di fondo, si diede a questo sport a causa di Felice Gimondi]. Felice gli diede tante di quelle batoste ciclistiche, nelle gare allievi, che dovette cambiare sport.
Fonte: frammmento 68616.

[Vittorio Adorni, campione del mondo ad Imola:] «[…] la gente lungo la strada era entusiasta. Ricordo di aver notato che si era talmente entusiasmata che parecchi che erano venuti sul circuito con i cartelli che inneggiavano a Gimondi, avevano fatto nuove scritte sul retro, cosicché io davanti leggevo “Forza Vittorio”, ma se mi voltavo indietro leggevo “Viva Gimondi” […]. [Al Giro ’65] Vinsi la crono di Taormina arrivando al Teatro greco per primo davanti a Gimondi, che era mio compagno alla Salvarani […]».
Fonte: frammento 16104.

[Giambattista Baronchelli] Secondo al Giro d’Italia nel 1974 (ad appena 12” da Eddy Merckx, davanti a Felice Gimondi) […].
Fonte: frammento 15410.

[Fausto Bertoglio] […] terzo nel 1976 [al Giro] (corsa vinta da Felice Gimondi davanti a Johan De Muynck)
Fonte: frammento 15265.

[Giancarlo Ferretti]. Nel ’73 gli fu affidato il compito di dirigere Felice Gimondi, che era stato suo capitano nonché abituale compagno di camera. […] «[…] Gimondi? Basta il suo nome: era Gimondi […]».
Fonte: frammento 13449.

L’irruzione di Merckx sconvolse il mondo delle due ruote: il suo era un ciclismo aggressivo, correva con una ”determinazione disperata”, ricorda Felice Gimondi che di Merckx è rimasto affettuoso amico dopo esserne stato il più fiero degli avversari. […] Primo giugno del 1969, Giro d’Italia, Savona. Al controllo antidoping, Merckx viene trovato positivo. È cacciato dal Giro, la maglia rosa passa a Gimondi. [Merckx:] «[...] Gimondi fu il mio più grande avversario, era sempre presente, pronto ad approfittare di ogni mio minimo momento di difficoltà […]».
Fonte: frammento 11816.

[Il gionalista Sergio Zavoli]. Solo una volta Zavoli si sentì in imbarazzo: ”Quando Felice Gimondi, ragazzo esemplare, in bici e a piedi, un po’ come Italo Zilioli per educazione e senso del mestiere, salì sul palco e in stato di evidente concitazione, alla mia domanda ’ma cos’è successo?’, rispose: ’E’ scoppiato un gran casino’. Quasi 40 anni fa la parola ’casino’ aveva ben altro impatto: oggi la pronunciano anche i preti. Io pensai come risuonò nelle case della buona gente che seguiva il Processo alla tappa e idealizzava questi ragazzi oltre le loro virtù atletiche. E mi adoperai per parare il colpo. Dissi: ’Avete ascoltato questaparola, e l’hapronunciata uno dei nostri corridori più seri. E’ la prova di quello che scatena l’acido lattico, a sua volta prodotto dall’immane fatica di una corsa ciclistica. La perdita della misura’. Gimondi mi guardava esterrefatto”.
Fonte: frammento 10195.

1997
[Ne L’Anticavallo. Sulle strade del Tour e del Giro di Gianni Mura si parla di lui].
Fonte: BRERA Gianni - L’Anticavallo. Sulle strade del Tour e del Giro. Prefazione di Mario Fossati. Baldini & Castoldi, Milano 1997.