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 2010  ottobre 11 Lunedì calendario

CHICCO D’ORO

L’anno scorso, nello stesso periodo, il tg di La7 registrava il 2.23% di share. Oggi, dopo tre mesi di “cura Mentana”, ha una media dell’8.28%. Gli ascolti sono aumentati di oltre il 300%. Beh, c’è poco da dire... Il pubblico è cresciuto perché le notizie scelte dal direttore Enrico Mentana sono più interessanti o perché c’è Mentana in video che le racconta? «Sarei vanaglorioso se dicessi che il merito è la mia faccia. Sarei ipocrita se dicessi che contano solo le notizie. Diciamo che è un mix di personalizzazione e di taglio editoriale», dice il giornalista con un’allegria che non trattiene.
Dopo l’appuntamento del 14 dicembre con il voto a Berlusconi, per cui non sono previsti speciali, Mentana prenderà finalmente una pausa di conduzione al week end dopo 100 giorni no stop. «Mi alternerò con una giornalista donna del tg, ma non dico chi. Il mio vanto è stato di non aver portato nessuno da fuori. E non lo farò ora. Ho trovato una redazione nutrita, di professionisti. Perché prendere altri?». Lamberto Sposini? «Potrebbe essere, in futuro».
I cento (e più) giorni di epica conduzione ininterrotta non sono pesati più di tanto all’anchorman, affamato di lavoro e nemico del riposo. Ci rivela un segreto: «Nessuno lo sa, ma lo scorso 3 dicembre non ho condotto il tg da Roma. Mi trovavo a Verona a ritirare un premio e ho presentato da uno studio locale. Nessuno se n’è accorto». Ma Michela Rocco di Torrepadula, moglie di Mentana e mamma dei suoi bambini, non si lamenta per la perenne assenza del marito? «In realtà si lamentava di più quando ero a casa tutto il giorno», scherza il giornalista. Tra l’altro ora i ruoli di invertiranno: Chicco starà un po’ a casa e sua moglie, come ha anticipato ieri “Italia Oggi”, conquisterà un programma di cucina sul digitale terrestre La7d. «Non parlerei di parentopoli», precisa Enrico, «da tempi non sospetti mia moglie aveva un accordo con il gruppo autorale... Non vorrei che si dicesse che io imbuco la mia compagna». Ma ci andrà nella sua cucina televisiva? «No, mi piace separare lavoro e privato».
Nessuna reticenza nel parlare dei retroscena dell’approdo a La7. Si sa che Berlusconi avrebbe gradito un suo ritorno a Mediaset ma così non è stato. «Da quando sto qui non ho più sentito né visto il Cavaliere, ma proprio pochi giorni fa ho incontrato Fedele Confalonieri che mi ha fatto i complimenti. Ci siamo abbracciati». Mentana dice che un tg come quello che sta facendo a Mediaset non sarebbe possibile. «Il Tg5 ha un ascolto molto ampio e popolare, io non mi vergogno a dire che a La7 non ho quasi mai pronunciato la parola Avetrana. Non ho usato ingredienti facili, non per snobismo, sappiamo benissimo che passata una certa soglia si è parlato di Sarah Scazzi non per cercare la verità ma perché faceva ascolto. Ho lavorato al Tg5 per 13 anni..». «Su La7 ho puntato sulla politica perché ultimamente è vivacissima. Sullo scontro, non sul Bunga Bunga. Niente soft news, niente sfilate. Definisco il mio tg libero e informato. Non credo di aver tolto nulla nè al Tg1 né al Tg5: ci guardano persone che avevano smesso di guardare il tg alle 20». Il notiziario di Mentana ha fatto tanti ascolti nonostante parta dal 2% di share, ossia senza traino. Da gennaio dovrebbe arrivare anche quello: un format divertente con la comica Beppi Cucciari (pare). «Sì», ammette Enrico, «spero proprio che sarà lei a condurla».
Dopo oltre tre mesi nella tv di Telecom traccia un bilancio e un paragone con la Rai e Mediaset: «Qui si lavora con più agilità e con meno livori perché non c’è un editore forte che incombe. In Rai ci sono i partiti. A Mediaset il Presidente del Consiglio. Qui c’è Bernabè, che non è un ombra minacciosa». E con Piroso, che ha scalzato dalla poltrona di direttore, come va?
«Bene, lo stimo e sono in confidenza». La politica ne sarà il cuore ancora per molto. «Non ho idea di quello che succederà il 14 ma penso che le elezioni anticipate saranno più anticipate del previsto». Berlusconi, per Mentana, non è morto («Mai visto un partito morto tra il 28 e il 25%») anche se «non è quello di dieci anni fa». Fli non è un flop perché, «“scippare” 30 deputati non si può definire flop». Chi popolerà la politica nei prossimi anni? «Mi stupirei che non ci fossero Bocchino, Maroni, Renzi e Vendola. Mi stupirei che ci fossero altri, che non dico». Nessun imbarazzo quando gli chiediamo del contratto con La7. A Mediaset, dopo l’ addio, si seppe che guadagnava un milione e duecentomila euro l’anno. Nella tv di Telecom ha accettato per molto meno: 320 mila euro lordi l’anno. Ma con un premio sulla percentuale degli ascolti. E di ascolti ne ha fatti un botto: «Si, sono messo bene. Ma poteva anche andarmi male. Guadagno e ho fatto guadagnare la rete. Diciamo che se vado avanti così a fine anno triplico lo stipendio...».
Un milione tondo tondo qualche sacrificio li vale.