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 2010  dicembre 14 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FOLLINI, MARCO"


Ricerca fatta con "Follini"

TREMONTI Giulio
[…] Dottor Sottile cui nell’estate 2001 ha imputato il buco nei conti pubblici e in quella 2002 ha rispedito la bozza della Costituzione europea definendola "un intrigo tipo Nome della Rosa" (Follini che la difendeva fu invece rinviato all’"idea di gioco in Huizinga").
Aldo Cazzullo, "Corriere della Sera" 4/7/2004 – Scheda Parrini su TREMONTI Giulio

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[PIERFERDINANDO CASINI] […] Nel 2002 Ccd e Cdu, insieme con Democrazia Europea, si fondono nell’Udc, segretario Follini. […] raro esempio di democristiano di destra, in questo distante dall’amico Marco Follini, che si è formato nella segreteria di Aldo Moro.
Scheda Parrini su CASINI Pierferdinando

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[PIERFERDINANDO CASINI] […] Crebbe alla scuola di Arnaldo Forlani, che ha raccontato: «[...] Ricordo che ero segretario della democrazia cristiana per la prima volta. Era il ”69 e fu la prima volta che lo vidi. [...] Lo incontrai parecchio più tardi, in assemblee del partito. Erano tempi in cui i giovani dc davano vita a un movimento molto vivace [...] Lui, mi pare, era della stessa nidiata che comprendeva Castagnetti, Tabacci, Follini.
Cesare Lanza, ”Sette” n. 42/2001 - Scheda Parrini su CASINI Pierferdinando

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[PIERFERDINANDO CASINI] […] il vero obiettivo di medio termine è quello di dedicarsi alla nascita del Partito dei moderati italiani. In perfetta sintonia con Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Il ragionamento che ha fatto agli uomini più fidati è questo: ci saranno alcuni passaggi da affrontare, a cominciare dall’opposizione dura e pura al governo Prodi. Sarà necessario mantenere e coltivare una compattezza che non c’è stata nella Cdl durante la scorsa legislatura, anche a causa di Follini.
Amedeo La Mattina, ”La Stampa” 22/4/2006 - Scheda Parrini su CASINI Pierferdinando

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Buttiglione […] Quindi la fondazione della Cdu, che sceglie definitivamente il centrodestra e poi si fonderà col partito di Casini e Follini.
La Stampa” 23/4/2005 – Scheda Parrini su BUTTIGLIONE Rocco

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[BAGET BOZZO Gianni :] «[...] Io amo molto le persone, maschi e femmine. Ma sono vergine [...] Non ho mai amato la Dc. Quindi non amo neanche i postdemocristiani. Potrei dire che Follini e Casini sono quelli che mi piacciono meno. [...]”».
Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” 11/3/2004 – Scheda Parrini su BAGET BOZZO Gianni

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Alla seduta d’insediamento della XIV legislatura, molti dei parlamentari si sono presentati con cravatte su cui erano disegnati degli animaletti: […] uova e pulcini per Marco Follini […].
Maria laura Rodotà su La Stampa del 31/05/01

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Il turpiloquio di Berlusconi. «Voi ex democristiani mi avete rotto il cazzo, me lo hai rotto tu e il tuo segretario Follini. Basta con la vecchia politica. Conosco i vostri metodi da irresponsabili. Fate favori di qua e di là e poi raccogliete voti, ma io vi denuncio, non ve la caverete a buon mercato, vi faccio a pezzi. Io le televisioni le so usare e le userò. Chiaro? Mi avete rotto i coglioni. Non mi faccio massacrare due anni e mezzo per poi schiattare come un pollo cinese. Se andiamo avanti in questo modo ci stritolano, lo capite o no, affaristi che non siete altro?». Questo, secondo Vittorio Feltri, l’esordio del premier Silvio Berlusconi nel vertice di maggioranza di venerdì 6 febbraio.
Vittorio Feltri, Libero 7/2/2004

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«Non so se sia peggio l’inopportunità politica di Bossi o la reattività zelante dei suoi fratellini Fini e Follini nello strattonare ogni volta papà per la cintola – laddove gli arrivano – affinché castighi il discolo di famiglia. […]»
Lettera di Filippo Facci al Foglio - Il Foglio 3/3/2004, pag. 4.

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Come si preparano i politici all’imminente campagna elettorale. Il segretario dell’Udc, Marco Follini, ha ingaggiato un personal trainer all’Hotel Hilton di Roma che ogni mattina alle 8.30 gli impone almeno tre serie di addominali e 20 minuti di bicicletta.
Romana Liuzzo, "Panorama" 11/3/2004 pagina 27.

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Litigiosità. Si deve segnalare un aumento della litigiosità italiana. […] Berlusconi avrebbe detto all’alleato Follini (che voleva un ministero per D’Antoni): "Mi hai rotto il c...". Follini è il capo dell’Udc. L’Udc è accusata di aver quasi mandato sotto il governo sulla legge Gasparri […].
Anno I - Quarta settimana - Vanity Fair 19/2/2004

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L’Udc, il partito dei cattolici del centrodestra guidato da Marco Follini, ha poco più di un anno di vita e non deve presentare bilanci perché il suo simbolo non era presente alle elezioni del 2001 […].
Marina Martinetti, "Economy" 19/3/2004

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Secondo il comico Antonio Cornacchione, «Berlusconi è un personaggio shakesperiano, costretto a guardarsi sempre le spalle. Fini vuol fargli le scarpe, Follini è pronto a pugnalarlo alla schiena, per non parlare della Lega. Glielo dico sempre di non fidarsi. Più degli amici che dei nemici».
Robereto Rizzo, Sette 15/4/2004 pag. 57.

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Paolo Cirino Pomicino decise di allontanarsi da Berlusconi l’anno scorso, quando si trovava in casa sua per gli auguri di Natale: "Chiaccherando mi fece capire che aveva in mente una democrazia in pratica senza partiti, dove il premier viene eletto dai cittadini. Una roba di tipo peronista, insomma. Io allora gli dissi che con quel progetto avrebbe sbattuto il muso contro il muro. E me ne andai. Ora anche Marco Follini sembra pensarla come me".
Vittorio Zincone, Corriere della sera magazine, 8/7/2004.

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Rocco Buttiglione, che sa una decina di lingue, è stato mandato da Berlusconi a fare il commissario europeo al posto di Mario Monti. […] La nomina di Buttiglione ha riportato un po’ di calma? Non si sa. Follini non l’aveva chiesta e vuole piuttosto far la guerra alla Lega sul federalismo. Però ha mezzo partito contro. Ha presentato le dimissioni da segretario e sono state respinte […].
Anno I - Ventottesima settimana 20-27/7 2004

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Anna Falchi e la politica. […] Su un’isola immaginaria porterebbe Follini: «Un uomo elegante e misurato, ha dimostrato di avere qualità».
Monica Setta, "Gente" 17/8/2004, pagina 27.

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[…] Non c’entra nulla Marco Follini col sito www.udc.it, che invece è il portale di un ingrosso di cancelleria.
Carlo Puca, "Vanity Fair" 11/11/2004, pagina 28.

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Rimpasto. Il voto nelle supplettive del 24-25 ottobre (7 a 0 per il centrosinistra) e la questione Buttiglione provocheranno un rimpasto importante nel governo italiano. […] Ora, col ritorno di Buttiglione, potrebbe andare in Europa la Moratti oppure Frattini, e in questo secondo caso Fini diventerebbe ministro degli Esteri e Follini vicepresidente del Consiglio […].
Anno I - Quarantaduesima settimana, Settimana dal 25 ottobre al 1° novembre

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TASSE. Per tutta la settimana il governo ha lavorato sul maxiemendamento che prevede il taglio dell’Irpef. La nomina di Fini a ministro degli Esteri dovrebbe aver eliminato l’ultimo ostacolo (a proposito: Follini non è entrato nel governo neanche stavolta), ma il richiamo di Casini al rispetto dei parametri di Maastricht ha suscitato l’ira di Pera e dei leghisti […].
Anno I - Quarantacinquesima settimana, Dal 15 al 22 novembre

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MINISTRI. Marco Follini e Mario Baccini, entrambi dell’Udc, sono entrati nel governo come vicepremier e ministro della Funzione Pubblica. L’ingresso del primo, invocato da mesi ma sempre rinviato, lascia l’amaro in bocca a quanti (in testa quelli del ”manifesto”) l’estate scorsa l’avevano ”eletto” capo dell’opposizione nominandolo addirittura "uomo della Provvidenza" […].
Anno I - Quarantasettesima settimana, Dal 30 novembre al 6 dicembre

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Uomini di destra preferiti da Nichi Vendola (Pdrc): "[…] Apprezzo la cultura politica di Marco Follini, senza subirne la fascinazione. Finge di credere che i suoi interlocutori siano De Gasperi e Moro".
Giancarlo Perna, il Giornale, 13/12/2004

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[GIANFRANCO ROTONDI] «[...] Cresciuto alla scuola della fazione perdente della Dc avellinese di Fiorentino Sullo e di Gerardo Bianco, Rotondi dopo aver lasciato l’Udc [...] si è ritrovato circondato da un ostracismo feroce da parte dei suoi ex amici di partito. Il pur mite Follini, senza perifrasi, ha detto a Berlusconi: ”La Dc di Rotondi deve restare fuori da tutte le alleanze. O noi o lui”. Il Cavaliere ha scelto l’Udc, ma Rotondi ha racimolato in alcune regioni percentuali sorprendenti. Il 2,2% in Campania, il 3,1 in Abruzzo, l’1,8 nelle Marche, persino l’1,1 in Piemonte. Silvio Berlusconi ha invitato Rotondi nella sua casa di via del Plebiscito e ha provato a rincuorarlo. ”Caro Gianfranco, vedrai alla fine verrai con noi, Casini e Follini si convinceranno...”. [...]»
Fabio Martini, ”La Stampa” 23/6/2005 – Scheda Parrini su ROTONDI Gianfranco

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Per il senatore Mario Luzi, l’aggressione a Berlusconi «è una cosa che può accadere in un clima così eccitato» («che lo stesso premier contribuisce ad esaperare»): «Il bipolarismo è diventato bifazionismo». E’ certo che «a Fini, a Follini, a Casini, questo non sarebbe accaduto. Loro sono persone di parte, ma misurate. Si sono adattate al proprio ruolo, ma senza provocare».
Mario Ajello, Il Messaggero, 3/1/2005

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Il politico più alto nel governo Berlusconi è Gianfranco Fini: un metro e 85. […] Marco Follini e Stefania Prestigiacomo misurano un metro e 80 […].
Ettore Colombo, "Vanity Fair" 20/1/2005, pagina 78.

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[FLAVIA PERINA] Chi non ti piace a destra?
"Ho diffidenza per tutti quelli che vengono dalla Dc. Tipo Follini e Buttiglione".
Claudio Sabelli Fioretti, Corriere della Sera Magazine, 24/03/2005 pag.46-50

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Secondo le dichiarazioni dei redditi dei parlamentari relative al 2003, il più ricco è Berlusconi con un reddito di 12.762.234 euro […] Gianfranco Fini guadagna 176 mila euro, Follini 110 mila.
"Il Sole - 24 Ore" 13/4/2005; M.S., "Corriere della Sera" 13/4/2005; g.c., "la Repubblica" 13/4/2005; Giacomo Galeazzi, "La Stampa" 13/4/2005.

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Elezioni 1. Il centrodestra ha perso di brutto le elezioni del 3-4 aprile […]. Adesso tutta la questione si riassume nella seguente domanda: il governo cadrà e ci saranno elezioni anticipate? Oppure no? Fini e Follini hanno chiesto le elezioni anticipate, Berlusconi gli ha risposto di no […].
Anno II - Sessantaquattresima settimana, Dal 4 all’11 aprile 2005

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Berlusconi bis. Il secondo governo Berlusconi ha giurato nelle mani di Ciampi sabato sera, 23 aprile, e si è poi presentato in Parlamento per la fiducia martedì 26 (scriviamo la mattina di lunedì 25 e non sappiamo com’è andata). Otto novità: è tornato Tremonti, che adesso fa il vicepresidente del Consiglio al posto di Follini, […].
Cammino. Il cammino per arrivare al varo del nuovo governo è stato piuttosto accidentato. Lunedì 18 aprile, Berlusconi ha promesso a Fini e a Follini che sarebbe andato da Ciampi a dimettersi. In cambio ha chiesto a Follini una lettera in cui garantiva la partecipazione dell’Udc anche al Berlusconi bis. Ottenuta la lettera, il premier è salito al Quirinale, ma non si è dimesso, "perché tanto - ha spiegato ai giornalisti allibiti (un voltafaccia del genere non s’era in effetti mai visto in tutta la storia repubblicana) - se ho l’appoggio di tutti, come mi garantisce questa lettera, a che scopo fare la crisi?". A questo punto Fini ha annunciato di avere in tasca le lettere di dimissioni dei suoi ministri e che queste sarebbero state subito presentate se Berlusconi non avesse annunciato le sue dimissioni in Senato e non fosse subito dopo andato a presentarle a Ciampi. Berlusconi ha dovuto piegarsi […].
Fine del Polo? Anche se Berlusconi ha creato un ministero per il Sud e lo ha affidato a un uomo di Forza Italia (Miccichè), l’alleanza di governo appare oggi spaccata in un asse del Nord, formato da Forza Italia e dalla Lega, che ha in Tremonti il suo simbolo, e in un asse del Sud che vede insieme Fini e Follini e ha il suo simbolo nello stesso Follini: il segretario dell’Udc ha detto che starà fuori dal governo proprio per tenersi libere le mani e la capacità di giudicare […].
Anno II - Sessantaseiesima settimana, Dal 18 al 25 aprile 2005

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[…] Nell’appartata strada della Camilluccia, quartiere assai elegante, prediletto dalla buona borghesia romana degli anni Sessanta ( ieri da Rauti ad Aldo Moro, oggi da Marco Follini a Gianni Alemanno), c’è un piccolo ingorgo di auto blindate e scorte […].
Corriere della Sera 27/05/2005, pag.5 Maria Latella

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GENTILONI Paolo «[…] frequenta il Tasso dove, a parte Maurizio Gasparri, e Marco Follini, la maggior parte degli studenti milita molto a sinistra. [...]»
Antonella Baccaro, “Corriere della Sera” 4/6/2005 – Scheda Parrini su GENTILONI Paolo

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[…] Capezzone […] Se in politica fossero possibili le equazioni, lui starebbe a Prodi come Follini sta a Berlusconi, spina costante nel fianco del premier, specie sulla legge finanziaria. Al punto da immaginare un voto contrario dei Radicali al decreto fiscale del governo. […].
Ugo Magri, ”La Stampa” 1/11/2006 – Scheda Parrini su CAPEZZONE Daniele

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Meocci oggi dice di non aver mai avuto nulla contro Bisaglia, ma in realtà si sentiva più vicino a Mariano Rumor. Non cambia molto. Per Bisaglia aveva stima e dei due bisagliani più illustri - Pierferdinando Casini e Marco Follini - è amico pluridecennale. […]
Mattia Feltri, ”La Stampa” 2/8/2005

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Raduni. Sabato scorso, 2 luglio, si sono svolti in varie parti del mondo - e a vario scopo - vari raduni. […] Al Palalottomatica di Roma qualche centinaio di delegati al congresso dell’Udc (partito che fa parte del governo) ha ascoltato Marco Follini attaccare Berlusconi e lo ha poi rieletto segretario […].
Udc. Nel congresso dell’Udc, al Palalottomatica, Follini ha violentemente attaccato l’alleato Berlusconi dicendo no al partito unico, proponendo le primarie per il candidato del centrodestra da presentare agli elettori nel 2006, criticando la politica del taglio delle tasse e auspicando la riforma proporzionale della legge elettorale. Berlusconi, parecchio irritato, ha detto: "Vuole farci perdere". Tutto questo, venerdì 1° luglio, all’apertura dei lavori. Si sapeva già, però (lo hanno scritto anche i giornali), che a conclusione dei lavori l’altro leader dell’Udc, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, avrebbe fatto un discorso conciliante, in modo da riavvicinare il partito a Berlusconi. E infatti così è stato. Follini è stato rieletto segretario senza problemi.
Anno II - Settantaseiesima settimana, Dal 27 giugno al 4 luglio 2005

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[ANNA FALCHI] Chi le piace fra i politici?
«Berlusconi, Fini, Fassino, D’Alema, Follini, Bertinotti, La Russa, Casini, Veltroni».
Magazine, Claudio Sabelli Fioretti, giovedì 11 agosto.

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In quegli anni Meocci era sposato con Danila Bonito, volto biondo e occhiazzurrato di Raiuno, adesso invece è il marito di Elena Gaiardono, giornalista di Verona che da qualche tempo è al Giornale (’e hanno un bellissimo rapporto”, dicono gli amici). In effetti, l’unica polemica rinvenibile, l’unico scandalo, forse l’unico e l’ultimo ricordo Rai su Alfredo Meocci riguarda quelle nozze: il telegiornale notturno ne mandò in onda un pezzetto, forse per affetto, forse perché Marco Follini faceva da testimone e c’era anche Pier Ferdinando Casini, e il comitato di redazione si scatenò in invidiose proteste.
Il Foglio 02/08/2005, pag.1 Alfredo Meocci

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[…] Casini e Follini - con discorsi, interviste e soffiate varie ai giornali - hanno fatto ormai capire chiaramente che non intendono andare alle elezioni restando sotto la coda di Berlusconi. Perciò: o Berlusconi si fa da parte e la Casa delle Libertà mette contro Prodi un altro candidato (per esempio, lo stesso Casini).
Anno II - Ottantaquattresima settimana, Dal 22 al 29 agosto 2005

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Casa della Libertà. Il presidente della Camera Casini è andato a Telese, alla festa del suo amico Mastella (cioè dell’Udeur), e ha detto che dopo due anni di tira e molla almeno alcune delle cose che l’Udc chiede devono essere concesse. […] L’Udc è decisa a continuare da sola. Le cose che Casini e Follini chiedono sono soprattutto due: il ritorno al proporzionale e che Berlusconi si faccia da parte e lasci la candidatura per la premiership a qualcun altro […].
Anno II - Ottantacinquesima settimana, Dal 29 agosto al 5 settembre 2005

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Centrosinistra. Ancor prima di fare la pace con Rutelli (sabato 10) e di partire su un Tir giallo per la campagna delle primarie (mercoledì 7), Prodi ha detto che quelli dell’Udc si illudono se credono di essere accolti a braccia aperta nel centrosinistra. […] Quelli che se ne intendono dicono che Prodi fa lo sdegnato col duo Casini-Follini solo perché vuole tenerli parcheggiati nella terra di nessuno. Quando poi sarà al governo e Bertinotti darà inizio a qualche strepito rifondarolo, Prodi lo spedirà a quel paese (vendicandosi di vecchie trappole) e farà salire a bordo proprio quelli dell’Udc, tenuti fino a quel momento di riserva. Nessuno riesce a immaginare che Casini e Follini, a quel punto, siano capaci di dir di no.
Anno II - Ottantaseiesima settimana, Dal 5 al 12 settembre 2005

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Italia. La destra italiana, o per meglio dire Casini e la sua Udc, hanno tentato la settimana scorsa di cambiare il sistema elettorale depositando una legge che reintroduce il proporzionale, mette uno sbarramento del 4% (se non si prende almeno il 4% dei voti non si va in Parlamento), dà un premio di maggioranza alla coalizione che ottiene più voti in modo che occupi in ogni caso il 55% dei seggi e considera uguali a zero i voti ottenuti dalle formazioni che stanno sotto il 4%. […] Alla fine pare che la riforma di Casini-Follini sarà ritirata e che non se ne farà niente (anche se D’Alema vedrebbe bene almeno l’abolizione delllo scorporo). […] Risultato: Casini e Follini, i due avversari del premier, alla fine sono usciti indeboliti.
Anno II - Ottantasettesima settimana, Dal 12 al 19 settembre 2005

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Sabato. Grosso titolo della Repubblica: ”Fazio non si arrende. Gelo con Tremonti al Fmi. Casini e Fini sfidano Berlusconi”. […] Berlusconi, che grida, ma alla fine accorda agli alleati tutto quello che vogliono, ha accettato di mettersi in discussione, salvo dire poi che ”non ha paura di nessuno”, che ”le primarie fatte come le vogliono Casini e Follini costerebbero troppo” (quattrocento milioni), […]. Casini e Follini dicono che si candideranno per la guida del centrodestra. […].
Anno II - Ottantottesima settimana, Dal 19 al 26 settembre 2005

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[…] Quel che ancora non si sa, ma emergerà a fine luglio dalle intercettazioni telefoniche disposte dalla procura di Milano che indaga su altre due scalate - Antonveneta e Rizzoli-Corriere della Sera - è che, nei giorni cruciali della scalata Unipol, l’amministratore delegato dell’Unipol Giovanni Consorte è in costante contatto con i vertici dei Ds […]. Follini e Tremonti - anch’essi tirati in ballo indirettamente dalle telefonate intercettate - smentiscono di aver mai parlato con Consorte, Boselli smentisce di aver parlato con lui di Unipol.
Marco Travaglio, Micromega 5/2005

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Centrodestra. Come dicevamo, alle prossime elezioni politiche potrebbe davvero capitare che gli italiani non votino più col sistema maggioritario in vigore da una quindicina d’anni, ma con un sistema proporzionale nuovo: Berlusconi, Fini e Casini (Bossi è contrario, ma la Lega non fa troppe storie) hanno scelto il modello elettorale della regione Toscana e lo porteranno alla Camera per l’approvazione a partire dall’11 ottobre. L’accordo, che ha ricompattato il centro-destra, ha escluso Follini, che voleva ad ogni costo le primarie e, possibilmente, la testa di Berlusconi. Non avrà certamente Berlusconi e molto difficilmente otterrà le primarie. […] Follini, rimasto solo, dice che i suoi non voteranno in Parlamento la riforma elettorale e promette sfracelli. […].
Anno II - Ottantanovesima settimana, Dal 26 settembre al 3 ottobre 2005

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[SERGIO VALZANIA:] «”[...] Follini? Mi fu presentato, qui in Rai. Mi dissero: ”Perché non parli con lui?’ Era il tempo del consiglio di amministrazione telefonico, come lo definì Craxi. Il 643111. Sei Dc, quattro Pci, 3 Psi, uno Pli, uno Psdi,uno Pri. Erano consiglieri che a volte duravano per tantissimo tempo, per cui curavano addirittura la carriera delle persone. All’interno di questo rapporto ho fatto amicizia con Follini. Parliamo spesso della Rai e immagino che quando qualcuno gli chiede ”Secondo te in Rai c’è uno bravo?’, lui risponda: ”Forse, Valzania’. Ogni tanto ci si vede, si chiacchiera un po’ [...]”»
Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 47/2002 – Scheda Parrini su VALZANIA Sergio

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Tutto si può dire del presidente Berlusconi, e tutto il peggio infatti se ne dice, ma non che gli manchi una tempra di lottatore. Sia ben chiaro: si tratta di pura ed esclusiva valutazione tecnica. Perché evidentemente il Cavaliere sta lottando per una causa che è solo e soltanto sua, non degli italiani e nemmeno degli alleati, non a caso ridotti all´ordine (Fini e Casini) o al silenzio (Follini). […] E insomma: fino all´altro giorno sembrava messo molto male. Follini l´aveva delegittimato davanti alle telecamere. E il Foglio aveva richiamato nei titoli il classico "viale del tramonto". […].
La Repubblica 13/10/2005, pag.1-7 Filippo Ceccarelli

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[LORENZO CESA] «[...] personaggio sconosciuto ai più ma molto influente in quel mondo [...] gode della fiducia e anche, per quanto possa valere in politica, dell’amicizia tanto dell’ex-segretario Follini (che nel discorso di commiato gli ha rivolto un saluto speciale) che di Pier Ferdinando Casini.
La Stampa” 23/10/2005 – Scheda Parrini su CESA Lorenzo

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[LORENZO CESA] […] Contribuisce quindi, insieme a Casini, a fondare il Ccd e poi l’Udc. Marco Follini gli dà fiducia affidandogli la segreteria politica, cosa che gli fa conoscere alla perfezione il partito in tutte le regioni […]. Follini gli affida tutte le dichiarazioni più spinose e più d’attacco, in altre parole quando c’è da prendere le distanze da quella che l’ex segretario chiama ”monarchia” di Berlusconi. E poi? Succede che Casini entra in collisione politica con l’amico Follini e, di fronte alla riforma elettorale, si schiera con il presidente della Camera. Ma senza mai rompere i ponti con il segretario, anche quando si dimette.
Roberto Zuccolini, ”Corriere della Sera” 28/10/2005 – Scheda Parrini su CESA Lorenzo

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[LORENZO CESA] [...] E dire che negli Anni Settanta Cesa era partito forte, a fianco dei suoi amici di sempre: nel movimento giovanile democristiano Marco Follini era il capo, Pier Ferdinando Casini il vice e lui, il giovane Lorenzo, si occupava di organizzazione. […] Racconta Beppe Fioroni, dell’esecutivo della Margherita, una conoscenza trentennale che risale al Giovanile dc: ”Cesa è un uomo concreto, non un teorico come Follini, con un forte senso di appartenenza, un ottimo organizzatore, uno che sa fare un passo indietro”. Ma per Gianni Prandini, già ministro democristiano ai Lavori Pubblici e di cui Cesa è stato capo della segreteria, il segreto dell’ascesa del suo ex collaboratore è uno solo: ”L’amicizia con Casini e con Follini credo sia indistruttibile”»
Fabio Martini, ”La Stampa” 28/10/2005– Scheda Parrini su CESA Lorenzo

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Legge elettorale 1. Giovedì 13 ottobre, dopo tre soli giorni di discussione, la Camera ha approvato la nuova legge elettorale. L’opposizione non ha neanche voluto partecipare al voto finale, nella maggioranza non ci sono stati franchi tiratori. Marco Follini, che voleva le primarie anche nel centrodestra per sfiduciare Berlusconi e una legge elettorale proporzionale concordata con il centro-sinistra, s’è dimesso da segretario dell’Udc la mattina di sabato 15 ottobre. Follini ha definitivamente rotto con Casini e insultato i suoi ministri: ”I miei ministri stavano ripiegati al servizio di Berlusconi”. […]
Anno II - Novantunesima settimana, Dal 10 al 17 ottobre 2005

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[…] fiaccolata, promossa dal Foglio di Giuliano Ferrara per protestare contro le dichiarazioni incendiarie del presidente iraniano Ahmadinejad, […] Numerosi anche i centristi, dal neosegretario Lorenzo Cesa a Marco Follini, e Carlo Giovanardi.
La Repubblica 04/11/2005 pag.2 FRANCESCO BEI

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L’Agenzia del Demanio è diretta da Elisabetta Spitz, "moglie del centrista Marco Follini […].
Susanna Turco, Magazine del Corriere della Sera marzo 2005

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[…] Udc. E il loro leader Follini, pur votando con la maggioranza, esprime «contrarietà alla guerra» [IN IRAQ].
Aldo Cazzullo La Stampa, 20/03/2003

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[…] Erano milioni e milioni, per dire, le pensioni d’invalidità del Mezzogiorno, monumento all’assistenzialismo di un partito, la Dc, «capace di mettere scientificamente a frutto le proprie più laceranti contraddizioni fino a renderle irrilevanti e indifferenti», come ha scritto Marco Follini […].
Filippo Ceccarelli La Stampa, 09/07/2003

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É stato sublime il gesto di Marco Follini, mercoledì pomeriggio a Montecitorio. Sparava il suo discorso a Silvio Berlusconi, leggendolo da un mazzetto di foglietti che, via via, scartava. Ma in che modo li scartava? Posandoli sul banco? Macché, li passava con noncuranza regale al famiglio che gli sedeva accanto. Che, in realtà, famiglio non era, trattandosi di un deputato dell’Udc, investito del delicato incarico di raccattapagine. Mi ha affascinato il gesto folliniano, perché vi ho avvertito il segno di altri tempi, la risonanza di un’età lontana. Dell’epoca in cui la Democrazia cristiana esisteva ed era potente. E tutti i leader bianchi, alla Camera e al Senato, nelle occasioni storiche, avevano accanto il proprio raccattafogli. Affinché neppure una riga del loro verbo andasse dispersa. E, alla fine, il prezioso malloppo fosse pronto per l’archivio del partito.
Ma sì, diciamolo. Se la Dc, la mamma Dc, ha partorito una razza mammona, il giovane Follini è l’ultimo esemplare di quella etnia. Non da solo, certamente. Però di sicuro il più simile agli antenati e il più capace di riprodurli. Follini è l’uovo di dinosauro nascosto nella giungla di Jurassic Park. Dunque dovrebbe tutelarlo come una reliquia attiva chi oggi sogna di resuscitare la Dc. Un’impresa facile o difficile, questo ritorno al passato? Io la reputo impossibile, prima ancora che inutile o dannosa. E lo dico da testimone. Che nel corso degli anni ha visto Mamma Dc super-potente, poi in declino, quindi in agonia e infine ghermita dalla morte. […] Sarebbe una iattura rimettere al mondo un partito siffatto. Ma comunque chi volesse cimentarsi in questo esperimento da dottor Frankenstein, troverebbe un ostacolo insormontabile. Che non è la mancanza dei voti democristiani. Quelli esistono ancora, dispersi in tutto l’arco politico. A non esserci più sono gli uomini che, nel bene e nel male, avevano reso grande la Balena. Ossia i capi democristiani di cui si è persa la memoria. Gli esemplari decisivi della razza mammona. Dei giganti, anche negativi, rispetto agli odierni Follini, Casini, Mastella, Marini, Tabacci, D’Antoni & C. Tutti imparagonabili ai prototipi che adesso ricorderò. […].
Giampaolo Pansa la Repubblica, 16/07/2004

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[…] I democristiani, quando si incamminano in gruppo come è successo ieri tra i rigogliosi pini marittimi del magnifico giardino del palazzo che ospitò la storica congiura ai danni di Fanfani nel 1959, sono riconoscibili unicamente dal taglio dei colli delle camicie: aborriti i botton down, nessuno di essi sceglie le punte lunghe, troppo trendy, nè i tagli alla francese, troppo smaliziati e imprenditoriali. Tranne Follini e Tabacci, che infatti non assomigliano proprio all’Udc, tutti i maggiorenti hanno i colletti corti, con il nodo della cravatta a una distanza di sicurezza dal bottone della camicia di almeno due dita. Così piace a Buttiglione, anche a Cuffaro, anche a Tassone. […].
Antonello Caporale la Repubblica, 17/07/2004

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La classifica dei politici più invitati a Porta a porta (aggiornata fino alla scorsa settimana) vede al primo posto Bertinotti con 43 presenze. Seguono […] Follini, 20.
Bruno Vespa, lettera a Repubblica 30/1/2006

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[…] Dietro i Casini, i Follini, i Buttiglione e i D’Antoni c’è una scuola anche rigorosa di politica; e una consuetudine con il potere che in origine portò i democristiani a vergognarsene, o a viverlo come una colpa da nascondere. Questi di oggi, in realtà, più che democristiani sembrano democristoidi. Ma non si lasciano impressionare né dal lusso né dal caos. Per dire: Follini, che come delegato nazionale giovanile a vent’anni aveva già l’autista, conobbe Berlusconi vent’anni orsono, nell’anticamera di Bisaglia. Ed era Berlusconi che aveva bisogno del favore. Il Cavaliere gli parlò del ritorno dello smoking in un certo teatro. Follini se lo guardò perplesso dietro quei suoi eterni occhialoni. Sono cose che non si dimenticano facilmente, tanto più se si ha la fortuna di aver conosciuto bene Aldo Moro. […].
Filippo Ceccarelli La Stampa, 06/12/2002

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[…] La serata in cui Giulio Tremonti fu defenestrato viene così descritta dai testimoni: tutti sanno che il ministro sarà fatto fuori eccetto lui. Tremonti continua a parlare di zerovirgola, ma Berlusconi ha già deciso. (Già la sera prima Tremonti partecipa a un pranzo ristrettissimo con Marco Follini organizzato in extremis da Elisabetta Spitz, direttore generale del demanio, moglie del leader dell’Udc, in cui il clima è straordinariamente buono, bellissima serata, ma già psicologicamente oltre Tremonti) […].
Il Foglio 23/09/2005, pag.II-III Marco Ferrante

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Fausto Bertinotti possiede decine di cravatte firmate da Luca Roda […]. Follini sceglie Hermès, Marinella e Ferragamo (purché in tonalità vivaci: giallo limone, verde prato, becco di fagiano). […].
Corrado Ruggeri, Corriere della Sera 9/3/2006, pagina 15.

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[BRUNO VESPA] Berlusconi aveva detto che non si sarebbe più presentato se non avesse ottemperato ad almeno quattro dei cinque punti del contratto con gli italiani.
«Ti rispondo come mi ha risposto una fonte insospettabile, Marco Follini. La contabilità facciamola fare agli esperti. Ma se parliamo della direzione di marcia, allora si può dire che il contratto è stato rispettato».
[…] Quali politici frequenti oggi?
«Nessuno».
Nessuno, nessuno?
«Ho vecchi rapporti di amicizia con Marco Follini, dai tempi in cui lui era consigliere d’amministrazione della Rai». […].
Corriere della Sera Magazine 24/11/2005, Claudio Sabelli Fioretti

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[…] Cosa succederebbe nella Cdl in caso di sconfitta? Berselli: «Berlusconi spera di risultare il capo del primo partito al Senato, in modo da risultare ancora centrale in ogni negoziato, e in grado all’occorrenza di alzare barricate. […] Nell’Udc, Pier Ferdinando Casini, Marco Follini e Bruno Tabacci mandano segnali al centrosinistra, ”perché se Prodi radicalizza noi facciamo un’opposizione durissima; ma se Prodi sente la necessità di allargare la maggioranza, noi siamo un partito di governo, non un partito della protesta”. […]».
Edmondo Berselli, L’espresso 13/4/2006 - APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 10 APRILE 2006.

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FOGLIARDI Giampaolo. Dal 2006. «[...] ”Ero dirigente dei giovani democristiani insieme con Marco Follini e Pierferdinando Casini, fazione morotea”. [...]»
Maria Corbi, ”La Stampa” 27/4/2006 – Scheda Parrini su FOGLIARDI Giampaolo

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Giorgio Napolitano, 81 anni, è il nuovo presidente della Repubblica, […] Marco Follini, già segretario dell’Udc, ha detto che lui comunque ha votato Napolitano. […].
Anno III - Centodiciottesima settimana, Dall’8 al 15 maggio 2006

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«D’Alema è una persona deliziosa, ma timida: ha un blocco nella relazione con le persone. Follini è un secchione: a me i secchioni piacciono tantissimo» (Anna Finocchiaro, capogruppo dell’Ulivo al Senato).
Vanity Fair 20/7/2006, pagina 36.

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Senato, i numeri incerti del cambio di maggioranza. […] Specie al Senato dove quel vantaggio di tre soli voti tiene il centrosinistra ogni giorno con il fiato sospeso. Allargare la maggioranza, quindi. Ma come? Ad analizzare i numeri l’operazione sembra più difficile di quanto sembri. Anche per gli effetti a catena che uno spostamento da una parte all’altra potrebbe innescare.
[…] SOLO I FOLLINIANI – Per numero di spostamenti è lo scenario minimo. Con il centrosinistra passerebbe il dissidente Marco Follini (che ha sempre smentito e che continuerà a farlo) più i suoi fedelissimi Massimo Fantola, Luigi Maninetti e Lorenzo Nedo Poli, anche loro pronti a negare tutto. In stabilità l’Unione ci guadagnerebbe pochissimo, salendo da 159 a 163 senatori. Ma sarebbe minore il rischio dei malumori interni e nella maggioranza potrebbe resterebbe tutta la sinistra radicale. […].
Corriere della Sera 25/07/2006, pag.8 Lorenzo Salvia

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[TOTÓ CUFFARO] Gioco della torre. Casini o Follini?
«Salvo Casini».
Corriere della Sera 24/8/2006, Claudio Sabelli Fioretti

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Berlusconi, tornato a parlare a Gubbio, prima ha detto che Forza Italia non avrebbe votato la missione in Libano "perché non prevede il disarmo di hezbollah", ventiquattr’ore dopo ha fatto marcia indietro e detto: vedremo. […] Follini ha detto che o la Casa delle Libertà farà a meno di Berlusconi oppure lui si riterrà libero di votare anche per il governo ("decidendo caso per caso").
Anno III - Centotrentacinquesima settimana, Dal 4 all’11 settembre 2006

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[…] É un linguaggio a misura di questa società balbettante, che scoppietta come le castagnole, anziché parlare, e che non ha tempo per nulla epperò il suo nulla lo vuole subito, in un battibaleno. I più bravi a porgerglielo sono i Pecoraro Scanio e i Follini, inarrivabili nell’emettere in sette secondi netti le loro stucchevoli sentenze imparate a memoria. Ma chi vogliono stupire, con l’occhio vitreo fisso sulla telecamera del Tg1? Noi? […].
Il Giornale 16/09/2006, pag.22 Stefano Lorenzetto

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Follini: ”Mi chiamo fuori dall’Udc”. L’ex segretario ha formalizzato ieri il suo distacco dal partito (che ”abbaia ma non morde”) per dar vita al movimento ”Italia di Mezzo”.
Scheda 127969 – Uscite: Il Foglio 19/10/2006

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[…] L’Udc ha subito la scissione prevista: Marco Follini se n’è andato, farà l’opposizione a Prodi ma senza più far parte della Casa delle Libertà. Il suo partito si chiama L’Italia di mezzo.
Anno III - Centoquarantesima settimana, Dal 16 al 23 ottobre 2006

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[ENRICO LUCCI] Come nasce un suo servizio?
«Mi interessano i paradossi. Per esempio: Follini fa la conferenza stampa per presentare il suo nuovo partito? Io costruisco tutto il servizio su un unico concetto: fondare l’ottantottesima entità politica in Italia è un’assurdità».
Vanity Fair 23/11/2006, Sara Faillaci

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[SULLA FIDUCIA GOVERNO PRODI] Nei prossimi giorni Prodi dovrà tenere sotto «controllo» i senatori ballerini e registrare meglio le tre novità di questa nuova, incertissima stagione. La prima riguarda Follini, destinato ad assumere un ruolo politico di frontiera. […]
Fabio Martini, La Stampa 24/2/2007.

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Ieri il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha respinto le dimissioni del presidente del Consiglio, Romano Prodi, e lo ha pregato di tornare alle Camere a chiedere il voto di fiducia. […] Il senatore Marco Follini, che prima stava col centro-destra, ha detto che voterà la fiducia. […].
Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport, Anno I, numero 26, 25 febbraio 2007

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[…] Quando qualcuno cambia schieramento se ne dicono di tutti i colori e bisogna stare attenti a non dare troppo credito alle calunnie. Non le dico come stanno sparlando di Marco Follini, che ha abbandonato definitivamente il centro-destra e ha annunciato che, al 99 per cento (dipende dal discorso di Prodi), voterà la fiducia. Il quotidiano "Libero", di Vittorio Feltri, ha insinuato che Follini avrebbe cambiato schieramento per ripagare Prodi del fatto che alla moglie, Elisabetta Spitz, è stato rinnovato lo scorso 2 febbraio il contratto di direttore dell’Agenzia del demanio.
E non potrebbe essere?
No, perché la signora Spitz, un architetto stimatissimo, sta a quel posto da una vita ed è tra i professionisti più apprezzatti della capitale: l’ha nominata Visco (diessino), l’ha confermata Tremonti (Forza Italia) ed è abbastanza naturale che l’abbia riconfermata anche il nuovo governo. […].
Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport, Anno I, numero 27, 26 febbraio 2007

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[BATTUTA] "Di Rossi-Turigliatto-Pallaro, ”Oggi qui, domani là´. Canta Marco Follini". (Maurizio Crozza, Ballarò)
La Repubblica 01/03/2007

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[MILVA:] «Rossa. Ma D´Alema è stimabile».
Oggi anche Follini.
«Finalmente ha capito che la sua casa è di qua».
ANTONELLO CAPORALE, La Repubblica 01/03/2007

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[…] Così si dice che nella votazione del 28 febbraio è risultato decisivo il voto del sen. Follini per conseguire la maggioranza dei senatori elettivi, lasciando credere che i voti dei quattro senatori vitalizi a favore del governo siano aggiuntivi ad una maggioranza autosufficiente e già esistente. Ma così non è: si dimentica che, avendo i senatori vitalizi diritto di voto, la loro partecipazione alla votazione fa crescere la maggioranza del Senato o quorum e rende costitutivo in talune circostanze il loro suffragio, ieri a favore del governo Prodi. […].
Leopoldo Elia Corriere della Sera 2/3/2007

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A partire da domenica e fino all’ultimo istante prima del voto di fiducia, s’è svolto sotto gli occhi del paese un mercato imbarazzante: Prodi e Fassino all’opera per tirar dalla loro qualche senatore centrista; i suoi avversari per trattenerlo. L’unico passato di sicuro da destra a sinistra, al momento in cui scriviamo, è il senatore Marco Follini, già segretario dell’Udc e vicepresidente del Consiglio di Berlusconi. […].
Anno IV - Centocinquantasettesima settimana, Dal 19 al 26 febbraio 2007

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Nel transatlantico di Montecitorio Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi, sfoga la sua impotenza verso quella guerra sempre negata in Afghanistan e che oggi bussa prepotentemente alla porta del governo e della maggioranza con il rapimento dell’inviato di Repubblica, Daniele Mastrogiacomo. […] Nell’opposizione Fini e Casini esigono dalla maggioranza l’ «autosufficienza» sull’Afghanistan mentre il leader dell’Udc ha parole di fuoco verso l’ex-compagno di strada Marco Follini, che ha puntellato un governo inadeguato: «Non possono prendermi in giro - sostiene l’ex presidente della Camera -. Io non sono Follini. C’è chi lo è e chi li ha». […].
Augusto Minzolini, La Stampa 7/3/2007

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[…]In Italia quest’apprendimento è in corso ed è significativo che l’esempio Prodi seduca Bayrou. Centro-sinistra e Ulivo sono la risposta all’emergenza populista di Berlusconi e alla crisi della democrazia. Contrariamente a quel che si dice, non abbiamo in Italia un blocco governativo di sinistra, ma un blocco che oltre all’Unione comprende conservatori e sinistre estreme. Sia pur faticosamente, anche queste ultime hanno dimostrato capacità di coalizione: hanno digerito un pesante risanamento economico, accettato la missione in Libano, scoperto l’Europa.
Divenire capaci di coalizioni e dunque di governare presuppone nei due blocchi la preservazione di un programma minimo cui non si rinuncia: a sinistra possono essere i diritti della persona, il lavoro non precario, o la laicità e autonomia della politica; il multilateralismo o un’Europa autonoma dall’America. Bayrou, ad esempio, promette modifiche profonde (l’abbandono dell’illusione nazionale di De Gaulle, un’Europa federale fatta da un’avanguardia di Stati) ma al tempo stesso è fermo nel preservare alcuni valori: il modello d’integrazione repubblicana, la laicità, la valorizzazione di servitori dello Stato come gli insegnanti.
[…] I centristi italiani ad esempio non hanno ancora appreso la Koalitionsfähigkeit ad ampio raggio. Sembrano interessati a un’aristocrazia chiusa, autosufficiente, come proposto da Antonio Polito e Nicola Rossi in una lettera a Follini pubblicata l’8 marzo sul Corriere della Sera. Follini sembra più lungimirante. Nella risposta, il 9 marzo sul Corriere, sostiene che un ponte fra destra e sinistra è preferibile a un tetto su nuove compatte famiglie. É il ponte che educa alla Koalitionsfähigkeit, all’ascolto e rispetto del diverso, e che aiuterà a ricreare una bipolare architettura fatta di famiglie, case, tetti meno pericolanti.
Barbara Spinelli, La Stampa 11/3/2007

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Mercoledì 28 febbraio, sette giorni dopo essersi dimesso, Prodi ha ottenuto la fiducia del Senato e superato così la crisi di governo, essendo scontato l’appoggio che la Camera gli avrebbe dato due giorni dopo, con ampio margine. Al Senato, per avere una maggioranza politicamente valida (cioè priva dell’aiuto dei senatori a vita), Prodi doveva incassare almeno 158 voti. E ne ha presi infatti 158 giusti giusti: decisivo è risultato Marco Follini, già vicepresidente del consiglio di Berlusconi e ora passato al centro-sinistra, che ha pareggiato il trasloco all’opposizione del senatore De Gregorio (già dipietrista). […]
Anno IV - Centocinquantottesima settimana, Dal 26 febbraio al 5 marzo 2007

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[…] Così come [CASINI] resta convinto che, se l’anno scorso l’Udc si fosse presentata da sola come voleva Follini, sarebbe andata incontro a una catastrofe numerica e politica. […]. Con Follini non si sentono più: quando «un forte sentimento» si spegne, meglio una pausa che una telefonata formale per gli auguri di Pasqua. […].
Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 13/4/2007

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Nel palazzo della Pisana i mono-gruppi spuntano come funghi. Con la nascita di quello dell’Italia di mezzo, il movimento guidato a livello nazionale da Marco Follini, siamo arrivati a quota 8. Moltiplicando così spese, rimborsi e privilegi e confermando la Regione Lazio in cima a questa speciale classifica della Sprecopoli nazionale. […].
Paolo Baroni, La Stampa 27/4/2007

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[…] Marco Follini, l’ex segretario Udc che salvò il governo votando la fiducia, è stato chiamato dal premier a far parte del Comitato politico che scriverà le regole per la Costituente. Molti ci speravano, nell’Ulivo. E se Follini deciderà di varcare la soglia della nuova casa dei democratici, il nuovo e prezioso «acquisto» certificherà l’intenzione dei leader del Pd di guardare più al centro che a sinistra. «Sarebbe la prova ontologica che stiamo dando vita a un partito nuovo» era scritto nell’appello al leader dell’Italia di mezzo lanciato da Antonio Polito e Nicola Rossi. […].
Corriere della Sera 12/05/2007, pag.6 Monica Guerzoni

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Berlusconi […]:«Nell’Udc ci sono brave persone ma anche chi ci ha fatto perdere le elezioni come quella serpe in seno di Follini. Li abbiamo raccolti che stavano al 3%, gli abbiamo dato la terza carica dello Stato e tante poltrone. Le amministrative gli sono anche andate male. Cosa pretende Casini? Le regola non cambia: il candidato premier è il leader del primo partito della coalizione. Sono io».
Augusto Minzolini, La Stampa 14/6/2007

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INDICE DEI NOMI DEL VOLUME: La Navicella "I Deputati e Senatori del quindicesimo Parlamento Repubblicano" Editoriale Italiana 2000 (Annuario 2006)
Follini Giuseppe (Marco) 518, 526, 529, 534, 535, 539,636,800,888,1315,1345,1358,1387

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[…] Francesco Rutelli, che è vicepremier, […]. Pensando al Partito democratico e alla gara delle primarie che si è aperta ufficialmente mercoledì con le regole fissate dal Comitato dei 45, lancia il suo «manifesto degli innovatori». Incassando subito applausi dal fronte riformista e firme molto trasversali al centrosinistra: si va dai sindaci Chiamparino e Cacciari a Marco Follini, […]. Ma oltre ai contenuti è soprattutto interessante capire chi ha sottoscritto il manifesto rutelliano. Tra i politici spicca il nome di Marco Follini, che in questo modo – precisa – «pone un preciso vincolo di mandato a Veltroni» […].
Roberto Zuccolini, Corriere della Sera 13/7/2007

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[…] Da un po’ di tempo non è più Berlusconi che conduce la «campagna acquisti»: chi ha in mano la regia dei «trasferimenti» è il Professore di Bologna. E quanti vivono gli umori del Senato individuano il vero punto di svolta nella sua capacità di attrarre a sé Marco Follini, di arruolare sotto le proprie insegne addirittura un capitano dell’esercito avverso.
Sarà un caso. Ma da quando Follini ha rotto con Casini per passare a sinistra, prima nel Gruppo misto e poi nell’Ulivo, da quel preciso istante la corrente magnetica si è invertita. Anziché assistere all’agonia finale dell’Unione, abbiamo visto esplodere sintomatiche crisi di coscienza nel campo berlusconiano. […].
La Stampa 27/07/2007, pagg.1-12 Ugo Magri

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Le due parole fatidiche, «grande centro», non le nomina mai. Ma è la lettera al Corriere della sera di Pier Ferdinando Casini ad occupare la scena politica di mezza estate. Un intervento in cui il leader dell’Udc dice che con «alleanze forzose anche fra gli opposti non si va da nessuna parte» e sostiene che è necessario «ridare agli elettori la possibilità di scegliere e ai partiti di governare senza il ricatto delle estreme».
[…] Ma non è una sorpresa il fatto che per il momento ad uscire allo scoperto siano soprattutto i contrari. Come Maurizio Gasparri per An che parla di «sindrome di Follini che nasconde un futuro da schiavi della sinistra» […].
L.Sal., Corriere della Sera 10/8/2007

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Prodi chiama il prossimo (eventuale) rimpasto di governo ”riconsiderazione organizzativa”. Follini auspica che il prossimo governo sia ”non castale” (Aldo Cazzullo, vedi scheda successiva, 142575)
Monica Guerzoni, Corriere della Sera 26/9/2007

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Le elezioni amministrative. […] Una nota dell´Ansa ufficializza i dati: «Regionali: Unione verso l´11 a 2. Prodi: l´Italia ci chiede di governare. Follini: una sconfitta su cui riflettere».
Walter Galbiati - Emilio Randacio, la Repubblica 21/11/2007 La Repubblica 22/11/2007, pag.4 WALTER GALBIATI - EMILIO RANDACIO

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SPITZ Elisabetta. Moglie di Marco Follini. […] «Anche se il senatore Sergio De Gregorio non aveva assolutamente questa intenzione - anzi - la chiamata in causa della moglie di Marco Follini segna ufficialmente l’ingresso dell’ex vicepremier nel club dei leader. Solo le mogli di quelli che contano davvero, infatti, vengono prese di mira dagli avversari dei mariti: quelle che possono vivere in pace il loro anonimato sono le altre, le compagne dei non protagonisti. Accusando il segretario dell’Italia di Mezzo di aver concesso il suo prezioso voto di fiducia in cambio della conferma della sua signora, Elisabetta Spitz, nell’incarico di direttore generale dell’Agenzia del Demanio, De Gregorio ha provato a colpire Follini per interposto coniuge, gettando sulla moglie un sospetto avvelenato che rimbalzasse sul marito. E lo ha fatto con un calcolo perfido, perché nessuno potrà mai dimostrare il contrario, nessuno potrà mai fare la prova del nove, ma solo opporre la parola di Follini a quella di De Gregorio (il peso specifico delle quali è inversamente proporzionale, come tutti sanno, a quello corporeo dei due senatori). Quello che il furbo parlamentare napoletano non aveva considerato era proprio l’effetto mediatico del suo schiaffo virtuale. [..] la signora Spitz - di cui i più ignoravano l’esistenza, fino al giorno prima - è iscritta nell’albo delle mogli eccellenti. Che sono, storicamente, fonte involontaria di guai per i loro mariti. [...]»
Sebastiano Messina, ”la Repubblica” 2/3/2007 – Scheda Parrini su SPITZ Elisabetta

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[…] Marco Follini è pessimista sulla possibilità di evitare le elezioni se Prodi non riuscirà nel miracolo di rimettere in carreggiata la sua maggioranza. «Il piano verso le elezioni è molto inclinato - spiega il senatore del Pd - perché qui non ci sono più i numeri per andare avanti e un esecutivo sostenuto da Veltroni e Berlusconi mi sembra un’utopia». […].
Amedeo La Mattina, La Stampa 21/12/07

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[…] Lorenzo [CESA], 56 anni, è il più anziano dei tre che, per decenni, hanno formato un trio indissolubile. Si conobbero casualmente a metà degli anni Settanta in un vagone letto di seconda classe. Erano nelle cuccette uno sopra l’altro e andavano a un congresso di giovani dc. Lorenzo veniva dal paese natale, Arcinazzo Romano, in Ciociaria. Casini dalla sua Bologna. Follini da Roma, dov’è nato e cresciuto, anche se gli piace dirsi piacentino come sua madre. Cosa si siano detti quella notte non è noto, fatto sta che nacque un sodalizio. Sono rimasti in contatto e hanno formato una squadra, ovunque si siano dispersi. Poi, alla fine degli anni Novanta, colmo ciascuno delle proprie esperienze, si sono ritrovati insieme nel Ccd, poi Udc.
[…] Gianni Prandini, potente doroteo bresciano, ministro dei Lavori pubblici tra gli anni Ottanta e Novanta. […] «Erano indivisibili» diceva, parola più parola meno. «Li chiamavano il bello, il bravo e il furbo. Casini il bello andò con Forlani, Follini il bravo con De Mita, Cesa lo tenni io. Ai miei usi si confaceva il furbo». […] Lorenzo […] rientrò nel partito. Si mise all’ombra di Follini segretario, con la benedizione di Casini presidente, e ottenne un seggio al Parlamento Ue. Mentre faceva la spola, riprese la sua naturale funzione di sedativo tra i due amici che avevano cominciato a bisticciare perché Marco voleva uscire dalla Cdl e Pierferdy no. Un giorno gli fu chiesto: «Chi sceglieresti tra Casini e Follini se litigassero a morte?». «Litigare? Non succederà mai, io sono qui per questo». «E se succedesse?». «Scelgo Follini» rispose il Furbo. Quando poi successe davvero, nel 2006, col salto della quaglia di Marco nell’Unione, Lorenzo rimase invece con Pierferdy diventando segretario dell’Udc. […].
Panorama 27/12/2007, GIANCARLO PERNA

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L’ira di Cesa. La Stampa 9 febbraio 2008.
L’ufficio di Lorenzo Cesa in via Due Macelli sembra la «war room» di un fortino assediato. Decine di telefonate da tutta l’Italia («e ora che si fa?»). Casini che da Bologna detta la linea («calma e sangue freddo: non è detta l’ultima parola»). Totò Cuffaro che si tiene informato mentre in Sicilia guerreggia con Miccichè. Il segretario dell’Udc appare flemmatico, ha pure voglia di sorridere quando il senatore Francesco Pionati dice di essere abituato ai terremoti. «Alla Rai - ricorda l’ex giornalista del Tg1 - ne ho viste talmente tante che quello che sta succedendo oggi mi fa un baffo. Certo qualcuno sarà preoccupato. Chissà quanti pannoloni si è già cambiato D’Onofrio! Berlusconi ora deve fare bene i conti su quanti ne elegge senza di noi al Senato...».
Cesa […] è consapevole che la sfida del Cavaliere mette l’Udc su un crinale pericoloso, ma è anche sicuro che, se alla fine il suo partito sarà costretto a correre da solo, allora la faranno pagare cara a Berlusconi. […]
I centristi siciliani dicono che Berlusconi vuole far fuori Casini: […]. Il più soddisfatto per la nemesi che sta toccando a Casini, suo ex fratello gemello dell’Udc, è Marco Follini. Il suo è un distillato di veleno: «La legislatura si è chiusa con il riallineamento dell’Udc. Avendo servito la causa del centrodestra, Casini si aspettava maggiore gratitudine. Ma ora, dopo essere stato cacciato, costruire il centro come ripiego è una scelta piuttosto misera». Zac! […].
La Stampa 9 febbraio 2008, Amedeo La Mattina

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[…] Anche Marco Follini e Pier Ferdinando Casini sono stati allevati da Tony Bisaglia, poi s’è visto com’è andata. […] [RAFFAELE LOMBARDO] Dev’essere stato molto amico anche di Follini, se lo scelse come testimone di nozze. «Sì, è vero». Siete anche andati in vacanza assieme. «Abbiamo fatto qualche viaggio di studio assieme». Siete ancora così amici? «Certamente. Ci incontriamo spesso al Caffè Sant’Eustachio, dietro al Senato». [….].
Libero 29 febbraio 2008, BARBARA ROMANO

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Le sfide chiave. […] Campania
Se il Sud fosse - come auspica Massimo D’Alema - «un Paese normale», l’emergenza-rifiuti in Campania e l’improvvisa senescenza del rinascimento bassoliniano dovrebbero determinare automaticamente l’esito della prossima tornata elettorale a Napoli e dintorni. […] alla Camera (Campania 1 e 2) per il Pd ha prevalso l’effetto-loft: Massimo D’Alema e la giovane Pina Picierno capilista per depotenziare il ricordo di Bassolino e il «popolare» Marco Follini numero uno per il Senato. […].
Il Giornale 11 marzo 2008.

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[…] Berlusconi ha fatto con la Lega l’apparentamento che non ha concesso all’Udc, perché vi ritiene più affidabili, anche se è stato Bossi e non Casini a ribaltargli il governo nel ’94. [ROBERTO MARONI:] «E chi ha richiesto la discontinuità di governo nel 2005? L’Udc di Casini e Follini. Solo per impedire a Berlusconi di essere il primo premier a portare a termine una legislatura» […].
BARBARA ROMANO, Libero 1 aprile 2008

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GLI ELETTI DI CAMERA E SENATO NELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2008 (prima delle opzioni)
CAMPANIA
SENATO
PD (10): Marco Follini, […].
La Stampa 16/4/2008

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[…] La cifra non è da capogiro, appena 5 mila euro a testa, e diventa ancora più piccina se confrontata con quella stanziata da Francesco Gaetano Caltagirone, costruttore ed editore del "Messaggero", che riserva le sue elargizioni esclusivamente all’Udc, il partito di Pier Ferdinando Casini, marito della figlia Azzurra. In due anni la famiglia Caltagirone ha regalato alla creatura del leader centrista 900 mila euro, frazionando i versamenti in nove tranche da 100 mila. Hanno contribuito nell’ordine Francesco, Gaetano, Francesco Gaetano e la moglie Luisa Farinon più cinque società del gruppo. Una potenza di fuoco che l’ex compagno di partito, Marco Follini, si sogna. Anche se pure lui ha un immobiliarista nella manica: il gruppo Statuto, mediante la società Colli Aminei ha donato al transfuga dall’Udc al Pd ben 70 mila euro. […].
L’espresso 20 marzo 2008, PRIMO DI NICOLA E MARCO LILLO

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NARO Giuseppe. Politico. […] Un po’ di popolarità nel 2004, quando durante il dibattito sulla verifica di governo fu immortalato mentre a Montecitorio reggeva i fogli a Follini: «[...] docente universitario, una vita nella Dc prima, nel Ccd poi [...] rischia di passare ai posteri come Pepé il reggi-foglietti. Follini, il leader, parlava; lui lì, a prendere i fogli dell’intervento del capo. Religiosamente, uno per uno. ”Sono cose che uno fa per affetto [...] L’ho conosciuto nel ”72 che era un ragazzino, 18 anni aveva [...] ero più grande di sei anni [...] Presi subito Marco sotto la mia ala protettiva. Poi è arrivato anche Casini, ma qualche anno più tardi [...] Abbiamo pure dormito insieme, fatto insieme le vacanze [...] A Marco voglio molto bene, sapevo che anche se non lo faceva vedere era nervoso. É stato il mio modo per stargli accanto [...]”»
b. J., ”la Repubblica” 17/4/2004 – Scheda Parrini su NARO Giuseppe

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Presidente Cossiga, […]. Cosa pensa dei giovani cattolici del Pd? Chi ha più stoffa tra Franceschini, Fioroni, Follini, Enrico Letta?
«Sono una generazione sfortunata. Il loro futuro è o con il socialismo o con Pierfurby Casini».
Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 7/7/2008

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DOSSIER ILLECITI TELECOM-TAVAROLI (da Repubblica)
[…] Piero Fassino e Nicola Rossi, i parlamentari ex Ds indicati da Tavaroli come titolari di conti esteri intestati all´Oak Fund dei fratelli Magnoni, hanno smentito di aver mai avuto qualsiasi genere di rapporto bancario con il fondo che attraverso la Bell era tra gli azionisti di controllo di Telecom Italia ai tempi di Colaninno. […] Vicino ai due bersagli di Tavaroli anche il senatore del Pd Marco Follini: «Che Fassino e Rossi possano essere depositari di conti segreti e di tangenti è una falsità che può venire in mente solo a chi non li conosce. Sono solidale con loro. Spiace solo che così tanti veleni siano messi in continuazione nel frullatore impazzito della nostra vita pubblica» […].
WALTER GALBIATI, EMILIO RANDACIO, la Repubblica 19-20-21-22 luglio

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[…] Nella giornata dei desaparecidos della politica, è calato un silenzio che è un urlo di dolore. Una mortificazione. Quella che notarono mille anni prima, gli imberbi Pier Ferdinando Casini e Marco Follini ricevuti dal dinosauro doroteo Mariano Rumor. "Hai visto? Ci ha dedicato un’ora" gongolava Follini. E Casini, già allora ben più smagato: " Deve essere al punto più basso. Il telefono non ha mai squillato". […].
Marco Damilano Denise Pardo, L’espresso 7/8/2008, pagina 40

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[…] Nel giorno del suo settantaduesimo compleanno, Silvio Berlusconi sceglie la calma familiare nell´ultima dimora scovata in riva al lago Maggiore. […] Il primo a farglieli [GLI AUGURI], per telefono, è stato Fini, ma pure dall´opposizione hanno chiamato: Casini e Follini. […].
Roberto Sala, la Repubblica 30/9/2008

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[…] Vigilanza Rai […] il presidente eletto Villari, […] L’importante è che si tolga di mezzo dalla Vigilanza. Lo sollecitano suoi supporter come Follini e Latorre, e pure governatori come Marrazzo. […].
Ugo Magri , la Stampa 19/11/2008

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[…] Francesco Pionati […] Ormai destituito da portavoce dell’Udc (così come la segretaria, prontamente licenziata), si era poi ripresentato a Montecitorio come se nulla fosse per fare il suo dovere di deputato. Finché ieri a via Due Macelli i funzionari del partito hanno saputo della sua fuoriuscita dai cronisti che chiedevano un commento. E ad alcuni è subito venuto a mente quando a lasciare era stato Marco Follini e Pionati parlò di «bieco trasformismo» e, non pago, incaricò il segretario provinciale della sua natale Avellino di far spedire a tutti gli iscritti a Roma una cartolina indirizzata al transfuga: «Vergogna! Restituisci il voto con gli interessi». […].
Maria Grazia Bruzzone, la Stampa 28/11/2008

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[MARIASTELLA GELMINI] Ricorda almeno che [ALEMANNO] se la prese con Follini? «L’uomo dei se e dei ma»...
«L’uomo della discontinuità».
Claudio Sabelli Fioretti, La Stampa 1/12/2008

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[…] Veltroni […] il segretario [DEL PD] ha rinunciato all’annunciato «rinnovamento immediato della classe dirigente» e agli strombazzati «poteri straordinari», […] ma in cambio ha ottenuto il voto di ”fiducia” da parte dei capi della ”fronda”, Massimo D’Alema, Franco Marini, Francesco Rutelli, Enrico Letta. […] Affilatissimo Marco Follini: «Si invoca il rinnovamento, ma io, Walter e Massimo, mese più mese meno, abbiamo la stessa età e quando arrivasse il rinnovamento, dovremmo farci tutti da parte». […].
Fabio Martini, la Stampa, 20/12/2008

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Il dibattito su come uscire dalla nuova Tangentopoli si fa ogni giorno più avvincente, con soluzioni vieppiù innovative. Andrea Romano (Il Riformatorio): «Via Veltroni», cioè uno dei pochi non inquisiti. Follini: «Via Di Pietro» (come sopra). […].
Marco Travaglio, L’unità, sabato 20/12/2008

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«Dimettersi è un gesto che ha sempre un costo, e un fondo di tristezza. Lo so perché l’ho fatto anch’io. Veltroni ne esce come un galantuomo; lo dico oggi dopo averlo criticato in passato. Scrive Sartre che non esistono vittime innocenti. Dalla crisi del Pd nessuno di noi si può chiamare fuori; ognuno porta sulle spalle un pezzetto della croce della sconfitta. Anche io, nel mio piccolo. Questo per me è momento di autocritica: avverto il dovere di dire a me stesso che nessuno di noi uscirà intero da questa vicenda. Forse neppure il partito stesso».
Dice Marco Follini – già capo dei giovani democristiani, poi segretario Udc – che alla sfida del Partito democratico aveva creduto davvero. «Una sfida titanica alle leggi di natura della politica italiana. Una sfida generosa, che era giusto tentare; ma che oggi ci fa trovare tutti in mezzo al guado, per usare un eufemismo. Quando un partito si insedia su un territorio sterminato, che contiene storie, idee, personaggi così diversi, può tenere il territorio solo se ha una guida di ferro, e noi non ce l’avevamo, perché Veltroni non ha il difetto di essere troppo duro; se dispone delle risorse del governo e del potere, e noi siamo all’opposizione; se gode di molta fortuna, e noi non abbiamo avuto nemmeno quella. Al punto in cui siamo, o la difficoltà abissale si traduce un po’ magicamente in un colpo di reni, e traiamo una forza inaspettata dal fatto di stare sul ciglio dell’abisso: e allora congresso subito, nuovo leader subito, e – soprattutto – scioglimento subito dei nodi politici, del dilemma identitario: stare con il Pse o fuori dal Pse, con la Cgil o con la Confindustria, con Marino o con la Binetti. Ma è molto complicato che tutto questo accada in pochissimo tempo. Sia chiaro, io ci spero. Ma, se non avviene, il nostro destino rischia di essere già scritto».
Follini non pensa a un ritorno al passato. «Indietro non si va. Non torneranno Ds e Margherita; verranno, semmai, un partito neolaburista a sinistra e, al centro, un partito alla Kadima ». Kadima è la nuova forza che ha conquistato la maggioranza relativa nelle ultime due elezioni israeliane. «La mia illusione era che la nostra Kadima fosse il Pd. Lo pensavo come una sorta di Democrazia cristiana: più moderna, più laica, più a sinistra, ma non troppo diversa dalla Dc del dopoguerra. Una "Balena Rosa". Così forse poteva essere; ma così non è stato». E’ chiaro che una componente del nuovo partito centrista sarebbero i cattolici dell’ex Margherita, e l’altra l’Udc di Casini. Che però a sua volta non può pensare di restare se stessa: «Se, parafrasando Moro, si tratta di scomporre e ricomporre, per organizzare meglio il campo dell’opposizione a Berlusconi, è ovvio che dobbiamo farlo rinunciando tutti a rendite e comodità – dice Follini ”. L’Udc ha beneficiato di alcuni suoi meriti e, paradossalmente, delle scelte di Berlusconi, che cercando di soffocarlo gli ha dato un respiro che forse non aveva. Ora si tratta di trasformare la necessità in una virtù. E per Casini si tratta di uscire dalla ridotta del partitino».
La nuova forza avrebbe un problema di leadership. Follini premette: «Ho fatto molti e molti passi indietro, e non ho ambizioni di riguadagnare la prima fila». Altri nomi? «Non si comincia distribuendo le patenti di leader. Non salgo in cattedra; mi interrogo, dopo difficoltà e qualche errore. E dico a tutti quelli che dentro il Pd vedono in questo scenario un tuffo nel passato e lo vorrebbero evitare, che non lo si evita aspettando. Lo si evita se si riesce a fare oggi ciò che non si è fatto ieri in condizioni che parevano più agevoli. Altrimenti, il piano B è quello, e rispetta molto di più le leggi genetiche della politica italiana, che ci eravamo illusi di avere alle spalle e invece abbiamo davanti. Oggi le due metà del Pd si tengono in scacco a vicenda. Questa situazione si sbloccherà comunque, o per un disegno o per le circostanze. Prima è, meglio è. La politica italiana vive una tale accelerazione che di tempo non resta molto».
Anche perché nel futuro non lontano Follini vede un pericolo: «Berlusconi non può reggere altri quattro anni di normalità politica e di crisi economica, di logoramento a opera di Bossi e Fini e di impoverimento sociale. Presto tenterà di riaprire una fase "eroica" nel suo rapporto con il Paese, di tornare alla cosa che sa fare meglio: la campagna elettorale, in vista di elezioni anticipate. L’opposizione non può improvvisare una difesa all’ultimo momento. E mi pare che l’opposizione a Berlusconi si organizzi meglio con un’alleanza tra diversi che con un solo partito». "Kadima" non somiglierà troppo, magari anche nel suo vero nome, alla vecchia Dc? «Non mettiamo nomi vecchi a cose avveniristiche. Nel dopoguerra ci sono stati soprattutto due tentativi di interpretare l’Italia: quello della Dc e quello di Berlusconi. Penso che il nostro modo debba essere più simile a quello con cui la Dc organizzò e rappresentò il pluralismo del Paese. Credo che tutte le forze dell’opposizione, tranne secondo me Di Pietro, saranno chiamate un domani a coalizzarsi. Allora cattolici e sinistra saranno destinati a reincontrarsi, attorno a un nuovo federatore da individuare forse prima di quanto pensiamo».
Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 19/02/2009

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[…] ex popolare e teorico della Dc […].
Edmondo Berselli, L’Espresso, 5 marzo 2009

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[…] Il 13 marzo di cinquanta anni fa, sul colle del Gianicolo, il sassarese Antonio Segni, il veneto Mariano Rumor, il genovese Paolo Emilio Taviani, il lucano Emilio Colombo, i giovani Francesco Cossiga e Remo Gaspari e altri ancora, diedero vita ad una nuova corrente democristiana - presto ribattezzata come dorotea - che non solo diventò la quintessenza della Dc, il centro del centro, ma soprattutto avrebbe finito per definire una categoria della politica e del costume nazionale. Doroteo, come dire: il potere per il potere. L’estrema concretezza. Lo spalmarsi sulla realtà, senza mai pretendere di guidarla. Il tutto condito da un linguaggio rotondo, senza spigoli, un dire per non dire niente, che avrebbe dominato per decenni. […] Scuote la testa Marco Follini, un ex democristiano che sulla Dc ha scritto un saggio: «Il doroteismo è stato la bandiera politica di quella Italia lì. Lenta, rispettosa, non innovativa. Con l’idea di fondo che i processi andavano accompagnati, smorzandone l’impeto riformatore. Quell’Italia è finita con la Dc». […].
Fabio Martini, La stampa 13/3/2009

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[…] Francesco Rutelli ha detto chiaro il suo «no» all’Asde (Socialisti e democrati­ci europei), il nuovo gruppo a Strasburgo, e con lui si schierano Zanone e Follini, che chiede «un supplemento di riflessione». […]
ALESSANDRO TROCINO PER IL CORRIERE DELLA SERA

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[…] Marco Follini, ex segretario dell’ Udc e oggi senatore campano del Pd, ha vissuto nella Dc la sindrome del partito delle correnti e delle tessere e oggi, smaliziato, fa la morale: «Sa qual è la vera sindrome? La somma del tesseramento stile democristiano, più il vecchio apparato comunista, più la propensione meridionale». Propensione a che, lui non lo dice, ma è abbastanza evidente che si riferisca al «familismo amorale», come lo battezzò il sociologo americano Edward C. Banfield. Soccorre, semmai, per spiegare gli effetti della sindrome, lo statuto del Pd, un documento che sembra scritto da un autore pazzo medievale. O da Stranamore, come sostiene l’ ex presidente del Senato Franco Marini. «Un dottor Stranamore non solo pazzo, ma per di più di pessimo umore», aggiunge Follini, che rivendica il ripensamento urgente e totale di un sistema che si è rivelato un mostro, cercando invano di mettere insieme l’ happening delle elezioni primarie con le esigenze bulimiche dell’ apparato dell’ ex Pci. Persino a Firenze le primarie che incoronarono Matteo Renzi, nuovo sindacoragazzo, si narra che furono gonfiate dalle truppe berlusconiane di Denis Verdini. E, per di più, gratis. «Ah, Fanfani!»: pure questo va registrato nel «confuso assemblaggio» del Pd della vigilia congressuale. Debora Serracchiani? Il buon giovanotto Giuseppe Civati? Diceva il saggio Fanfani, come sadicamente ricorda Follini: «Hovvia! Chi l’ è bischero, l’ è bischero anche a vent’ anni!». […].
Alberto Statera, la Repubblica 16/7/2009

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[…]L’ex moglie di Marco Follini, Elisabetta Spitz, è direttore dell’agenzia del Demanio. Se l’ex partner era «ondivago» tra destra e sinistra, lei è immobile dietro la sua scrivania, nonostante il mutare delle maggioranze. […].
Felice Manti, Il Giornale 20/7/2009

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[…] la corrente Dorotea che ebbe tra i suoi virgulti i bolognesi Casini e Follini.[…].
Dagospia, 30/08/2009

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[…] Peppino Caldarola, ex direttore de l’Unità e deputato con i Ds e con l’Ulivo, spiega le ragioni della decadenza del Pd. Un partito cui non ha mai voluto iscriversi. «Se inizialmente ero rimasto affascinato dall’idea, espressa da Veltroni al Lingotto, di trovare una casa del riformismo italiano, mi sono sentito tradito dall’alleanza con Antonio Di Pietro. In quell’occasione fummo in tre a schierarci contro: io e i senatori Marco Follini e Antonio Polito. Da lì è iniziato un processo di distacco che mi ha portato fuori». […].
Costanza Rizzacasa, ItaliaOggi 07/10/2009

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Ma il Pd ha già scelto il suo nuovo segretario? […] I big come si sono schierati? D’Alema, Epifani, Livia Turco, la Finocchiaro, Reichlin, Filip­po Penati, Nicola Zingaretti, l’ex udc Marco Follini stanno con Bersani. […].
Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport, Anno III, numero 970, 12 ottobre 2009

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LE IENE E I TRE SEGRETARI DEL PD -
[…] Parliamo con Franceschini.
Ma lo sai che è vero che assomigli a Harry Potter?
«Assolutamente no. É Follini che assomiglia a Harry Potter».
Intervista delle Iene ai tre candidati del Pd andata in onda il 13/10/2009 –

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[BRUNO TABACCI] Per anni in amorosi sensi con Marco Follini, anti Cav quanto e più di lui, lo abbandonò al suo destino quando passò al Pd, tradendo la comune causa centrista. […].
Giancarlo Perna, il Giornale 10/11/2009

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[…] nel Partito democratico si apre la querelle intorno alla partecipazione al No Cav Day del 5 dicembre, lanciata in Rete e a cui hanno aderito i dipietristi. […] Non ci andrà Marco Follini: «Mi appello alla libertà di non manifestare», ha detto. […].
Elisa Calessi, Libero 17/11/2009

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QUANTO GUADAGNANO I POLITICI
2008-2010
Secondo le dichiarazioni dei redditi dei parlamentari relative al 2003, il più ricco è Berlusconi con un reddito di 12.762.234 euro. […] Follini 110 mila.
("Il Sole - 24 Ore" 13/4/2005; M.S., "Corriere della Sera" 13/4/2005; g.c., "la Repubblica" 13/4/2005; Giacomo Galeazzi, "La Stampa" 13/4/2005).

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CASE - Abbiamo scritto a tutti i 945 parlamentari, chiedendo se a Roma hanno case di proprietà o se vi risiedono in affitto. Ecco che cosa ci hanno risposto.
[…] Marco Follini (senatore Pd): «Vivo in un appartamento in affitto nella zona della Farnesina. La proprietà dell’immobile è di un privato e non di un ente. Il canone mensile è di 2.250 euro».
www.oggi.it, 26 maggio 2010

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[…] Per un motivo o per un altro Berlusconi deve soccombere. Esattamente come nella seconda metà della legislatura 2001-2006, quando Follini (ora nel Pd guarda caso) era vice di Silvio e si inventò una parola magica: discontinuità. Significato? Impedire al governo di governare. La discontinuità ebbe un clamoroso successo, tant’è che alle elezioni del 2006 vinse Prodi. Fini però non è Follini. Sicuramente no. Però si comporta come lui. E non so quale dei due si offenda di più per questo gemellaggio. Sta di fatto che il clima odierno nel Palazzo è folle. Anzi Follini. E Berlusconi non ne può più di agitarsi quale falena prigioniera in un lampione dove si brucia le ali. Invece di agitarsi spenga il lampione.
Vittorio Feltri, il Giornale 18/6/2010

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PENSIONI DEI PARLAMENTARI 2
Il cumulo pensionistico negli ultimi 36 anni è costato oltre 5 miliardi di euro. La seconda pensione, cumulabile al 100 per cento con quella di Montecitorio o Palazzo Madama, scatta per tutti i parlamentari che prima di essere eletti, avevano già aperto una posizione previdenziale. Tra i beneficiari: […] Marco Follini, […].
Mauro Suttora, Oggi, 23 giugno 2010, pag. 18

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LA PARABOLA DEI MINISTRI BREVI – […] Marco Follini che resistette poco più di tre mesi vicepresidente nel Berlusconi bis; […].
FILIPPO CECCARELLI, la Repubblica 6/7/2010

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[…] Il progetto politico dunque c’era. Nessuno, nemmeno tra gli alleati, pensava fino a quel momento che Berlusconi sarebbe sopravvissuto a cinque anni di opposizione e alla più forte concentrazione di processi mai abbattutasi su una singola persona. Arrivarono invece il 2001 e un quinquennio che viene vissuto oggi come uno spettro (ancora un Berlusconi bis anticipatore della decadenza? Mai, dice il Cavaliere). Fini pretese allora le dimissioni di Giulio Tremonti, tornato peraltro in sella un anno dopo. Ma in quella occasione Berlusconi fu stretto in una tenaglia il cui dente più aguzzo era Marco Follini, segretario dell’Udc. Né Fini né Follini né Casini credevano che Berlusconi avrebbe potuto vincere le elezioni del 2006. Il Cavaliere fece perciò la campagna elettorale da solo e fu separato dalla vittoria solo da 24.577 voti alla Camera dopo che il ministro dell’Interno Beppe Pisanu era andato nella notte a casa sua annunciandogli la vittoria. Da quel momento la Casa delle libertà cessò di esistere. […].
Bruno Vespa, Panorama 15/7/2010

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Vita agra del portaborse. […] Racconta Marco Follini, allievo e collaboratore di Toni Bisaglia, che «il lavoro di quello che viene chiamato portaborse è oggi assai diverso da quello che un tempo, a volte, era quasi un consigliere; e comunque la mia generazione molto spesso aveva già una sua attività, faceva questo lavoro politico solo come accompagnamento». Una scuola che spesso trasformava l’assistentato in una palestra, Bisaglia stesso era stato portaborse di Rumor, e poi aveva affrancato due suoi portaborse, i futuri onorevoli Danesi e Zampieri. […].
JACOPO IACOBONI, La Stampa 28/7/2010, pagina 6

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Un´altra «cena del lunedì»: a villa San Martino, Arcore, per decidere il da farsi con Fini e Napolitano […]. L´ospite fisso del sovrano è sempre Bossi, gli altri commensali leghisti infatti cambiano: ovviamente gli inviti li decide il Senatùr; e altrettanto mutevoli sono i berlusconiani di volta in volta ammessi all´appuntamento. […]. Nel 2002 Marco Follini richiamò in proposito Orwel e La fattoria degli animali per indicare l´inopportunità di ospiti più uguali di altri alleati e come tali ogni settimana invitati a cena ad Arcore: «La settimana ha sette giorni - disse - non c´è solo il lunedì, ne restano almeno sei da dedicare a una più proficua collegialità magari diurna». Parole al vento - prima che anche Follini, e poi Casini, e quindi pure Fini, si ritrovassero fuori dal Popolo della Libertà.[…].
FILIPPO CECCARELLI, la Repubblica 7/9/2010

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[…] Ricordate il sub-governo Fini-Casini-Follini alla fine della legislatura 2001-2006, quando Tremonti venne costretto alle dimissioni? […].
Luca Ricolfi, La Stampa 1/10/2010

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[…] Ricordate quando nella primavera di tre anni fa Romano Prodi annunciò con grande orgoglio la nascita di un importante comitato formato da quarantacinque illustri democratici che con il loro lavoro avrebbero dovuto creare le basi per la nascita del Pd? Era il 23 maggio del 2007 e quella mattina, nella storica sede dell’Ulivo di piazza Santi Apostoli, a Roma, a due passi da piazza Venezia, fecero il loro ingresso quarantacinque personalità “rappresentanti le diverse sensibilità politiche che concorrevano alla formazione del Pd” (tra di loro c’era anche Gad Lerner). Bene: sono passati poco più di tre anni e molte di quelle teste che avrebbero dovuto attivarsi per tracciare la rotta entro la quale far viaggiare il barcone del Pd hanno scelto, anche loro, di abbandonare la nave. Tra i quarantacinque, ricorderete, […] c’era l’ex presidente della Camera Marco Follini (oggi stuzzicato dall’idea di abbandonare il Pd qualora Bersani decidesse davvero di allearsi con Vendola), […].
Claudio Cerasa, Il Foglio 21/10/2010

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[…] Marco Follini e il suo braccio destro Stefano Graziano puntano il dito, pur dalla maggioranza, contro la strategia dell’apertura a sinistra di Bersani: «Bisogna guardare al centro, non a Vendola». […].
Ettore Colombo, Il Riformista 28/10/2010

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[…] Il presidente Fini minaccia di ritirare la sua delegazione di partito dal governo: linguaggio da prima Repubblica, anche nella seconda però è rimasto in voga (fece altrettanto Follini nel 2005, mettendo in crisi un altro governo Berlusconi). […].
Michele Ainis, Il Sole 24 Ore 9/11/2010

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«Berlusconi non è il miglior candidato possibile per le primarie della Cdl» (Marco Follini 22/9/2005)
«Follini è un esempio di trasformismo» (Silvio Berlusconi, 26/2/2007).
Fonte: Corriere della sera – Scheda 1398830