Luca Tremolada, Nòva24 9/12/2010, 9 dicembre 2010
GADGET A UNA DIMENSIONE
Gli americani due anni fa a Babbo Natale hanno chiesto un notebook, l’anno scorso sempre un notebook e pure quest’anno chiederanno un notebook. Ne è certa la Cea, la principale associazione di elettronica dei consumi degli Stati Uniti, che monitora attentamente ogni anno gli acquisti di gadget del popolo a stelle strisce. Il periodo natalizio da solo vale il 50% del venduto di tutto l’anno quindi va tenuto d’occhio. Per di più gli americani sono un popolo che ama moltissimo i gadget: il 74% della famiglie Usa spenderà danaro in elettronica di consumo, in media - calcolano loro - fanno 232 dollari in regali, un terzo dell’intero budget. Ma più della vocazione tecnologica stupisce il ruolo di computer, ipad e videogiochi e altro all’interno del loro e forse del nostro sistema di valori. La stessa associazione di elettronica di consumo ha infatti voluto chiedere dieci cose che vorremmo a Natale e non solo in campo tecnologico ma più in generale nella vita. Al primo posto della lista si classifica la pace e la felicità (scontato) ma subito sotto c’è ancora una volta il notebook, seguito da iPad, vestiti, eReader, auto, stare con la famiglia, la salute, videogame e soldi. A parte la conferma di una attrazione per i computer portatili che non conosce tentennamenti salta all’occhio l’alternarsi di iPad e famiglia, salute e videogame, eReader e auto. Tutto materiale che ben si presta come materia di studio per psicologi e sociologi per aiutarci a comprendere meglio il ruolo dell’ict nel nostro immaginario. Ma anche di come marketing, pubblicità, passaparola stanno scavando nel nostro sistema valoriale un posto per luccicanti oggetti di consumo. Nielsen ha sviluppato attraverso BuzzMetrics uno studio quali-quantitativo del passaparola digitale per analizzare quanto e in che modo si è parlato dei regali lo scorso anno e quali categorie merceologiche e prodotti hanno avuto maggior risonanza in rete, in termini di preferenze d’acquisto. Tra il 15 Novembre 2009 e il 15 Gennaio 2010 il word of mouth in rete sui regali ha generato oltre 36 mila conversazioni. I telefoni cellulari e in particolare gli smartphone sono stati i più desiderati e regalati, coinvolgendo il 21% delle conversazioni; il 18% dei messaggi hanno riguardato l’abbigliamento, mentre nel 14% delle discussioni console e videogiochi sono stati valutati come potenziali oggetti da trovare o far trovare sotto l’albero. A guardare la classifica redatta da Nielsen in rete si parla più di iPhone che di vestiti, più di videogiochi che di libri, più di Pc che di gioielli. Una scorciatoia furba ma improbabile potrebbe essere quella di considerare chi naviga in rete solo per il fatto di usare un device elettronico persona affascinata dalla tecnologia. Una equazione che non funziona sempre o forse più semplicemente trova applicazioni limitate in determinati luoghi del mondo. Eppure, se seguiamo la retta delle vendite di beni tecnologici di consumo calcolata da Gfk per il mercato italiano non possiamo non rilevare un lento declinare con picchi sempre più acuti (in corrispondenza del periodo natalizio). In particolare, gli analisti di Gfk sembrano preoccupati proprio per l’elettronica di consumo che nell’ultimo trimestre ha segnato cali in informatica (-2,1%), elettronica di consumo (-7,0%) e telefonia (-14,0%). Flessioni su tutta la linea dell’immaginario gadgettistico del Natale, altro che oggetti dei desideri. I conti veri però occorrerà farli a gennaio. Ma per misurare la distanza tra chiacchiere digitali e acquisti reali e le relazioni tra funzioni d’uso e necessità dei beni elettronici i risultati del cyber monday americano possono essere d’aiuto. Quest’anno le vendite online del primo lunedì di dicembre hanno sfondato negli Usa il milardo di dollari. Il Cyber Monday 2010 si afferma così come il giorno record per lo shopping online americano. La grande distribuzione ha brindato al risultato incrociando le dita. Gli economisti hanno letto segnali di ripresa. La notizia ha fatto il giro dei giornali. Pochi però hanno ricordato che chi acquista online negli Stati Uniti rappresenta solo l’8% del commercio totale. Ma sopratutto che il cyber monday non esiste. E’ una giornata creata dai media, una occasione di acquisto fittizia inventata cinque anni fa.