Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  dicembre 14 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE “FUKSAS, MASSIMILIANO”


La torre porta le firme di Doriana e Massimiliano Fuksas: «Hanno avuto molta pazienza, perché io sono un rompipalle», ha ammesso lo stilista (Giorgio Armani) (Laura Asnaghi, la Repubblica 7/11/2007)

Il riformista, l’architetto e urbanista Massimiliano Fuksas ha offerto il meglio (per altri il peggio) della sua sperimentata capacità polemica. Ha preso di mira l’inaugurazione-evento della Gagosian Gallery romana in via Francesco Crispi di sabato 15 dicembre (pedonalizzazione della strada dietro piazza di Spagna decisa dal Comune, gran ricevimento per 400 «pochi intimi» a palazzo Barberini con il placet del ministero) per una mostra di tre inediti di Cy Twombly. Poi ha fatto fuoco: «Sono un garantista e non parlo dei processi per frode fiscale o altri presunti traffici poco chiari ». (Corriere della Sera 20/12/2007, pag.53 PAOLO CONTI)

E finirà male anche la Nuvola di Massimiliano Fuksas, il futuribile palazzo per la Nuova Fiera di Roma che tanto piaceva a Veltroni e di cui si favoleggia da anni. «Non mi piace e farò di tutto per far valere il mio peso», avverte uno degli uomini più vicini al sindaco, Fabio Rampelli, architetto pure lui. «Facile per Fuksas progettare cose stravaganti, come la Fiera di Milano, o questa Nuvola, quando poi mica ci va a vivere. Lui preferisce il centro storico». (Francesco Grignetti, La Stampa 1/5/2008)

Ma quanto frutta a un architetto di fama firmare una grande operazione immobiliare? «Anche il dieci per cento», Fuksas non si sottrae alla domanda. Insomma, si può arrivare a molte decine di milioni di euro. Ma Fuksas aggiunge: «A me non sembra scandaloso il dieci, anche il venti per cento per un grande architetto e per un progetto di valore. Se Frank Lloyd Wright avesse preso il trenta non avrei avuto niente da dire. Ma ci sono architetti che si arricchiscono con progetti di bassissima qualità, realizzati senza la minima cura». (La Stampa, 10/8/2008)

”Per essere moderni bisogna progettare in verticale. Sopra i 400 metri” ha sentenziato Massimiliano Fuksas (Camillo Langone, Il Foglio 17 settembre 2008)

L’ultimo caso clamoroso in Italia riguarda proprio lo stop al progetto di Massimiliano Fuksas per il porto turistico della Margonara e del Faro di Savona (già soprannominato la «Banana», 124,9 metri di altezza) perché «non sarebbero state rispettate le prescrizioni del ministero e della stessa Regione». Ma le polemiche erano iniziate subito. E adesso Fuksas dichiara: «Quello che mi è successo è la metafora della difficoltà di fare architettura in Italia». (Stefano Bucci, Corriere della Sera 30/12/2008)

Fuksas ha inflitto il Palafuksas a Torino, una grottesca scatola scambiata per chiesa a Foligno, e immaginato un grattacielo come un sigaro nel golfo di Savona, con una allegra spudoratezza (Vittorio Sgarbi il Giornale 11/3/2009)

Massimiliano Fuksas si è distinto per aver presentato progetti come quello del grattacielo denominato ”Il Faro”, nei dintorni di Albissola (provincia di Savona). Un edificio di 120 metri d’altezza avvolto da una spirale luminosa che l’avrebbe reso visibile fino a Genova. Da realizzarsi in un piccolo porto turistico da 700 posti. A Torino, poi, ha estratto dal cilindro l’imponente ”PalaFuksas”, in piazza della Repubblica. Se non potete andarci, cercate una foto su internet. Vedrete una struttura enorme che non ha nulla a che spartire con ciò che la circonda. Fortuna che, come recita l’appello, la città e l’architettura non dipendono dall’«anarchia progettuale». (Francesco Borgonovo 11/3/2009)

Che cosa pensa della cattedrale di Foligno progettata da Massimiliano Fuksas?
«L’ho vista solo da lontano, mentre andavo nella tenuta dei Lunelli, i produttori dello spumante Ferrari, per i quali sto costruendo a Castelbuono di Bevagna una cantina che ricorda il carapace di una tartaruga preistorica. Be’, mi dispiace per Fuksas, ma è tutto fuorché una chiesa. Magari dentro sarà bellissima. Ma da fuori sembra uno scatolone assolutamente insignificante».
«Una cattedrale dell’apostasia, un’immane colata di cemento più simile a un inceneritore che a una chiesa», l’ha definita Camillo Langone sul Foglio.
«È una descrizione perfetta. La condivido». (Intervista ad Arnaldo Pomodoro) (Stefano Lorenzetto, First 12/09)

L’architetto Massimiliano Fuksas sarebbe invece interessato a trasformare i capannoni di Termini Imerese in una cittadella del cinema. (Pierluigi Bonora, il Giornale 31/1/2010, pagina 21)

L’archistar Massimiliano Fuksas, intervistato da Report, ha dato la sua sentenza. ”Che a Roma e in Italia non ci sia stata un’evoluzione anche degli imprenditori o dei cosiddetti palazzinari è evidente. Quello che si costruisce è molto simile a quello che si costruiva negli anni ”70”. (Giorgio Meletti, il Fatto Quotidiano 8/7/2010;)

Massimiliano Fuksas, oggi architetto di fama mondiale, quei muscolosi e invincibili compagni li vide arretrare, e poi inciampare, e quindi disperdersi dopo aver scortato Luciano Lama all’uscita della Sapienza. «Sì, posso dire di aver assistito alla fine del servizio d’ordine del Pci». Era all’università, quella mattina di febbraio del 1977? «Ero alla facoltà di Lettere. Fu una scena piuttosto plastica. Gli uomini del Pci e della Cgil erano tutti operai, nessuno credo avesse meno di trent’anni. Gli autonomi erano giovani, rapidi, e attaccavano con un evidente, travolgente entusiasmo». (Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 10/09/2010)