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 2001  dicembre 11 Martedì calendario

L’italiano gioca di più: superata la soglia dei mille euro l’anno - Si è concluso il seminario «Dipendenze comportamen­­tali: progetto sperimentale nazionale di sorveglianza e coordinamento e monitorag­gio degli interventi» che rien­trava in un ciclo di incontri del progetto nazionale «il gio­co è una cosa seria!» In prima fila il Ccm – Ministero per la Salute, insieme con l’ASL To3 per la Regione Piemonte, altre amministrazioni, Forze dell’Ordine, Servizi socio-sa­nitari, rappresentanti del­l’AAMS, commercianti e isti­tuti scolastici di 8 Regioni

L’italiano gioca di più: superata la soglia dei mille euro l’anno - Si è concluso il seminario «Dipendenze comportamen­­tali: progetto sperimentale nazionale di sorveglianza e coordinamento e monitorag­gio degli interventi» che rien­trava in un ciclo di incontri del progetto nazionale «il gio­co è una cosa seria!» In prima fila il Ccm – Ministero per la Salute, insieme con l’ASL To3 per la Regione Piemonte, altre amministrazioni, Forze dell’Ordine, Servizi socio-sa­nitari, rappresentanti del­l’AAMS, commercianti e isti­tuti scolastici di 8 Regioni. La giornata è servita come confronto e momento di dif­fusione dei dati elaborati ne­gli ultimi anni in tema di gio­c­o d’azzardo patologico e illu­strazione di alcune scelte av­venute nelle singole Regioni, come quella del comune di Empoli dove per l’apertura e la gestione delle sale giochi è obbligatoria sia una distanza non inferiore ai 250 metri da scuole, ospedali, chiese e al­tri luoghi considerati sensibi­li e un l’orario di apertura dei locali che va dalle 14 alle 24. A Padova invece è stata aumen­tata la distanza a un raggio di 500 metri dai luoghi sensibili all’interno del quale non è possibile possedere macchi­nette e aprire sale giochi. Gli italiani, insomma, gio­cano sempre di più e purtrop­po molti sono i casi di dipen­denza. A questo proposito Sa­brina Molinaro ha illustrato i risultati del report svolto dal CNR. La ricerca ha avuto un campione di soggetti intervi­stati con una compilazione anonima di un questionario ricevuto per posta. Gli intervi­stati sono stati scelti in modo casuale dalle liste anagrafi­che dei comuni selezionati. Circa 15 milioni di italiani hanno riferito di aver giocato somme di denaro una volta nel corso della vita (38,3% del­la popolazione 15-64 anni), di cui il 50% maschi e al 29% donne. Molinaro sostiene che «l’identikit del giocatore una tantum descrive un uo­mo giovane, tra i 25 e i 44 an­ni, con un livello di istruzione medio alto che vive da solo o con amici ed ha un lavoro af­fermato, come l’imprendito­re o il dirigente. Giocano me­n­o le casalinghe e i pensiona­ti, le persone con figli oppure i commercianti o i liberi pro­fessionisti. Si gioca di più nel­le regioni del sud Italia, infat­ti dalle prevalenze regionali, risulta più diffuso il gioco tra i residenti del Molise (57,5%), seguiti dalla popolazione campana e da quella sicilia­na rispettivamente 51,5% e il 50,7%). I territori regionali con percentuali più basse di giocatori sono invece la Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adi­ge con il 31,9%. Il 71% della popolazione italiana percepi­sce come rischioso il gioco d’azzardo ma solo il 60% di­sapprova i giochi in cui si vin­cono o perdono soldi. Per quanto riguarda la spesa pro capite, nel 2009 l’importo in­vestito da ogni italiano ha su­perato per la prima volta i mil­le euro. Prendendo in esame la prima annualità in cui la quota investita era pari a 326 euro, nel 2006 questa è quasi raddoppiata ed è risultata pa­ri a 956 euro nel 2008».